Il 17 marzo è il 150° anniversario dell'unità di Italia, ed oggi il governo , non all'unanimità, peraltro (è bello avere ministri che ritengono non importante festeggiare 150 anni di unità nazionale), ha votato un decreto in cui si è stabilito che sarà festa. Il 17 è un giovedì, e sarà che sono un aspirante statale (e quindi corrotto, cazzone e ladro per definizione), ma già auspico un bel ponticello che passa sul venerdì scavallando sul sabato, il che implica un mega week-end.
Tra l'altro, avrei giustappunto bisogno di un paio di giorni per finire di costruire il Sansamp classic (che ha un circuito ultra-incasinato) e per sverniciare, riverniciare, e cambiare le meccaniche alla Westone.
Il fatto che in Italia la classe politica litighi anche sui giorni di festa è avvilente. Almeno pensavo che in queste giornate, passate sostanzialmente a grattarsi le palle sul divano, con di fianco il telecomando, una Dreher in lattina, due fettazze di salame da contadino (spessore "se non resta in piedi va bene") con pane biscottato, salvo poi uscire a sbronzarsi con gli amici, fossero un valore unificante. Come il Natale, di cui non frega una cippa a nessuno, ma che garantisce afflusso di ottimi ed abbondanti cibo e libagioni, nonchè la scusa di inanellare giorni di gozzoviglie e sbronze seriali, tanto poi per il pentimento e le diete ci sono i due successivi e depressivi mesi invernali.
Insomma, siamo così stronzi da litigare anche sullo svago? Non basta litigare su lavoro, giustizia, crisi economica etc.? Secondo me non lo siamo, anche se i nostri politici stanno cercando di convincerci del contrario.
Sapete che vi dico, fratelli del lombardo-veneto (credo una minoranza peraltro)? Innanzitutto che vi voglio bene, e poi che il sottoscritto il 17 ed il 18 sta a casa, che tanto, visto che lavoro 10 ore al giorno, non ho problemi di ore di lavoro mancanti all'appello, anche perché a noi precariacci non ce le conta nessuno. Voi andate pure nelle vostre fabbrichette o nei vostri negozi, mentre io, alla vostra salute, affonderò i miei denti in deliziosi spiedini di seppie o in costate di cavallo, con dovizia di adeguato vino, e poi rotolerò al bar a tracannare spritz col Cynar col Principe, Pelo e compagnia cantante, ringraziando il Signore che ha voluto l'Italia unita, un'occasione in più per godersi la vita e sentirsi, almeno una volta all'anno, orgogliosamente, cittadini italiani.