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Waxx ed Epiphone resuscitano la Nighthawk Studio
Waxx ed Epiphone resuscitano la Nighthawk Studio
di [user #116] - pubblicato il

La Nighthawk Studio torna in campo, con pickup ProBucker splittabili, tastiera in alloro e produzione Epiphone per la signature di Waxx.
Che sia a marchio Gibson o Epiphone, quando la Nighthawk fa capolino in catalogo è sempre una festa. Per il 2024, l’onore di riportarla in pista è affidato a Waxx, artista di punta nella scena rock francese e da tempo vicino all’universo Gibson ed Epiphone.

La single-cut a cassa piatta si distingue dai canoni della progettazione Gibson più convenzionale per la scelta di un diapason lungo, da 25,5 pollici, contro i 24,75 scelti per la stragrande maggioranza delle solid body in catalogo. Il mix con la struttura incollata e il calore del mogano risulta in un timbro altamente distintivo, che spicca per definizione delle note e timbri comunque profondi, particolarmente dolci e articolati che sanno spingersi in distorsioni incisive e presenti.

Per la riedizione a marchio Epiphone, la Waxx Nighthawk Studio sceglie l’intramontabile finitura Pelham Blue e fa la sua prima comparsa in un video ufficiale tra le mani del chitarrista che le presta il nome.



Gli ingredienti classici della Nighthawk originale sono tutti riproposti con fedeltà, nella riedizione Studio progettata con Waxx.
Il diapason lungo e il mogano scelto per body e manico non lasciano spazio a dubbi, e l’aggiunta di una tastiera in alloro rifinisce il tutto con una risposta bilanciata, un’estetica vicina a quella del palissandro con toni più luminosi e uniformi, su cui i dot spiccano con pulizia e buona visibilità.
Tutto intorno, un binding chiaro viene richiamato anche sui bordi del top, a sottolineare le curve essenziali eppure distintive del modello.
I tasti sono 22, di tipo Medium Jumbo e completati da un capotasto GraphTech per ottimizzare la stabilità dell’accordatura, garantita anche da un set di meccaniche Deluxe con chiavini color crema e un ponte hardtail con base a trapezio e corde passanti, per una trasmissione delle vibrazioni vigorosa e un approccio ottimale per chi ama i palm mute più vigorosi.

Waxx ed Epiphone resuscitano la Nighthawk Studio

Sul top, due Epiphone ProBucker sono montati su pickup ring color argento e a controllarli ci sono un selettore a tre posizioni, un volume master e un tono con push-pull per lo split di entrambi gli humbucker, garantendo una discreta versatilità sonora per muoversi dal blues all’hard rock con la garanzia di un timbro capace di fornire puliti caldi e reattivi quanto saturazioni consistenti e definite.

La collaborazione col musicista è evidenziata dal logo Waxx impresso sul retro della paletta e sul coperchio del truss rod, ma un coperchio di ricambio senza scritte è incluso con l’acquisto, per chi preferisce uno strumento dalle fattezze più “standard”.
Sono inoltre forniti a corredo degli adesivi personalizzati da Waxx in stile nativo-americano e una custodia rigida, per una riedizione rispettosa della tradizione, impreziosita dalla ricercata finitura Pelham Blue e resa più accessibile dalla costruzione orientale, pur assestandosi tra le fasce medio-alte del catalogo Epiphone.

Sul sito, la Waxx Nighthawk Studio è a questo link con descrizioni, scheda tecnica e foto in alta risoluzione.
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Link utili
Waxx Nighthawk Studio sul sito Epiphone
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di kija [user #64895]
commento del 19/01/2024 ore 20:00:38
Non posso dire nulla di questa riedizione ma, l'originale èra un'ottimo strumento , non troppo costoso e decisamente sottovalutato, per me.
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di ADayDrive [user #12502]
commento del 21/01/2024 ore 18:18:31
Era una Gibson orientata agli utenti Fender (manico a scala lunga, tre pick-up, body contour) e probabilmente non è riuscita a fare breccia in nessuno dei due target. Era comunque una chitarra versatile ed orientata al live (tanti suoni, peso umano) e l'ho vista al collo di vari professionisti, magari non famosi, ma veri working musician.
Rispondi
di kija [user #64895]
commento del 21/01/2024 ore 20:10:19
Già... comunque i suoni Gib c'erano, anzi, rispetto alle altre Gib dell'epoca erano anche più belli, per me. Nel senso che ai tempi la media dei suoni Gibson era troppo "slash oriented"... cicci, grossi e morbidi; molto più fedeli ai suoni p.a.f. originali quelli della Nighthawk, articolati e chiari anche se grossi...
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