di Salvog [user #26748] - pubblicato il 19 marzo 2013 ore 13:30
Dopo un rodaggio sulla strumentazione già in suo possesso, il novello chitarrista manouche può desiderare una chitarra disegnata appositamente per lui e per lo stile in cui intende addentrarsi. Qui entra in gioco la fine liuteria italiana.
Spinto dalla solita irrefrenabile curiosità di apprendere quante più sfaccettature il mondo della sei corde possa concedere alla nostra irrequieta smania di conoscere, ho finalmente deciso di avere un approccio più congruo con un genere che fino a poco tempo fa miravo incuriosito solamente da debita distanza: il manouche!
Ho cominciato a recepire informazioni sui suoi contorni, oramai le opportunità si sprecano, e ho finalmente ritenuto opportuno fare un passo concreto.Ho cominciato a strimpellare il genere mediante ciò che attualmente dispongo in tema di chitarre, in seguito ho osservato più da vicino i primi strumenti dedicati.
Devo dire che il mercato offre abbastanza e anche in riferimento a tutte le tasche. Ho appurato però che i prodotti complessivamente validi da essere considerati efficaci al fine di ottenere un suono manouche reale e non uno stridulo e sferragliare detengono un costo importante. Inoltre il cerchio si restringe a ciò che può essere importato, ahimè, dalla vicina Francia. Ma...!
Grazie ad Accordo e a un post dell’arcinoto Paolo Pilo, ho fatto la conoscenza di un simpatico personaggio oltre che di un grande liutaio: Luigi Bariselli.
Persona squisitissima che con garbo e pazienza mi ha dato le prime dirette, veritiere ed erudite informazioni riguardanti il mondo delle sei corde manouche. Rendendomi effettivamente conto di avere a che fare con un vero professionista del panorama artigianale italiano, ho commissionato la mia sospirata chitarra manouche. Dopo alcuni mesi e diversi contatti al fine di ottimizzare la scelta, mi viene recapitato lo strumento.
La mia prima positiva impressione riguarda la solidità dello stesso cosicché ho considerato le differenze con i cinesi di fascia media, strumenti meno costosi sì, ma troppo leggeri, fragili e sordi.
Questa chitarra Manouche Petit bouche è una copia estremamente fedele della vecchia Selmer post Maccaferri di cui infatti, oltre che il generoso manicone in splendido noce a forma di C, ripropone anche una piega della tavola ben accentuata all’altezza del ponte. C’è da dire che l’originale Selmer/Maccaferri si riferisce esclusivamente al modello Grand Bouche.
La nostra bionda amichetta baffuta ha in dotazione un pickup Schatten posto sotto la tavola armonica in prossimità del ponte, vi invito a visitare il sito web della casa costruttrice canadese per conoscerne a fondo i particolari.
L’attacca corde in metallo, a dispetto di altre chitarre da me provate, è spesso, solido e griffato. Le stupende essenze dei legni sono un colpo d’occhio, mi confermano ampiamente l’ottima scelta, ma questo è un aspetto soggettivo. In realtà è veramente notevole la cura dei particolari e le rifiniture, il che significa e denota, da parte dell’autore, serietà professionale, amore e attaccamento al proprio lavoro fuori dal comune.
Diciamo subito che il marcato suono delle frequenze medie tradisce e propone meticolosamente la sua vera identità. È una sua peculiare caratteristica. Pettinando a dovere le corde si acquista corpo, rotondità e timbro flautato, mentre un accattivante riverbero naturale arricchisce il prodotto in termini di suono. Ritengo sia una condizione vantaggiosa, per quanto sia possibile, che ciascuno si prospetti l’opportunità di farsi costruire lo strumento con specifiche proprie, le quali siano aderenti alle proprie caratteristiche fisiche. La chitarra ha un atteggiamento esteriore piuttosto datato, action non proprio bassa, manico per niente agile, direi che non ha l’aria di uno strumento che si lascia suonare facilmente proprio per il suo aspetto retrò ma, udite un po', è proprio questo particolare che affascina e attira maggiormente, come fosse una sfida.
Materiali utilizzati
- Fondo e fasce: acero canadese occhiolinato e stratificato.
- Tavola armonica: abete massello
- Manico: noce nazionale
- Tastiera: ebano
- Ponte: ebano
- Pickup: Schatten HFN-S2 passivo
- Meccanche: T. Rubner
Nota della Redazione: Accordo è un luogo che dà spazio alle idee di tutti, ma questo non implica la condivisione di ciò che viene scritto. Mettere a disposizione dei musicisti lo spazio per esprimersi può generare un confronto virtuoso di idee ed esperienza diverse, dando a tutti l'occasione per valutare meglio i temi trattati e costruirsi un'opinione autonoma.