"Teeth of the Hydra", Steve Vai doma un mostro a tre teste
di redazione [user #116] - pubblicato il 01 aprile 2022 ore 16:00
Steve Vai è uno a cui, da sempre, piace stupire. Saranno i trascorsi con Frank Zappa e David Lee Roth, ma al grande chitarrista italoamericano è sempre stato chiaro che la capacità di stregare il pubblico con performance bizzarre e sopra le righe non era meno importante che proporre la musica folle e bellissima che ha sempre confezionato.
Oggi Steve Vai presenta uno strumento mostruoso, Hydra, un'Ibanez a tre manici che lui suona contemporaneamente in un brano esoterico e affascinante.
Il video di "Teeth of the Hydra" è stato pubblicato oggi ed il pezzo è contenuto nell'ultimo album di Steve Vai, INVIOLATE (uscito per Mascot Label Group) che abbiamo recentemente recensito.
Così Steve Vai ha descritto la genesi di questa chitarra incredibile e del brano con lei composto ed eseguito.
“L'idea di questa chitarra e della canzone che avrei potuto farci mi è venuta circa sette anni fa. Ho immaginato di comporre ed eseguire un brano musicale su uno strumento a più manici; fatta eccezione di basso e tastiere, avrei dovuto suonare tutto io, ritmica, basso e melodia, simultaneamente, da quell’unico strumento!
E’ bastato confessare ad Ibanez questa idea perché i loro costruttori creassero questa stupefacente creatura di legno. Sono rimasto sbalordito, è stato incredibile! Quando l'ho visto per la prima volta, l'ho chiamato Hydra che, nella mitologia greca è una creatura simile a un drago a varie teste. E per ogni testa che gli viene mozzata, glie ne crescono due.
Ho quindi deciso di scrivere un brano musicale che utilizzasse tutte le caratteristiche dei tre strumenti che Hydra racchiudeva. Volevo che fosse una composizione divertente, con una melodia sensuale, capace di aprirsi su sezioni più heavy ed escursioni dinamiche estreme. Quando finalmente mi sono seduto con l'Hydra, ho iniziato a pensare di scrivere questo pezzo.
Prima di ogni altra cosa ho iniziato ad immaginare come avrei dovuto muovermi su questo strumento e, sinceramente, mi è sembrato impossibile sarei riuscito a ottenere una certa fluidità.
Ma non ho desistito e molto, molto lentamente ho iniziato a gestire i tre manici in modo molto naturale. Le cose che possono sembrare impossibili non sembrano così impossibili una volta che inizi a farle. Ogni nuova scoperta che facevo, ogni idea che realizzavo su questo strumento incredibile era una gioiosa vittoria, anche se si trattava magari di una sola battuta musicale!
La visione interiore che avevo, l’idea di quello che avrei potuto farci è stata la guida nel farmi migliorare sulla Hydra, e il processo di apprendimento, scrittura, esecuzione è diventato sempre più avvincente! Mi sono immerso negli splendori dell'Hyra! È stata un'esperienza meditativa e il giorno in cui tutto il brano ha preso vita, l'esecuzione della canzone stava in piedi, è stato stupefacente: ecco, quell’esibizione che avevo immaginato ora era concreta e avveniva senza sforzo, naturalmente: pura libertà di espressione che mi faceva sentire come se volassi.”