Tutto è cominciato con le Fender della serie Pawn Shop, introdotte con lo slogan “chitarre che avrebbero dovuto, ma non sono mai esistite”. Poi sono arrivate le sperimentazioni delle Parallel Universe e ancora le Alternate Reality. Infine Squier si è unita al coro con la , portando definitivamente i design più originali di casa a prezzi quanto mai accessibili.
Con la serie Paranormal, Squier gioca a miscelare gli elementi tipici dei suoi modelli più distintivi per creare delle bestie inedite, con forme da Telecaster ed elettroniche da Strat o viceversa, tirando in ballo shape offset o resuscitando progetti sopiti da tempo.
È proprio questo il caso della Strat-O-Sonic, stratoide nata negli anni 2000 con l’idea di ammiccare al mondo delle solid body in mogano e dei ponti wrap-around, messa poi da parte come spesso accade con le serie limitate più lontane dai soliti schemi.
La torna in salsa Paranormal con il timbro rotondo e medioso di un body in okume miscelato all’approccio più classico di un manico in acero con tastiera in alloro, profilo a C e 22 fret di tipo narrow tall.
Il ponte fisso di tipo wrap-around è in un solo pezzo, con sellette compensate non regolabili al fine di offrire un timbro altamente caratteristico, consistente e d’impianto vintage, come retrò è la voce promessa dai due single coil Soapbar appositamente progettati da Fender con magneti Alnico. Volume e tono master collaborano con un selettore a tre posizioni per le combinazioni solite, mentre un push-pull nascosto sotto il potenziometro del volume dà accesso alle possibilità di impostare i pickup in serie e parallelo, oppure di invertirne la fase quando si è in posizione centrale.
In catalogo c’è spazio anche per progetti che affondano le radici nella storia più antica. La è la quintessenza della semplicità in casa Fender. Di base è una Telecaster con un solo pickup, dritta al punto, ma con la curiosità di un selettore a più posizioni in grado di regalare una versatilità niente male a quell’unico trasduttore.
Per la Paranormal Series, Squier miscela l’idea della Esquire con la versione di Telecaster forse più ai suoi antipodi: la Deluxe.
Così la single-cut riceve il grosso battipenna tipico degli anni ’70 e un humbucker Wide Range di progettazione Fender in luogo del classico single coil.
Il ponte è a sei sellette, classico hardtail, e sul battipenna siedono due manopole per volume e tono. Sulla spalla superiore, un selettore rotativo a tre posizioni permette di impostare il pickup come humbucker, splittarlo a single coil o usarne la piena potenza dritta verso l’output escludendo dal circuito i due potenziometri.
Uno dei circuiti più curiosi del mondo Telecaster è il cosiddetto Nashville, che vede un single coil da Stratocaster inserito in mezzo, a donare maggiore espressività alla configurazione Telecaster. Stavolta va oltre e si abbina allo shape Stratocaster, conservando i bordi tagliati di netto della Telecaster così come plastiche e l’hardware.
Il body è in pioppo e il manico è tipico della Strat, in acero e alloro con profilo a C e 21 fret Narrow Tall. A cambiare nel profondo è invece la dimensione sonora, con un ponte stile Telecaster a tre sellette su cui siede anche un single coil inclinato. Questo è in Alnico, disegnato da Fender come anche gli altri due pickup, e il tutto è comandato da un selettore a cinque posizioni, un volume, un tono più un push-pull sul volume per azionare il manico nelle due posizioni del selettore che non lo prevedono. In questo modo è possibile avere le cinque combinazioni solite da Stratocaster, manico+ponte da Telecaster fino anche ad azionare tutti e tre i pickup insieme.
La sembra essere uscita dritta dagli anni ’60, ma cela una progettazione del tutto moderna, per nulla scontata per la fascia di prezzo in cui Squier si muove abitualmente.
Il body in pioppo riprende le forme della offset Fender e vede avvitato un manico in acero con shape a C, tastiera in alloro per 21 fret di tipo narrow tall. All’interno, a supportare il trussrod, si trovano però anche due barre in grafite, per garantire stabilità e resistenza anche con la trazione importante di dodici corde.
Queste finiscono da una parte sulla paletta stile hockey, davvero retrò nel look, e dall’altra in un ponte ibrido ispirato alla scuola Fender di metà secolo scorso, con la possibilità di infilare le corde sia dal retro dello strumento, sia dalla base in modalità top-load.
Sul top, i due single coil di grosse dimensioni, tipici da Jazzmaster, sono progettati da Fender. A comandarli ci sono un selettore a tre posizioni, un volume e un tono.
Nella serie Paranormal c’è spazio anche per i bassisti, e il 4-corde del gruppo viene fuori come un affascinante Frankenstein che si ispira ai più variegati progetti Fender d’annata.
Il body in pioppo del si rifà da vicino alle curve di un Fender Bass VI. Il manico e la paletta sono quelli di un basso Coronado, con una scala corta da 30 pollici per un’action più morbida e un tono peculiare, caldo, dall’attacco rotondo e reminiscente di tutto un filone di pop anni ’60.
Sul top, il ponte a corde passanti è quello del basso Mustang e l’elettronica ruota intorno a due potenti pickup Wide Range controllati da un selettore a tre posizioni, volume e tono.
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