La scena è nota a qualsiasi chitarrista e, quando sono stati resi pubblici i terribili retroscena, è divenuta causa di incubi per chiunque: la chitarra in foto è una preziosa Martin originale di fine ‘800, costruita intorno al 1870 e proveniente dalla collezione privata del museo Martin. Era stata fornita in prestito per girare alcune scene di The Eightful Eight di Quentin Tarantino, e lì ha trovato il suo triste epilogo.
Il museo di Martin Guitar è uno dei più completi al mondo, per ciò che riguarda la storia della chitarra moderna fino dalle sue prime forme, comparse oltre due secoli fa. I suoi pezzi sono mostrati con orgoglio e, in più occasioni, sono stati messi a disposizione di enti e iniziative esterne al fine di condividere la bellezza dello strumento e la sua storia. Quanto è accaduto sul set, però, ha segnato la fine di un’epoca.
In The Eightful Eight, si vede l’attore Kurt Russell strappare una vecchia chitarra dalle mani di Jennifer Jason Leigh e poi sfasciarla contro una trave. Quello che Russell non sapeva è che lo strumento non era un cosiddetto “prop”, un oggetto di scena, ma la Martin originale prestata dal museo alla produzione: un pezzo dal valore immenso.
Mark Ulano, tecnico del suono durante il film, ricorda che erano state costruite sei repliche della chitarra.
Il programma originale voleva che lo strumento venisse sostituito un attimo prima della distruzione, ma Tarantino non ha mai chiamato il “cut” per interrompere la scena e Kurt, che aveva l’indicazione di eseguire per intero la sequenza, è andato avanti, inconsapevole, verso l’inesorabile.
Jennifer sapeva di stare imbracciando l’originale e, riguardando la scena, si può notare come la sua reazione di sgomento sia in effetti genuina. Per una frazione di secondo è anche possibile notare come cerchi lo sguardo dei colleghi dietro le telecamere.
Pare invece che Kurt fosse ignaro di tutto, mentre viene fuori che il regista è stato il conscio artefice della catastrofe, alla ricerca del “ciak” perfetto.
Inutile dire che Martin, imbestialita, dopo l’accaduto ha deciso che non avrebbe mai più dato strumenti della sua collezione in prestito come oggetti di scena per lavori cinematografici.
Dopo di allora, per diverso tempo la parlor è rimasta nell’ombra, facendo perdere le sue tracce. Tanto che alcuni hanno sospettato fosse stata in seguito riparata e riposta al sicuro nei depositi. Invece il relitto è ancora lì, oggi come allora, cristallizzato nel tempo come un monito per i posteri, e adesso torna in quel preciso stato in esposizione nel museo di casa.
Protetta dalla sua teca di vetro, la chitarra - ricomposta per quanto possibile come una reliquia ma mai riparata - è accompagnata da una targa che spiega: “2 1/2-20 1870S: Distrutta durante i lavori per il film The Hateful Eight. Una replica doveva rimpiazzare l’originale, ma non è accaduto. Da allora, Martin Guitar ha modificato le sue regole riguardo gli strumenti del museo in prestito”.
Una decisione, forse, presa perché non si commetta l’errore di pensare un giorno all’avvenimento come a una leggenda metropolitana e mai più si ripeta un errore del genere.
Già parte del folklore chitarristico, qualche tempo fa la storia si era guadagnata un posto in classifica nella nostra raccolta delle . |