di redazione [user #116] - pubblicato il 31 marzo 2021 ore 12:00
Abbiamo provato in studio con Michele Quaini il Light Pedal, uno dei pedali più innovativi che ci sia passato sotto i piedi negli ultimi anni. Uno spring reverb che porta il concetto di riverbero a molla in una nuova dimensione. Michele l'ha piazzato nel suo rig e l'ha suonato in un brano composto per l'occasione.
Del Light Pedal abbiamo già fatto una analisi completa in questo articolo per chi volesse approfondire gli aspetti tecnici nascosti dentro lo chassis di questo riverbero. La particolare tecnolofia applicata alla molla permette di avere oltre a un look totale, anche una risposta timbrica unica. Ecco le impressioni di Michele Quaini che ha avuto modo di giocare con il Light Pedal per diverso tempo durante la realizzazione del video assieme a Marcello Borsano alla batteria e Nicola Bruno al Basso.
"Questo pedale e’ veramente pazzesco. Ci vuole qualche mezzora per padroneggiarlo in maniera corretta e approfondita, ma posso garantirvi che ne vale la pena. Ha una quantità di feature uniche e imprevedibili. I sensori ottici che analizzano il comportamento delle molle offrono delle sonorità mai udite prima, sopratutto se pensiamo che questo è un pedale analogico. Il Gate knob ha la doppia funziona di gateare il suono (quindi ridurne la coda e accorciarne il decay) o di ducker, ovvero mentre si suona non si sente nessun effetto ma si può decidere come e quando far rientare il suono reverberato quando si smette o si riduce sensibilmente il segnale in ingresso al pedale (accordi lunghi o pennate morbidissime).
I diversi algoritmi on board danno la possibilità di spaziare dai classici effetti di reverbero a molla a tremoli piu o meno definiti. Si possono generare echi profondi o semplici slap back ma anche sonorità ricche di overtones e armonici imprevebili.
Attraverso una sottofunzione è anche possibile scegliere il frammento di molla da far analizzare ai sensori ottici e questo offre toni, armoniche e decadimenti tutti da scoprire.
Ho preferito comporre un brano appositamente ispirato dai suoni che riuscivo a creare piuttosto che fare una demo lunga e tortuosa spiegando nel dettaglio ogni singola funziona (anche perché il buon Alessandro Tuvo ne ha pubblicata una molto esaustiva pochi giorni fa)
Qui sotto, a fine articolo son presenti anche alcune chitarre da ascoltare in solo in modo da sentir davvero nel dettaglio alcune caratteristiche, code e stranezze sonore uniche di questo pedale.
Non lo consiglierei per un uso live (anche se hanno ideato un sistema antishock per la molla davvero funzionale) ma solo perche’ sarebbe molto limitato potendo agire solo analogicamente sui controlli, ma in studio credo sia davvero una potente arma per la creatività e la ricerca sonora. Sono sicuro che diventerà un must have in poco tempo e Gamechanger si conferma un’azienda all’avanguardia sotto ogni punto di vista. La loro ricerca non si ferma mai e questo pedale ne e’ la prova tangibile. Buona spring a tutti"