Il Looper Programmable 2.0 è realizzato in solido alluminio è curato nei minimi dettagli, partendo dalle serigrafie, passando per gli switch fino ai LED che contornano ogni pulsante, indicando con colorazioni diverse le varie funzioni. Otto loop, con possibilità di espansione a un massimo di dodici componibili fino a formare dieci bancate da otto preset l’una, per un totale quindi di ben ottanta patch.
Sul pannello posteriore troviamo tutte le connessioni del caso, molte a dire il vero. Oltre agli otto send e return e la connessione per il loop effetti dell’amplificatore, tre le porte MIDI per gestire macchine che comunicano attraverso questo protocollo. Ovviamente oltre input e output (stereo) l’ingresso per pedale d’espressione e l’uscita TAP tempo.
È già decisamente ricca vista così la dotazione di bordo, ma a questa si aggiungono le due uscite in grado di pilotare fino a quattro funzioni di un amplificatore, per esempio cambio canale, attivazione riverbero e boost.
Grazie alle comode istruzioni e alla semplicità di utilizzo, inserire all’interno della propria strumentazione il Looper Programmable 2.0 è davvero semplice. Senza difficoltà si riesce a far comunicare effetti e amplificatore. Collegati i numerosi cavi del setup basta accendere il looper per essere piacevolmente colpiti dai numerosissimi LED (tre per ogni switch) posizionati sul pannello frontale.
Qui la faccenda si fa molto più semplice e intuitiva rispetto al pannello posteriore.
Troviamo gli otto pulsanti che richiamano direttamente i loop o i preset e i cinque adibiti a bank up/down, TAP tempo, mode e store. Infine, quattro LED singoli indicheranno la funzione attivata dell’amplificatore mentre il grosso display a matrice di LED ci fornirà tutti i dettagli riguardanti la patch selezionata.
Com'è intuibile, ci vuole più tempo a descrivere le funzioni che a metterle in pratica, proprio perché questo looper è davvero ricco di features e non vogliamo lasciarcene sfuggire nemmeno una.
Di serie troviamo il buffer in ingresso, per fare in modo che il segnale della chitarra non perda nulla in termini di frequenze durante il suo percorso all’interno della catena. Ovviamente, in caso si utilizzino pedali già dotati di buffer, si potrà escludere quello on-board tramite interruttore.
Questo FX Case, nonostante l’aspetto super professionale, è comunque un prodotto quasi del tutto artigianale, quindi personalizzabile su richiesta. Al modello base infatti si potranno aggiungere la modalità Reverse e la Switchless. La prima permette di invertire la posizione di due o quattro loop, posizionando magari un compressore prima o dopo il wah o un chorus prima o dopo il send-return dell’amplificatore. La seconda funzione permette di cambiare patch senza il minimo rumore. Questo grazie ai relay con scambio metallico che viene aperto e chiuso eliminando i click avvertibili in genere con livelli di gain alti.
Come dicevamo sorprende, nonostante la grande quantità di funzioni, la facilità con cui si può utilizzare il Lopper Programmable 2.0. Grazie anche alle colorazioni diverse a seconda delle funzioni, in un attimo si potrà passare dalla modalità automatica a quella manuale. Con pochissime mosse si può creare da zero un nuovo preset e non si incontrano grossi problemi nemmeno nella gestione di amplificatori con switching a relay né con apparecchiature MIDI. Abbiamo impiegato meno di un pomeriggio per incastonare nella pedaliera e iniziare a usare questo comodissimo controller.
Il prezzo di partenza è sicuramente interessante, poco al di sopra dei 500€, una cifra che può trasformare una grossa pedaliera che costringe a frequenti tip tap in un setup davvero professionale. Un sistema quasi indispensabile per chi vuole comunque mantenere numerose stompbox all’interno del flightcase senza rinunciare alla comodità del digitale, a patto però di allargarne un po’ le dimensioni, anche se tutto sommato il Looper è abbastanza compatto.