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Caterina Kaj Dolci: tra basso punk e sperimentazione
Caterina Kaj Dolci: tra basso punk e sperimentazione
di [user #17404] - pubblicato il

Riflettori puntati su una musicista eclettica, preparata e originale; Caterina si forma tra chitarra classica e una lunga gavetta con band - come dice lei - scalcagnate. Oggi gira l'Italia suonando il basso con le Bambole di Pezza (storica punk band al femminile) senza rinunciare al suo progetto solista, dada sutra, dove scrive, canta, suona e produce musica bella e stralunata.

Racconti di aver imbracciato il basso per noia, dopo tanti anni di chitarra classica...Quali sono stati i dischi o gli artisti che
hanno fatto scattare la scintilla per il 4 corde?

In realtà non c'è stata una scintilla, nessun colpo di fulmine! Ho avuto un innamoramento lento con il basso. E più che un artista o disco in particolare è stata la fisicità dello strumento che mi ha attratta la prima volta che l'ho suonato, lo spessore delle corde, smuovere tutta quella massa di suono...

Sei conosciuta per essere la bassista delle Bambole di Pezza. Come sei entrata in questa band? 
Mi hanno trovata loro attraverso un vecchio annuncio che avevo messo su Villaggio Musicale. Quando mi hanno chiamata ero entusiasta, era uno dei gruppi che ascoltavo da ragazzina. Ma anche leggermente preoccupata perché praticamente non usavo il plettro, ho imparato la tecnica nel paio di settimane che mi separavano dal provino! La prima cosa che mi ha chiesto Dani, una delle due chitarriste, quando sono entrata in sala prove è stata: usi le dita o il plettro? E io, con la migliore faccia da culo possibile: il plettro, ovviamente! E mi hanno presa.

Caterina Kaj Dolci: tra basso punk e sperimentazione

Credo che il punk sia uno dei generi più stimolanti da suonare con il basso a plettro. Un approccio tecnico che, però, spesso viene trattato con una certa sufficienza...
Esatto, me ne sono accorta appunto in quelle due settimane! È davvero uno strumento espressivo potentissimo il plettro sul basso, come avere una marcia in più, anzi, proprio un'altra macchina. È stato molto stimolante per me scoprirlo. Ma hai ragione, è spesso considerata una tecnica “di serie B” per i bassisti, e anche, dalla mia esperienza, insegnata poco a livello accademico. 

Caterina Kaj Dolci: tra basso punk e sperimentazione

Le Bambole di Pezza, sono un po' la punta dell'Iceberg delle tue attività musicali...
Al momento l'altro progetto che mi sta più a cuore è dada sutra, in cui oltre che bassista sono autrice e cantante, e tastierista all'occorrenza... Insomma, per ora sto facendo quasi tutto tranne le batterie per cui c'è Giacomo Carlone, musicista strepitoso e poliedrico che mi accompagna da un paio di anni. Abbiamo all'attivo un EP e due singoli, e un album in fase di lavorazione. È molto diverso da quello che faccio con le Bambole, più aperto alla sperimentazione, ma nel dubbio posso definirlo post-punk per non allontanarmi troppo!


 
A proposito delle tue attività, dici di aver suonato con tante "band scalcagnate"...quale ritieni sia il valore della gavetta?
Beh, impari a sopravvivere e portare a casa il concerto in qualsiasi situazione! E poi, per me che vengo dall'ambiente classico, molto concentrato sulla tecnica individuale – e spesso snob – è stata una grande lezione scoprire che per fare funzionare bene una band non è essenziale che tutti abbiano una tecnica perfetta: quello che serve davvero è la volontà di crescere insieme e la capacità di affidarsi e sostenersi a vicenda. 

Ti presenti come songwriter: quando scrivi lo fai comunque alla chitarra o ti è capitato di partire anche dal basso?
Negli ultimi anni quasi mai alla chitarra, mi è invece capitato spesso di partire da una linea di basso. Ultimamente però preferisco lavorare cantando un'idea (vocale o strumentale) finché non mi diventa chiara, e poi trovando l'armonia giusta alla tastiera.

Caterina Kaj Dolci: tra basso punk e sperimentazione

Hai studiato con due bassisti diversissimi tra loro: Andrea Lombardini e Paolo Costa. Cos'è il meglio che hai preso da ciascuno?
Due grandi, totalmente diversi sia come bassisti che come insegnanti! Andrea è uno che “dà poco” – in senso buono, lascia molto spazio a l'allievə, però vuol dire che devi andare tu a caccia di stimoli. Ho imparato tantissimo sulle possibilità espressive dello strumento facendo lezione con lui e anche solo ascoltandolo. Paolo tende a dare molti input, a volte forse imponendo un po' la sua visione. Mi è stato molto utile per migliorare l'ascolto: all'inizio della lezione metteva su un brano e chiedeva, dov'è il rullante? Il basso è insieme alla cassa, o complementare? Dove sono le pause? E così via finché non avevamo capito ogni dettaglio di quella linea e dell'incastro con la batteria. 

Sei laureata in Musicologia, con una tesi sulla musica sperimentale.  Su cosa si è concentrata la tua narrazione?
Non c'entra nulla col basso! Parlavo dell'uso della voce in questo tipo di musica, ho analizzato il lavoro di artistə come Laurie Anderson, Diamanda Galás, Sainkho Namtchylak... Sono molto affascinata dal rapporto che la voce ha con la creazione dell'identità e dall'idea che ampliare le possibilità vocali sia anche un modo per uscire dagli schemi legati al ruolo sociale, così questo era uno dei temi principali. Ma forse c'entra anche col basso e con altri strumenti, alla fine la sperimentazione ha sempre implicito un potere di rottura e rinnovamento. 

Caterina Kaj Dolci: tra basso punk e sperimentazione
 
La regola in queste interviste è lasciarsi con una domanda da veri nerd: dimmi - nel dettaglio - la tua strumentazione!
Adoro le domande nerd. I due bassi che uso più spesso sono due Fender, un Mustang a scala corta signature Justin Meldal-Johnsen, con corde lisce, e un Jazz American Standard a cui di solito monto corde in nickel. Come effetti, nei live cerco di incastrare il minimo di cui necessito in una piccola pedaliera, la maggior parte delle volte ho accordatore, boost, distorsore, chorus, delay e un tremolo/riverbero. Per l'amplificazione invece sto usando la testata Sisma della Jad Freer e una cassa della stessa marca, oppure un combo Tech21. Last but not least, per i plettri uso Plick the Pick di cui sono anche endorser.



 
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