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David Gilmour a Pompei e il neomelodico
David Gilmour a Pompei e il neomelodico
di [user #3] - pubblicato il

Un carrozzone carico di retorica, con una vecchia gloria un po' imbolsita a scimmiottare un momento irripetibile di quasi mezzo secolo fa. David Gilmour torna a Pompei a luglio, per un evento il cui peso mediatico sarà ben più significativo del valore artistico, a un costo che insulta il nostro Sud e più in generale il nostro Paese in un momento difficile particolarmente grave per i giovani.
Si può dire che i Pink Floyd siano tra i più grandi artisti dell'epoca moderna e che alcuni loro album siano capolavori? Probabilmente sì, anche se qualcuno magari preferisce altri stili e altri artisti. Ma la loro opera - in particolare quella prodotta negli undici della formazione "storica", dopo l'uscita del "crazy diamond" Syd Barret, con David Gilmour, Roger Waters e Rick Wright (1968-1979) - è un riferimento assoluto del genere, con album storici quali Atom Hearth Mother, The Dark Side Of The Moon e The Wall, canto del cigno del trio nel 1979.
È proprio in quegli anni di straordinaria creatività che il regista Adrian Maben propone al gruppo di partecipare a un'opera all'epoca innovativa: un film-documentario-concerto ambientato a Pompei. L'iniziativa faraonica, benedetta dalla Sovrintendenza, va registrata totalmente live e richiede il trasporto in Italia del setup completo dei Pink Floyd e di un intero studio a 24 tracce. Oggi basterebbe un iPad o poco più, ma all'epoca il mostro tecnologico era tale da costringere i tecnici a tirare un cavo dal municipio per avere i Watt necessari.
Il documentario - girato a Pompei e successivamente integrato con immagini di repertorio e altri spezzoni ripresi a Parigi e Londra - arriva nei cinema a fine 1973. Rimasterizzato e arricchito con contenuti speciali, è rilanciato trent'anni dopo come "Director's cut DVD".

David Gilmour a Pompei e il neomelodico

Ecco. Il 7 e 8 luglio di quest'anno David Gilmour - residuo della storica band - tornerà a suonare a Pompei con tanto di rinnovata benedizione delle istituzioni, a partire dal ministro dei Beni Culturali Franceschini: "Quarantacinque anni dopo il leggendario Live At Pompeii, David Gilmour torna a suonare in uno scenario di fascino e bellezza unico al mondo. Con lui il mito dei Pink Floyd rivive a Pompei. Sarà un concerto imperdibile".
Per dovere di cronaca va citata anche la dichiarazione di Massimo Osanna, sovrintendente di Pompei: "Il ritorno di Gilmour a Pompei è un evento straordinario che la Sovrintendenza e il Ministero hanno fortemente voluto. Pompei, mai come ora nel pieno della sua rinascita, è pronta ad accogliere questo grande artista che con la sua band ha segnato la storia della musica di questo secolo e allo stesso tempo ha lasciato il suo segno  profondo nel sito di Pompei con il  memorabile concerto a porte chiuse del 1971. Ancora una volta l’anfiteatro farà da scena privilegiata a  questo concerto e siamo sicuri che come allora si riproporrà la stessa magica atmosfera e la stessa grande emozione che solo la combinazione unica di un luogo sospeso nel tempo come Pompei e di una grande musica  possono riuscire a creare. È davvero un’occasione straordinaria che ricalca dal passato e traccia nel presente un capitolo di storia, musicale, nella storia".

David Gilmour a Pompei e il neomelodico

Tutto bene? Quasi. Il tema che ha indotto questa chiacchierata è il biglietto, che prevede una burocrazia da Stasi per l'acquisto, con obbligo di riconoscimento e limite di due biglietti acquistabili (ma le famose "famiglie tradizionali" con uno o due figli come fanno?). Ma ancora più assurdo è prezzo: aggiungendo i "diritti" (un vergognoso balzello che nulla ha a che vedere col "diritto") di prevendita il costo del biglietto è di 345 euro. Una somma assurda, che esclude e insulta la gran parte dei giovani onesti di un territorio, il nostro Meridione, in cui racimolare 345 euro ogni 27 del mese è più un miraggio che una speranza. Una miseria civica: l'evento è ampiamente sostenuto dall'Istituzione che si fa complice di una iniziativa discriminatoria e pure un po' cafona.

Poi si lamentano se i giovani di quelle terre si affezionano al neomelodico, con quello che gli gira intorno.
concerti david gilmour
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