Il dibattito valvole/digitale non è destinato a esaurirsi in pochi anni, credo. Secondo me ci sarà sempre chi preferirà l'idea di suonare con un ampli valvolare. Passare al digitale con una macchina come il Profiler può essere un concetto mentalmente impegnativo, ma al contempo è molto diverso che passare a un POD o ad altri device.
Ricevo dal sito Kemper un certo numero di domande per email da nuovi utenti e ho pensato che alcune delle questioni trattate potessero essere di interesse per potenziali utenti o per chi vuole semplicemente saperne di più.
Vorrei proporvi l'ultimo scambio avuto con un utente italiano. È di qualche giorno fa.
Un'esperienza diretta con una full immersion per diversi giorni secondo me è comunque importante, specie se a essa corrisponde un cambiamento di paradigma mentale, come il passaggio dalle valvole al digitale. Datti tempo per abituarti all'oggetto e al suo uso, poi credo non vorrai lasciarlo più.
I vantaggi del Profiler rispetto alle testate sono tanti, secondo me:
1- puoi memorizzare ampli e microfonazioni, quando torni su un pezzo non devi impazzire con vecchi appunti, memo, ricordare la posizione esatta... eventuali punch in/out saranno e suoneranno identici.
2- puoi "rubare" i profili di tutti gli ampli non tuoi che passano per lo studio
3- non sei limitato nel suono agli ampli che possiedi, ma puoi farti una libreria immensa di praticamente ogni possibile cassa e microfonazione concepibili a costo zero o spendendo pochi euro per profili particolarmente buoni.
4- In molti casi, la profilazione migliora di fatto l'esperienza d'uso di un ampli. Per esempio ne abbatte il rumore di fondo e tutti quei crack, hum e swirl tipici di un ampli, soprattutto se con componenti vecchie. Ne aumenta il numero di controlli (definition, sag, pick attack), ne aumenta il range di regolazione (80 dB di guadagno, controlli di tono più eq ecc.), permette di avere il suono dell'ampli imballato a bassi volumi (ne riparliamo più avanti), mette a disposizione una serie di effetti professionali (e sempre più ricchi nelle feature col procedere degli update gratuiti). O, ancora, può trasformare un monocanale senza master e senza loop in una agguerrita macchina moderna, con tutti i controlli del mondo, loop effetti, controlli di gain, equalizzatori sofisticati. Ne riduce il peso (soprattutto se vuoi portarne con te più di uno) e il rischio legato al trasporto e all'uso di macchine molto costose: alla fine il Profiler costa 1500 €, molto meno di un ampli storico, o come un boutique di media classe. Infine, se vai in un posto o Paese dove sai di poter trovare un Profiler, puoi viaggiare solo con... niente: i tuoi suoni te li scarichi dal Cloud, o li porti in un chiavetta USB.
5- Il prezzo che si paga per questa versatilità: avere sempre il suono di un ampli microfonato, e l'essere legati comunque ai profili che si sono realizzati o scaricati, che peraltro possono essere ampiamente modificati con i vari controlli. Ma la possibilità di microfonare il tuo ampli come piace a te, coi tuoi microfoni, magari con più casse contemporaneamente... non ha prezzo!
Detto questo, solo tu puoi valutare se vuoi passare a
questo digitale o no. Se ciò che ti trattiene è la paura che non suoni bene, è una paura infondata. C'è digitale e digitale, qui siamo al top. Se il profilo è fatto bene e suonato attraverso un sistema di amplificazione all'altezza, è pressoché impossibile distinguere dalla regia l'ampli originale dal profilo (se non per qualche difetto... dell'ampli originale!).
Il suono del Profiler tiene già conto di tutte le nuance di un suono microfonato. Usare un cassa per chitarra impone naturalmente un timbro molto specifico al suono (basta vedere una delle tante prove comparate di casse disponibili online). Usare in studio un Profiler attivo con cassa per chitarra mi sembra un vizietto sinceramente inutile, molto meglio la diretta e poi eventualmente vai di postproduzione.
Secondo me, la cassa per chitarra col Profiler è per quelli che "non vogliono mollare" psicologicamente, che hanno bisogno di sentirsi addosso quelle non linearità che hanno sentito per anni, quel suono che cambia appena ti sposti un po' di lato. L'idea che con un sistema a banda estesa non si senta "il vento che ti scuote i pantaloni", come dicono gli americani, è una baggianata! Certo è così con un piccolo nearfield da poche diecine di watt, ma prova a usare una RCF NX-12-SMA, o meglio ancora una Atomic Amp CLR... cambia la musica!
A mio parere, chi si lamenta dell'esperienza di utilizzo di una cassa lineare a banda estesa (che gli americani chiamano FRFR,
full range/flat rsponse) è perché non ha mai provato un buon modeler (o il Profiler) con un buon suono di base dentro un sistema davvero buono. L'idea (che molti chitarristi hanno) che tutte le FRFR suonino uguale è, sostanzialmente infondata: più trasparente e lineare la cassa che usi, meglio sentirai il suono originale del sistema profilato, fino a non riuscire a distinguerlo dal profilo.
Nota a margine: a mio parere, le Atomic Amp CLR sono a tutt'oggi di gran lunga la migliore soluzione FRFR in termini di Q/P, sia per un simulatore digitale sia per uno studio di registrazione come mid-field.
Ma torniamo alla questione del suonare a basso volume.
Macchine come il Profiler (o un buon modeler) sono fatte appositamente per suonare a bassi volumi simulando un ampli "tirato". Naturalmente qui c'è uno scoglio psicologico da superare, perché un volume sonoro altissimo in ambiente ti viene addosso in un altro modo, satura le orecchie, mentre un volume basso enfatizza la gamma media (vedi legge di Fletcher-Munson e annessi). Chiaro che non puoi aspettarti lo stesso impatto se il volume è basso. Ma il suono c'è, ed è fedele.
Il Profiler non ha migliaia di regolazioni: ne ha in effetti molto poche rispetto a macchine come un Eventide o un Fractal, e questo è uno dei suoi punti forti. Qualunque chitarrista che abbia usato un POD può usarlo da subito con soddisfazione, i suoi menu molto semplici e le manopole dedicate sul frontale rendono l'esperienza d'uso molto
amp-like.
Fin qui le mie risposte a chi mi scriveva.
Mi piace l'idea di chiudere con un gustoso aneddoto riportato da un utente italiano che vive in Germania.
Nota: è implicito nel testo che l'autore usasse un Profiler del modello "lunchbox").
Suonavamo in quartetto in una serata jazz/blues in un pub, un paio di settimane fa. Il posto era piccolo e tenevamo i volumi bassi, così avevo portato con me solo il mio vecchio, fido Marshall per tastiere (un ampli a stato solido da 50W dell'88) come spia personale.
Alla fine dello spettacolo un vecchio chitarrista mi raggiunge per congratularsi per il suono, e fa: "certo che non c'è niente che suoni bene come un buon vecchio ampli a valvole! A proposito, cos'è quel buffo coso sopra il Marshall?".