Lewitt Ray è il microfono con “autofocus” per la tua voce
di redazione [user #116] - pubblicato il 09 giugno 2024 ore 12:20
La tecnologia AURA riconosce e compensa la distanza dell’utilizzatore dalla capsula annullando gli effetti di prossimità e di eccessiva distanza, agendo su livelli ed equalizzazione in automatico per un audio sempre a fuoco.
Quella messa sul tavolo da Lewitt è una piccola rivoluzione, per le registrazioni casalinghe e per i creator. Il Ray è un microfono a condensatore pensato per il plug-and-play assoluto, capace di fornire il segnale ottimale col minimo intervento.
Nell’introdurlo, Lewitt paragona la registrazione audio a una fotografia scattata da uno smartphone di ultima generazione, capace di mettere perfettamente a fuoco il soggetto senza richiedere particolari intromissioni da parte dell’utilizzatore. “Invece di una foto estremamente nitida” spiega il proclama, otterrai “registrazioni bilanciate alla perfezione”.
La chiave di tutto ciò è la tecnologia AURA, un sistema capace di rilevare la distanza dell’utilizzatore dal microfono e regolare di conseguenza la risposta e la sensibilità della capsula, in automatico.
Quando si è assai vicini, l’effetto di prossimità è compensato e, quando si è più lontani, la naturale perdita negli estremi di banda è recuperata insieme al calo di volume organico.
Allontanandosi oltre una distanza impostata precedentemente, al termine della registrazione o durante una pausa, il microfono silenzia in automatico il segnale così da evitare interferenze e rientri indesiderati.
Restano comunque presenti sulla scocca il pulsante manuale per il Mute e quello per disattivare la funzione AURA, se si preferisce un controllo più tradizionale e un utilizzo di un microfono che, al di là delle tecnologie implementate, promette di fornire un hardware degno di nota.
Il Ray è un microfono a condensatore con capsula da un pollice a figura cardioide alimentabile con Phantom a 48V. È provvisto di un connettore XLR placcato oro e fornisce un segnale completamente analogico.
Il processo al suono operato dal sistema AURA al suo interno va oltre al semplice concetto di compressione per uniformare un segnale a valle. È come avere sotto mano un fader automatico che risponde alla distanza dell’utilizzatore dalla capsula e, allo stesso tempo, un’equalizzazione completa che controbilancia tutte le caratteristiche naturali che subentrano quando ci si avvicina o si allontana dal microfono.
Il risultato promesso è quello di una registrazione regolare e bilanciata, uniforme per livelli e timbro, utile per chi canta e in particolare ideale per chi fa podcast o vlog, che ora possono concentrarsi sulla performance e sulla naturalezza senza vedersi legati a una precisa posizione davanti alla capsula.
La struttura compatta del Lewitt Ray è pensata per non rubare la scena in video e permettere all’utilizzatore di mostrare adeguatamente il proprio volto durante una registrazione, anche sfruttando il sostegno con struttura antivibrazioni e filtro anti-pop magnetico grande tanto quanto il microfono stesso.
Sul sito Lewitt, il Ray è a questa pagina, mentre in Italia è disponibile con la distribuzione di Frenexport.