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Il basso che suona Sting è mio!
Il basso che suona Sting è mio!
di [user #61709] - pubblicato il

Un paio di mesi fa Sting, con un video sul suo profilo Instagram -theofficialsting- annuncia l’imminente tour europeo; ma la vera notizia è un’altra: “I have a new bass”, dice imbracciando orgogliosamente quello che a colpo d’occhio sembra un Precision.
Che a fare notizia sia il nuovo basso si capisce subito leggendo i primi commenti. Simpatico quello di Sammy Hagar, che sfotte l’amico dicendo più o meno: “Era ora che ti prendessi un altro strumento. Quel vecchio Fender che suoni ormai è tutto consumato!”. Gli altri commenti si dividono equamente tra chi esulta per il tour e tra i quelli entusiasti per il nuovo P-Bass. 
Mi colpisce in particolare quello di un tipo che afferma convinto: “Quelli del Custom Shop hanno realizzato questo basso appositamente per il tour di Sting”. Si fa sotto un altro che dice la sua: “Ci scommetto che alla Fender Japan faranno un modello signature o una versione prodotta da Squier”. Qualcuno li ringrazia per queste informazioni di primissima mano che solo loro conoscono, mentre io non posso fare a meno di sorridere, mentre guardo e riguardo quel video, perché quel basso… l’ho fatto io!
Se volete sapere com’è andata eccovi la vera storia!

Il basso che suona Sting è mio!

Estate 2022. Mentre sono in laboratorio si presenta un tipo dicendomi che vende vino. Gli spiego che non mi interessa e che i ristoranti della zona a quest’ora sono tutti chiusi. Sì, lo so, mi risponde, ma mentre passavo ho visto i bassi e me ne serve uno. È per una cosa di beneficenza.
Ah, faccio io, e un po’ sospettosamente gli chiedo: E che basso vorresti?
A questo punto tira fuori un bigliettino da visita, quello che chiunque si può stampare in proprio, e comincia a raccontarmi che lavora per la tenuta agricola Il Palagio, proprio quella di Sting e che, se non lo sapevo, produce anche vino. Il bianco si chiama “Message in a bottle” e il rosso… “Roxanne”. Aspetto di vedere dove vuole arrivare e finalmente mi spiega di cosa si tratta.
Vuole un basso tipo quello che usa Sting, che l’artista autograferà e con cui si farà fotografare. Lo strumento verrà poi messo all’asta e il ricavato servirà a finanziare un progetto per portare l’acqua alle popolazioni del terzo mondo. Chiude dicendo che il basso gli serve il mese prossimo quando tornerà a Milano, e che me lo pagherà alla consegna.

Il basso che suona Sting è mio!

Non so perché ma gli credo. Ho già in testa cosa fare e gli dico che tra un mese gli darò il basso, gli sparo un prezzo, e appena esce mi metto online alla ricerca di un basso Fender usato da reliccare. 
Non ne trovo molti, la ricerca è più difficile del previsto ma alla fine ne becco uno che fa al caso mio. Comincia quindi una serie interminabile di messaggi e, quando spazientito scrivo che glielo pago subito e organizzo pure la spedizione con ritiro a casa sua, il tipo mi risponde che “sai… forse ci ho ripensato… non lo vendo più… me lo tengo”. Mavaff…!
Il giorno della consegna si avvicina quindi cambio subito strategia. Userò le parti di uno strumento stile Telecaster Bass che stavo costruendo e comprerò solo il manico originale, visto che il marchio Fender è stata l’unica richiesta tassativa. Il Body verniciato e la mascherina col circuito cablato sono già pronti. Come pickup utilizzerò un Fender Telecaster che avevo in fondo a un cassetto e che decido di mettere in una posizione inusuale, cioè al centro, allargando lo scavo dello Split-P.

Il basso che suona Sting è mio!

È tutto pronto e, appena arrivato il manico, lo avvito e monto le corde ansioso di sentire come suonerà il nuovo basso.
Suona benissimo!

Per completare l’opera smonto lo strumento e inizio il lavoro di invecchiamento, aiutato da Tom Porta, che tira fuori un relic misurato sul body e sulle parti meccaniche, aggiungendo un tocco da artista con un adesivo con la scritta FRAGILE dietro il ponte.
Io mi dedico al manico, che dopo aver ingiallito con la nitro rettificherò, per togliere la patina di vernice dai tasti, col risultato di un’action da corsa! Una volta rimontato il basso io e Tom non crediamo ai nostri occhi. Ci sembra di avere tra le mani un prototipo fatto cinquant’anni fa che Fender non ha mai messo in produzione!

Il basso che suona Sting è mio!

A ferragosto Mister X (così chiamo il mio contatto) viene a ritirare il basso e mi paga. Quasi quasi avrei preferito che mi tirasse un bidone e tenermi lo strumento, ma il pensiero che almeno per cinque minuti Sting lo avrebbe imbracciato, e la promessa di una foto, mi consolano.
Ma ancora non sapevo che piega avrebbe preso la storia.

Il 21 agosto Mister X mi telefona ed esordisce così: “Daniele, mi hai messo nei casini con quel basso! Sting non la smette di suonarlo e sua moglie, siccome è il loro 30’ anniversario, mi ha chiesto di venderlo a lei perché glielo vuole regalare. Io non le ho chiesto soldi… e adesso mi serve subito un altro basso”.
Controllo su Instagram e vedo il post dei festeggiamenti del 30’ anniversario. Chiamo Mister X e gli dico che gli darò subito un altro basso. “Stavolta fallo brutto” mi dice, “Non c’è problema” gli rispondo. “E voglio uno sconto, che col primo ci ho pure rimesso” “Allora ti faccio una vera schifezza”. Ridiamo.
Faccio quanto ho promesso e la storia finisce lì; quasi me ne dimentico, foto di Sting me ne arrivano, ma senza basso e rimango col dubbio di aver lavorato con la formula ‘Paghi uno, prendi due’.

Tutto questo fino al 22 marzo, quando vedo il video di Instagram.
Il basso -che in origine era bianco- è stato riverniciato di nero, ma per me è inconfondibile. Conosco ogni vite di quello strumento e non è un modo di dire, perché nella mascherina noto il foro che mi sono dimenticato di fare per la fretta. È proprio il mio basso!

Chiamo il mio contatto che mi conferma che il colore è stato rifatto per questioni di immagine del Tour 3.0 (nel post infatti compare anche una Telecaster nera) e che posso vedere già dei video dove suona dal vivo. 
Sono un fan dei Police da sempre, e averli visti dal vivo per me è stata un’esperienza indimenticabile quindi, sapere che il basso che ho fatto e che non è una copia o un assemblaggio, ma uno strumento originale, suoni in un tributo ai Police col bassista originale, è il coronamento di un sogno.

Questa esperienza mi ha anche dato la conferma di una cosa che già sapevo. Il Custom Shop Fender ha sì dato a Sting una copia del suo ’57 ma lui non lo ha mai usato e lo ha passato alla figlia. Quello che conosciamo come il suo basso principale se lo era comperato, nel ’93, subito dopo averlo utilizzato casualmente per un video.
Non è vero che alle Rock Star i grandi marchi gli strumenti li regalano e noi poveri mortali ce li dobbiamo comperare. Sono esattamente come noi, quando desideriamo l’ennesimo giocattolo che vediamo in vetrina o sul web. Ecco… magari a loro capitano tra le mani gli strumenti più belli.
bassi elettrici jacaranda sting
Link utili
Sting sul palco col basso Jacaranda
Sting presenta il basso in video
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