lo dico subito: sono di parte, adoro . Ho comprato il metodo perché sono un fan sfegatato del nostro; credo sia uno degli ambasciatori italiani del basso elettrico nel mondo.
Federico, oltre ad essere un musicista incredibile, è un eccellente comunicatore: ho fatto vedere i suoi video anche a non strumentisti e tutti gli hanno riconosciuto una indiscutibile carica di simpatia. Inoltre, sono convinto che sia necessario supportare iniziative editoriali “coraggiose”, soprattutto se riguardano un numero ristretto di appassionati; noi bassisti non siamo numerosi come i nostri colleghi chitarristi.
In poche parole, se qualche impavido si lancia in un’impresa del genere, il minimo che si possa fare è supportarlo con l’acquisto.
è davvero molto interessante, per i seguenti motivi:
• molto furba la scelta di approfondire un solo argomento, la scala maggiore. Purtroppo, spesso per superficialità, si tende a sottovalutare le basi, salvo riscoprimele molto tempo dopo. Quando, nel corso della propria carriera musicale, ci si “blocca”, non riuscendo a progredire, molto probabilmente, bisogna tornare alla basi. Statisticamente, la scala maggiore (i modi, triadi e quadriadi ad essa legati), rappresentano circa l’80% della musica che suoniamo, già solo questo mi sembra un ottimo motivo per soffermarsi su tale argomento;
• credo che Federico abbia fatto un lavoro incredibile, selezionando solo gli esercizi più efficaci per noi bassisti: ottimi quelli ispirati all’Hanon; questo è un metodo per piano e non sempre la funzionalità della mano sinistra di un pianista si sposa con il Nostro strumento. Per di più, abbiamo la tablatura e la diteggiatura consigliata, oltre agli esercizi inediti, ( i Riff, ad esempio);
• molto bella la parte teorica, essenziale e completa. Si è riusciti a condensare in poche pagine, concetti basilari, con tanto di esempi… non credo sia stato semplice;
• un plauso va agli aneddoti musicali del buon Malaman…da soli, credo valgano il prezzo del volume!
Ora studiare è sempre arduo, soprattutto in età adulta…le synapsi diventano pigre ed il tempo si rivela tiranno. Non so che effetto stia avendo sul mio playing questo libro, questa domanda andrebbe fatta ai miei compagni di palco. Di sicuro, però, posso dire che, come ogni metodo ben scritto, ti fa venir voglia di studiare e non solo di praticare.
"The Major Scale" ci sta regalando la possibilità di scoprire e fare amicizia con tanti pregevoli e appassionati bassisti che ci scrivono per dirci la loro su questo manuale.
Come nel caso di, siamo felici di pubblicare le recensioni più interssanti, iniziativa che ci offre anche la possibilità di presentare ai nostri lettori i rispettivi autori:
Angelo Cipollone è un bassista di decisa estrazione Jazz e Fusion anche se, in passato, confessa di aver ampiamente scorrazzato in ambito metal. Tra i suoi principali riferimenti stilistici oltre a Miles Davis e John Coltraneci tiene a citare J.S. Bach “Con le sue fughe, lo considero il precursore dell’improvvisazione”. Viceversa in ambito bassistico tra i suoi preferiti menziona Jaco Pastorius, Jeff Berlin, Victor Wooten, Alain Caron…Angelo è un fedele utilizzatore di amplificatori Mark Bass e predilige i bassi a cinque corde. Nel suo ampio arsenale di 8 bassi, ben quattro sono Yamaha Attitude. La lista di collaborazioni di Angelo è davvero lunga ma spicca il sodalizio di lunga data con il chitarrista Gianfranco Continenza, con il quale suona dal 1999, propondo solo musica fusion originale. “Assieme a Gianfranco, ho avuto modo di suonare in vari festival e manifestazioni, con diversi batteristi: Oreste Sbarra, Walter Martino, Massimo Manzi, Danny Manzo, Dante Melena.” |