Abbiamo incontrato Nicola Pastori per approfondire i contenuti di
In che termini ritieni che il fingerstyle educhi ad un approccio poliedrico alla chitarra?
Lo studio del fingerstyle sviluppa la musicalità di un chitarrista a 360 gradi. Pensaci: nel fingerstyle quando suoni hai da tener conto di moltissime cose! C’è la melodia, la “regina” del brano; poi il basso, le fondamenta; le percussioni, il motore; i contro canti per evidenziare l’armonia... Il pensare a tante parti diverse e suonarle contemporaneamente, ti porta ad apprezzare la musica da prospettive differenti e al tempo stesso a diventare molto, molto più abile sul tuo strumento.
Leggendo la descrizione degli argomenti del manuale, ne ho trovata una meravigliosa: "Il groove interiore: quello che ti fa sorridere mentre suoni"...ce la spieghi?
La musica sa certamente evocare moltissime emozioni diverse. Ce n’è una però che è in cima alla mia lista: la gioia! Questa emozione è strettamente collegata al groove. Hai presente quando senti un pezzo con un bel tiro e automaticamente inizi a muovere la testa a tempo e accenni un sorriso? Questo è l’impatto che un buon groove ha su tutti noi. Il termine “groove interiore” è una locuzione che mi sono inventato per sottolineare che il ritmo nasce sempre da te stesso. Non dal metronomo, dalla backing track o dal batterista, ma dalla tua intenzione nel suonare. Ciò, tra l’altro, è vero per tutti i musicisti, non solamente per noi chitarristi fingerstyle.
Un aspetto che ho molto apprezzato in questo testo è l'organizzazione dei "Troubleshooting": piccoli capiti che dispensano consigli strategici per risolvere problematiche tra le più diffuse. Intoppi che rallentano studio e lavoro dei chitarristi. Ce li descrivi?
Certo! Sin dalle fasi iniziali di scrittura ho capito che il materiale da trattare era molto vasto. Per organizzarlo al meglio ho creato questa forma di Q&A al termine di ogni lezione. Qui passo in rassegna in modo dettagliato tutte le difficoltà degli esercizi precedenti e propongo delle soluzioni basate sulla mia esperienza di insegnante. Ciò mi ha consentito di mantenere snelli e “dritti al dunque” tutti i testi di spiegazione che precedono gli esercizi, riuscendo tra l’altro a impaginare il libro in modo molto regolare, spiegazione sulla pagina sinistra, spartito sulla pagina destra. Oltre a favorire la chiarezza del testo, i capitoli “Troubleshooting” mi hanno consentito di trattare alcuni temi “extra”, come il metodo di studio, le tecniche di arrangiamento fingerstyle, la mentalità del musicista.
P.S. L’idea del “Troubleshooting” è nata dal celebre libro “Guitar Compendium” (H. Roberts, G. Hagberg), è un testo davvero fantastico.
Nel testo spieghi che farti guidare dalla vocalità è l'approccio che preferisci in fase compositiva...
Questo approccio è importante per scrivere musica in modo creativo e originale, senza farsi condizionare dai propri limiti. Ogni musicista, per quanto esperto, li ha… Se lasci che siano le mani a guidare ciò che suoni, esse saranno propense a fare ciò che già conoscono. L’immaginazione musicale invece, espressa attraverso lo strumento innato che tutti noi possediamo (la voce), non ha limiti! Non fraintendermi, non è necessario saper cantare come Freddie Mercury o Stevie Wonder per comporre musica in questo modo. Sai quante volte mi capita di registrare (terribili e stonatissime) note vocali sul telefono mentre mi trovo in strada, al supermercato, in auto... Il brano nasce lì, in quel momento! Poi, una volta a casa, sarà compito delle mani trovare un modo di suonare quello che ho pensato. Questo richiede molto studio e, al tempo stesso, comporta molti miglioramenti.
In questo libro ti avvali della collaborazione di un'icona della didattica chitarristica: Donato Begotti. Qual è stato il suo apporto nella stesura di FINGERSTYLE GUITAR MASTERY?
Donato è stato un preziosissimo aiuto sotto tanti aspetti. Come si organizza la didattica in modo efficace? Qual è il segreto della buona comunicazione? Cos’è necessario, cos’è superfluo? In sostanza, come si scrive un libro? Tutto questo (e tanto altro) me l’ha insegnato lui! Ha avuto un ruolo di grande importanza nella revisione della parte letteraria. Il libro è nato, tra l’altro, da una sua proposta, che è stata ben accetta dal super editore Marco Volontè. Sono grato a entrambi per il grande supporto. Fingerstyle Guitar Mastery fa parte della collana RGA (ed. Volontè & Co.) ed è il libro di testo del mio corso CCR® Acoustic. Questo percorso di studi, sviluppato sempre in collaborazione con Donato, applica l’inconfondibile stile didattico RGA al fingerstyle.
A chi ti piace pensare maggiormente sia rivolto questo testo: a un chitarrista già votato all'acustica e al fingerstyle che vuole migliorarsi? O a un chitarrista più generico nell'approccio stilistico, magari uno elettrico, che tramite il fingerstyle può ampliare il suo canovaccio espressivo e tecnico?
Cito la primissima frase del libro: “Ogni chitarrista trae enormi benefici dallo studio del fingerstyle”. E questo è ciò in cui credo: che tu sia un chitarrista elettrico, acustico, intermedio o esperto, il fingerstyle può impreziosire il tuo playing e la tua musicalità. Il testo parte da un livello basic e arriva a “ultra-avanzato”, quindi c’è davvero pane per tutti i denti! Grazie Gianni per queste domande molto interessanti, alla prossima!
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