Ho letto questo articolo:
http://www.libero-news.it/news/720419/Sgarbi_ai_musei_di_Venezia__Galan_dice_no_Sulla_cultura_il_governo_perde_ancora.html
Aldilà del fatto che Sgarbi non lo farei direttore neanche dell'Ente Sagra Della Rana di Gambulaga, l'autore dell'articolo ripete il solito discorso della sudditanza psicologica, nei confronti della sinistra, degli ambienti culturali.
In realtà è vero che gli ambienti culturali sono succubi delle persone di sinistra, ma non a livello ideologico, bensì economico, essendo le persone di sinistra, in Italia, i massimi fruitori degli eventi culturali. Questo, sia ben chiaro, non lo dico io, ma le indagini di mercato: non so se sia per maggiore preparazione culturale, per maggiore apertura, per tradizione, o pure per tirarsela, magari, ma gli eventi culturali "alti", per così dire (su cosa sia da considerarsi "alto", poi, bisognerebbe sprecare un bel po' di inchiostro, ma di sicuro non in questa sede), vengono frequentati in larga maggioranza da elettori di sinistra.
Ciò detto, è chiaro che direttori di teatro, registi di film d'essai e direttori di museo non possono che riferirsi al loro pubblico, nel senso di coloro che pagano i biglietti.
Il problema, quindi, è vissuto in misura maggiore dagli intellettuali di destra, che vengono promossi in misura inferiori ai colleghi progressisti, in quanto meno capaci di produrre reddito, quando non costretti a diventare idoli di pubblico di opposta sensibilità.
Il caso più evidente è quello di Saviano. Saviano è un uomo di destra, checché se ne dica, e palesa, nei suoi scritti e nei suoi interventi, un'attitudine conservatrice. Il fatto che però sia uno strenuo difensore delle istituzioni (che urtano un po' le pulsioni totalitaristiche di Berlusconi e derivati), lo ha però fatto diventare un idolo della sinistra. In un paese normale, e non di tifosi, come l'Italia, Saviano sarebbe un emerito e stimabile rappresentante della destra, della sua storia e dei suoi valori, e sarebbe un piacere, per un sinistrorso come me, confrontarmi con le sue idee e le sue opinioni.
Alla fine, anche questa è un'ulteriore riprova che, in Italia, la classe politica più che altro starnazzi, essendo impotente nei confronti delle dinamiche economiche, che alla fine sono quelle che mandano avanti tutto, cultura compresa.