Ecco. Il 7 e 8 luglio di quest'anno David Gilmour - residuo della storica band - tornerà a suonare a Pompei con tanto di rinnovata benedizione delle istituzioni, a partire dal ministro dei Beni Culturali Franceschini: "
Quarantacinque anni dopo il leggendario Live At Pompeii, David Gilmour torna a suonare in uno scenario di fascino e bellezza unico al mondo. Con lui il mito dei Pink Floyd rivive a Pompei. Sarà un concerto imperdibile".
Per dovere di cronaca va citata anche la dichiarazione di Massimo Osanna, sovrintendente di Pompei: "Il ritorno di Gilmour a Pompei è un evento straordinario che la Sovrintendenza e il Ministero hanno fortemente voluto. Pompei, mai come ora nel pieno della sua rinascita, è pronta ad accogliere questo grande artista che con la sua band ha segnato la storia della musica di questo secolo e allo stesso tempo ha lasciato il suo segno profondo nel sito di Pompei con il memorabile concerto a porte chiuse del 1971. Ancora una volta l’anfiteatro farà da scena privilegiata a questo concerto e siamo sicuri che come allora si riproporrà la stessa magica atmosfera e la stessa grande emozione che solo la combinazione unica di un luogo sospeso nel tempo come Pompei e di una grande musica possono riuscire a creare. È davvero un’occasione straordinaria che ricalca dal passato e traccia nel presente un capitolo di storia, musicale, nella storia".
Tutto bene? Quasi. Il tema che ha indotto questa chiacchierata è il biglietto, che prevede una burocrazia da Stasi per l'acquisto, con obbligo di riconoscimento e limite di due biglietti acquistabili (ma le famose "famiglie tradizionali" con uno o due figli come fanno?). Ma ancora più assurdo è prezzo: aggiungendo i "diritti" (un vergognoso balzello che nulla ha a che vedere col "diritto") di prevendita il costo del biglietto è di 345 euro. Una somma assurda, che esclude e insulta la gran parte dei giovani onesti di un territorio, il nostro Meridione, in cui racimolare 345 euro ogni 27 del mese è più un miraggio che una speranza. Una miseria civica: l'evento è ampiamente sostenuto dall'Istituzione che si fa complice di una iniziativa discriminatoria e pure un po' cafona.
Poi si lamentano se i giovani di quelle terre si affezionano al neomelodico, con quello che gli gira intorno.