Le chitarre di Mark Knopfler: un diluvio di soldi che farà discutere
di alberto biraghi [user #3] - pubblicato il 02 febbraio 2024 ore 18:24
L'asta delle chitarre di Mark Knopfler ha fatto notizia. Ci si aspettava un evento importante, è successo il finimondo, un fiume di denaro i cui effetti sul mondo del vintage e del memorabilia si faranno sentire e faranno discutere a lungo.
La ricca selezione di strumenti andati all'asta includeva alcune chitarre storiche suonate live o nei dischi, oltre a una schiera di strumenti meno noti, della Golden Era e non, che Knopfler si è comprato negli anni per sfizio, come facciamo tutti (ovviamente nei limiti di noi comuni mortali). L'asta ha fatto registrare un risultato superiore a ogni aspettativa, ben al di là di quanto accaduto in passato con strumenti appartenuti a Eric Clapton, Kurt Cobain, Jimi Hendrix, Peter Green, David Gilmour, eccetera.
Particolarmente clamorosa la performance di alcuni strumenti di scarso interesse (se non off-the-wall) e mai apparsi in pubblico, pagati uno spropositop solo per il fatto di aver trascorso qualche anno nel magazzino di Mr. Sultans of Swing.
E se è normale che qualcuno sia disposto a pagare 47.880 sterline per la Höfner comparsa sulla locandina del tour "Kill to get crimson", resta difficile capire il senso di pagare 52.920 sterline per una Danelectro Neptune anni '70 che vale un trentesimo sul mercato del vintage, per non dire delle 37.800 sterline spese per una Eko anni '60 reperibile nei mercatini a meno di 1.000 euro.
Da segnalare anche la cigarbox Daddy Mojo, simpatico gadget che ha spuntato circa quaranta volte il suo valore reale, e la manouche Draleon ("crafted with pride in China" dice l'etichetta) per cui qualcuno ha speso 17.640 sterline, che sarebbe come dire venti volte lo street price, ammesso di trovare un negozio che abbia il coraggio di mettersela in vetrina.
Le Schecter Van Nuys sono le magnifiche chitarre che a fine anni '70 hanno riportato l'America sulla via della qualità. Ma si può pagare mezzo milione per una T-Style rossa, vale a dire cento volte il valore di mercato, solo perché Mark l'ha usata dal vivo qualche volta in gioventù? E se è comprensibile che qualche facoltoso appassionato paghi oltre mezzo milione (di nuovo cento volte il valore di mercato) per la celeberrima Pensa-Suhr MK1 del 1988, resta difficile pensare che altre chitarre costruite per Knopfler dal buon Rudy e pagate almeno venti volte il valore commerciale possano essere un buon investimento.
Poi c'è Fender, un po' in disparte, perché Mark si è tenuto in casa quelle buone e ha messo all'asta giusto tre prototipi della sua signature e una special con pickup lipstick. Va bene, sono rosse e fanno scena, ma che senso ha spendere oltre 100.000 sterline l'uma solo perché sono rimaste stipate per una decina d'anni in casa Knopfler a far polvere?
E con questi chiari di luna colpisce per ragionevolezza la cifra pagata per la Les Paul del 1959, "solo" 693.000 sterline. Sono un sacco di soldi, ma in linea con le quotazioni correnti per il modello (400.000 - 1.000.000 di dollari). Chi l'ha acquistata (beato lui) ha fatto buon affare, perché si è messo in cantina un capitale destinato a rivalutarsi nel tempo molto di più non solo di Eko e Danelcectro, ma probabilmente anche della Les Paul celestina, forse mai suonata da Knopfler e pagata quaranta volte il suo valore di mercato e assai difficile da rivendere se non perdendoci un sacco di soldi.