Pete Townshend e la sua prima chitarra “da metallaro”
di redazione [user #116] - pubblicato il 07 gennaio 2024 ore 10:00
Dopo una vita da fanatico della Stratocaster, il chitarrista dei The Who ha imbracciato la sua prima super-Strat, ha scoperto il Floyd Rose e lo ha adorato.
Sul palco degli Who lo si è visto suonare, strapazzare (e sfasciare) decine di chitarre di ogni tipo. Tra le mani di Pete Townshend sono passati tutti i grandi classici, ma mai ci si sarebbe aspettato che alla soglia degli 80 anni avrebbe scoperto la passione per le chitarre “da velocisti”. Eppure, è quanto ha raccontato in una recente intervista per Guitarist.
Una vita tra Rickenbacker, Fender e Gibson, quella di Pete Townshend, fin quando qualcosa gli scatta e decide di acquistare una di quelle che lui definisce “chitarre da metal”, e se ne innamora.
La storia si ripete, dopo che anche Jack White ha messo da parte la sua passione per il vintage e le chitarre “strane” d’epoca in favore di una modernissima EVH. Per Pete, galeotta è stata una Jackson.
Nell’intervista, spiega: “Sono rimasto fedele alle Strat in stile Eric Clapton per tanto tempo, uso anche Les Paul e SG e le adoro, ma non mi lasciano abbastanza spazio e possibilità di cambiamento sul palco. Ho sempre pensato, ‘se compro una Charvel o una PRS o una di quelle nuove chitarre da jazz super-veloci, avrà un preciso suono e sarà tutta memoria muscolare’. Ma l’altro giorno mi sono detto ‘a quel paese, ne provo una!”.
Townshend non scende nei dettagli del modello scelto, ma dice di aver acquistato la sua prima Jackson pressoché a scatola chiusa: non conosceva granché il marchio, i suoi rapporti con Charvel e con Fender, ed è divertente leggere il suo approccio con una chitarra così diversa dal solito. Persino i meccanismi alla base delle super-Strat gli sembrano alieni, e racconta: “L’ho tirata fuori dalla scatola e ha delle corde sottilissime, bloccate da un lato e dall’altro, e le accordi con dei bottoncini. E la leva è straordinaria!”
L’esperienza di chi non ha mai messo le mani su un Floyd Rose pur avendo fatto ballare le folle per decenni può far sorridere, ma dice anche tanto sulle differenze tra animali da palco e fanatici dello strumento. Allo stesso modo, è illuminante notare come un musicista consumato come Townshend provi ancora stupore nel ritrovarsi uno strumento nuovo tra le mani, scoprire come non sia tutta sola “memoria muscolare” e come le sue mani rispondano effettivamente in modo diverso.
“Stavo suonando tre volte più veloce di quanto non suoni normalmente”, e Pete spiega come lo strumento lo stia portando verso nuovi lidi sonori ed espressivi, come la risposta differente agli stimoli a cui è abituato gli permetta coprire cose nuove: “sto ancora imparando e mi sto ancora divertendo con le chitarre”.
Non esistono foto che ritraggano Pete con il suo nuovo acquisto e - nel rispetto dell’estetica generale degli Who - è difficile pensare che lo strumento guadagnerà il palco. È comunque eccitante soffermarsi a immaginare come, a 78 anni e dopo una vita intera in musica, le chitarre riescano ancora ad ammaliare e stupire.