di redazione [user #116] - pubblicato il 19 dicembre 2018 ore 11:00
Al via un ciclo di lezioni dedicate alla chitarra heavy metal. Pensate soprattutto per i principianti o per chi - magari già esperto - non si è mai misurato con questo genere, queste lezioni si concentreranno soprattutto sull'aspetto ritmico: si affronteranno scale e sonorità tipiche del genere, triadi, arpeggi e possibilità di armonizzazione.
Conosciamo, l'insegnante, Giulia Coletti.
Una buona maniera per conoscere un nuovo insegnante di chitarra è chiedergli chi sono i suoi chitarristi di riferimento. Dicci i tuoi…
Di sicuro Paul Gilbert, Dimebag Darrel dei Pantera e Jeff Waters degli Annilator
Dimebag Darrel resta "il chitarrista" dei chitarristi metal...
Darrel aveva uno stile unico con un’impronta, un approccio alla plettrata meraviglioso, anche invasivo se vuoi, visto che il suono, l’attacco era così irruento, sfacciato. Ma tutto il lavoro della sua mano destra era fenomenale, nella pronuncia solistica e soprattutto nell’incisività e articolazione ritmica dove resta un riferimento per certi versi ancora ineguagliato.
Jeff Waters, invece, forse è un chitarrista un po’ sottovalutato...
Sì! E invece è un musicista molto completo capace di fondere una matrice chitarristica molto tradizionale, alla AC/DC per intenderci, con inserti modernissimi di speed metal. L’ho sempre trovato estremamente stimolante.
Di Paul Gilbert, immagino, tu sia legata al periodo più metal, quello neoclassico dei Racer X...
Sì, ma non solo. Gilbert è riuscito a dare visibilità e lustro al suo fraseggio, anche quello più tecnico, in ogni sua fase e avventura musicale anche quelle che sulla carta sembravano meno propense a ospitare virtuosismi e shred. Se penso al neo classico, però, i miei preferiti restano i Cacophony. Adoro Marty Friedman…
Cosa ti piace?
Il neo classico è una corrente musicale nella quale il metal ha attinto a piene mani dalla musica di compositori come Bach, Paganini, Vivaldi per creare un fraseggio solistico molto tecnico che si serviva di elementi legati più alla musica classica che al rock blues: e quindi scale minori armoniche, triadi, arpeggi diminuiti. Friedman riusciva comunque a inserire in questo contesto degli elementi personali, sonorità esotiche, inquietanti. E poi ha un bending eccezionale, emozionante…
Cosa rende così unico il bending di Friedman?
L’espressività: il modo in cui tira le note ti attacca letteralmente al cuore. Tirandole le trascina dentro e fuori dalla tonalità creando quel suono melodrammatico, intensissimo…
Parliamo ancora degli elementi che il metal neoclassico ha portato nel solismo chitarristico…
L’inserimento e utilizzo di un certo tipo di scale e l’utilizzo intenso di sequenze di triadi, l’articolazione di arpeggi su più ottave ha reso necessario un ampliamento dei mezzi tecnici espressivi a disposizione del tradizionale chitarrismo rock blues. La tecnica chitarristica tradizionale non supportava l’esecuzione di materiale così complesso e lontano dai cliché rock, blues, tutti pentatonici. Nelle lezioni che affronteremo cercherò proprio di fornire i primi elementi per gestire queste nuove sonorità.
Su cosa ti sei concentrata in particolare?
Vari aspetti. Primo tra tutti il suono, quello delle scale minori, del modo frigio: scale e sonorità caratteristiche di questo genere. Poi l’approccio ritmico, l’utilizzo delle triadi, la possibilità di armonizzare. E quindi, necessariamente, un approccio basico allo sweep picking.
A chi ti sei rivolta?
Soprattutto ai principianti o a chi, già in possesso di un chitarrismo solido, non ha ancora mai sperimentato ed esplorato sonorità e soluzioni vicine al metal. Fermo restando che, proprio perchè di natura abbordabile, gli studi che proporrò credo che, a prescindere dal genere suonato, risulteranno utili per i meno esperti che devono assimilare, per esempio, il modo frigio, la triadi e i rimi approcci alle armonizzazioni...
Ultimamente in ambito rock e metal si ascoltano ottime chitarriste…
Una delle mie preferite, da sempre, è Jennifer Batten che da trent’anni è un riferimento in questa scena. È una vera icona. Venendo al presente, una delle mie preferite è Nili Brosh; anzi, mi esalta l’idea di condividere questo spazio didattico su Accordo con lei, dal momento che è una delle columnist che leggo e seguo sempre.
In questi video imbracci una Jackson. Chi è nel metal il chitarrista che associ di più a questa chitarra?
L’ho nominato prima: Marty Friedman! Il binomio Friedman Jackson ai tempi dei Megadeth era semplicemente perfetto. Davvero suggestivo!