Tom Morello merita un posto nell'Olimpo della chitarra rock perchè ha coniugato due talenti che - tante volte - paiono difficilmente conciliabili a livello artistico: quello della creatività e della sperimentazione con quello delle capacità tecniche. La volontà di mettere queste doti al servizio della musica è stato l'ingrediente decisivo per rendere possibile questa ricetta. Tom Morello si forma musicalmente negli anni ’80. E come tutti i chitarristi di quella generazione subisce il fascino dei virtuosi a loro volta influenzati dalla rivoluzione scatenata da Eddie Van Halen: è un ragazzino nerd che suona ore e ore al giorno per imparare gli assolo e le tecniche più moderne. Quelle che, allora, folgoravano nei dischi di Vai, Satriani, Malmsteen o che si potevano iniziare a studiare dalle VHS didattiche di Paul Gilbert…ma al contempo è un ragazzo colto, impegnato politicamente e militante, il cui più grande eroe musicale è Joe Strummer dei Clash.
Così, per Morello è chiaro che i super poteri che ha acquisito con tanto esercizio sulla chitarra dovranno essere spesi - non per mostrare i muscoli e fare acrobazie - ma per fare musica di spessore, musica che trasmetta un messaggio.
Animato da una voglia di sperimentare e da un’intelligenza musicale sopra la media, Morello frulla il suo chitarrismo rock nei ritmi, suoni, portamenti che arrivano dall’hip hop, dal rap; tanto da ricreare sulla chitarra elettrica il suono dello scratch, riproducendo i virtuosismi che i Dj di allora facevano sui vinili. Infatti, oltre che al punk dei Clash, Morello scomoda come influenze icone dell’Hip Hop come RUM DC e Public Enemy. Loro restano le sue principali bussole stilistiche! Così quando i Rage Against The Machine irrompono sulla scena, all'inizio degli anni '90, sono i portavoce più significativi di una corrente che nel rock, anche in quello più duro e vicino al metal, insegue la contaminazione con il funk, il rap, la black music in generale...mettendo in bella copia quello che band come Living Colour, Extreme o Faith No More avevano iniziato. L’impatto della chitarra ritmica di Morello è destabilizzante sulla scena rock: i legami con la tradizione rock blues sono ridotti all'essenziale; sono azzerati svolazzamenti pentatonici e orpelli vanitosi da solista a favore di un piglio monolitico sui riff, quadrato e incazzato. In questo, gli anni da metallaro hanno lasciato il segno: il controllo ritmico, la precisione esecutiva, la cura del suono tradiscono una tecnica perfetta! Aspetto affascinante è che nonostante le sonorità pazzesche che escono dalla chitarra e dall’amplificatore, gli effetti che Morello utilizza sono davvero pochi. I suoni incredibili che produce fioriscono proprio dall' approccio creativo e matto con cui strapazza, graffia e suona la sua chitarra.
“Il mio modo di suonare la chitarra è un prodotto della mia determinazione ad esplorare, piuttosto che una sorta di grande sfoggio della tecnica. Un sacco di rumori che faccio con la chitarra li può fare molto facilmente chiunque. Ma bisogna arrivare a pensarli.”
C'è un aneddoto bellissimo e romantico che lega Joe Strummer dei Clash a Tom Morello. Racconta il chitarrista dei RATM.
“Ero un chitarrista alle prime armi e il rock mi sembrava un mondo irraggiungibile. Perchè, nei grandi gruppi hard rock e progressive degli anni '70, sembrava che per essere un vero chitarrista rock, uno dovesse per forza avere montagne di amplificatori alle sue spalle; una Gibson Les Paul vintage da 10.00o dollari e - magari - vivere in un castello di proprietà su un lago scozzese! Beh, io non avevo niente di tutto questo: anzi, mi sentivo uno sfigato, visto che possedevo unicamente un piccolo amplificatore Music Man. Un combo che durante le prove nel seminterrato di mia madre, tenevo su una sedia. Fino a quando sono andato a vedere i Clash, dal vivo a Chicago. E c'era Joe Strummer, il mio vero eroe rock, che aveva esattamente il mio stesso amplificatore Music Man; e anche lui, sul palco, lo teneva sulla sedia."
Per questo Joe Strummer e Tom Morello restano la faccia dell’approccio propositivo e positivo del punk: quello per cui fare musica è l'urgenza di comunicare. Non contano i mezzi che ha a disposizione: la cosa più importante è mettere in musica le cose che hai bisogno di dire."