A volte la rabbia può essere il motore di accadimenti positivi, tipo nel caso che illustrerò a breve, dove la perenne incazzatura per il fatto che la mia Stratocaster non suonasse come avrebbe dovuto mi ha portato a esplorare un filino più in profondità il misterioso mondo della chitarra elettrica, con implicazioni positive.
Con la mia Stratocaster American Standard degli anni '90 litigo ormai da vent'anni perché non mi ha mai soddisfatto appieno. Onestamente, non fosse il regalo di mio padre per la maturità, l'avrei venduta in almeno cinque o sei momenti della mia vita. Tra l'altro, la cosa che mi fa più alterare è che tutti i problemi derivano non da incuria costruttiva (la liuteria è di ottimo livello) ma principalmente dalla, presumo, scarsa stagionatura del legno (per essere una chitarra in ontano è veramente troppo pesante) e da scelte progettuali sbagliate, tra le quali lo scasso per pickup ed elettronica a "vasca da bagno", il ponte a due pivot e le oscene sellette in metallo estruso. Tutte queste cose, e magari altre assieme ai mediocri trasduttori, hanno sempre fatto sì che alla mia Stratocaster mancasse di quel mordente che mi aspetto da una chitarra di quel tipo. Per cui, dopo averle trovato i pickup giusti, ho deciso di cambiare le sellette, provando le GraphTech in TUSQ che, da quanto riportato sul sito e su vari forum, avrebbero dovuto aumentare considerevolmente le armoniche, il sustain e la resistenza alla rottura delle corde.
Per quanto riguarda quest'ultima cosa, devo dire che non mi interessava minimamente, perché avendo la mano leggera le corde di solito le cambio quando cominciano a suonare spente, quasi sempre prima che si rompano.
Per quanto riguarda il secondo punto, non saprei dire con precisione. Se qualcosa è cambiato non è molto avvertibile. L’altro ragazzo che suona con me, che le ha piazzate sul suo Les Paul Epiphone, au contraire sostiene che abbiano contribuito ad aumentare notevolmente il sustain. Dal punto di vista del suono, posso tranquillamente affermare che le GraphTech abbiano fatto quanto promesso: il suono è decisamente più brillante, ci sono parecchie armoniche in più e l'attacco è più cattivo.
Questa esperienza così positiva mi ha indotto anche a eseguire lo stesso upgrade su un'altra chitarra, un pezzo di legna da ardere che però, causa ergonomia e manico perfetto per la mia mano e il mio stile, ultimamente uso tantissimo, tanto che l’ho già dotata di due signori pickup che valgono da soli più di tutto lo strumento. .
Cerco sul solito sito di scambi delle sellette di qualità e, cercando delle Callaham, le trovo usate per un buon prezzo da un ragazzo che vende anche una serie di GraphTech String Saver Original, pure quelle usate e per un prezzo altrettanto buono. Visto che le spese di spedizione sono le stesse, prendo tutte e due le serie.
Le String Saver promettono di dare una brillantezza non eccessiva, ma di rinforzare il resto dello spettro. Decido di piazzarle sulla Stagg, che è una chitarra che risuona veramente poco, vuoi per l'infima liuteria, vuoi per l’hardware ultra-economico.
Il cambiamento è commovente: da un'asse da bucato che produceva solo acuti striduli, adesso fanno capolino pure medie e (attenzione lor signori) un po' di bassi. Senza contare che il volume a chitarra spenta è aumentato di brutto. Per quanto riguarda sustain e aumento della durata delle corde, valgono le considerazioni formulate per le cugine GraphTech in TUSQ ma, sinceramente, un miracolo alla volta basta e avanza.
Quanto alle Callaham, ho deciso di metterle sulla Westone Concorde II: a differenza della Stagg, è un signor strumento (è dell'era d'oro Matsumoku) e suonava già bene prima, specialmente dopo l’upgrade dei pickup. In sintesi, forma di body e paletta a parte è una Strato '62: le si addicevano le sellette stile vintage.
In questo caso, la modifica sull'hardware incide a livello di sfumatura, nel senso che l’impatto sonoro non è evidente come negli altri due casi, ma consiste essenzialmente in una variazione leggera del timbro in direzione vintage Strat tone. Nello specifico, uso questa chitarra settimanalmente con un Fender Hot Rod Deluxe, coppia da cui scaturisce un timbro Texas blues che adoro. Anche con la mia testata Ibanez TSA15H il suono è "quello", pieno, cattivo, con i bassi quasi pianistici e l'attacco killer come piace a me.
In sintesi, consiglio l’upgrade delle sellette a tutti. Oltre per i giovamenti che può dare, anche per la relativa economicità e l'assoluta reversibilità.
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