Ciao,
a seguire la saga di "Storia di un pezzo di legno" stavolta mi ci metto anch'io, con una storia recente che conferma il fatto che i pezzi di legno che usiamo contengono piu' emozioni di quanto pensiamo.. Tre mesi fa', vidi un annuncio di una Strato MIJ '94 a prezzo interessante, contatto il proprietario e per puro caso scopro che era un mio conoscente a 60 Km da casa mia..
Concordiamo il prezzo e la vado a ritirare, per strada... Le Fender mi fanno questo effetto, mi fido di loro ciecamente. Si tratta di una Fender Stratocaster Made in Japan dal seriale '94 con manico e tastiera in acero, body color Artic White (tra i miei preferiti), un'orrendo e anonimo battipenna monostrato bianco (non reissue 57, orrendo e basta), config SSS pick up ceramici, ponte standard a sei viti, condizioni buone con un po' di consumo ai primi tasti e un paio di piccole screpolature vicino il back strap.. cover pick up e selettore ingialliti dal tempo...amore a prima vista anche considerando il prezzo..
A casa la pulisco per bene, muta di corde nuova, battipenna nuovo tortoise (l'avevo visto su un video a Buddy Guy), nessuna regolazione perche' andava com'era e appena attaccata all'ampli la sorpresa... piu' volume delle altre e suono che mi piace. Impressionante il feeling con il manico, sembra che la usassi da anni, tanto da cercarla sempre mentre le sorelle Classic 60 e Contemporary dell'85 stanno a guardare curiose e credo gelose.. Ora capisco i chitarristi che ne usano sempre una.
Ho rilevato anche qualche pecca, tipo l'elettronica fatta con componenti a mio avviso mediocri, fili sottili, pick up certo non dei migliori sui puliti soprattutto perche' ceramici, ma il suono e la silenziosita' sembrano non risentire di queste cose, tanto che al momento non intendo cambiare niente..
L'unica cosa che vorrei cambiare e' il blocco ponte a causa dell'innesto della leva sfilettato, ma forse e' piu' semplice cambiare il ponte intero, non fraintendetemi ma a me la leva piace..