di Emmetray [user #51] - pubblicato il 04 febbraio 2001 ore 18:35
Chi scrive è ormai da qualche anno diventato un drogato di chitarre
e con l'aiuto di Internet ha navigato per il mondo comprando di tutto,
dalle stesse chitarre a libri introvabili qui in Italia. Un paio di anni or
sono l'occhio mi cadde sulla rivista della Fender Frontline;c'era
l'immagine di una chitarra del Custom Shop chiamata Closet Classic 1960 e
mi pareva proprio una meraviglia. Dal momento che il portafoglio non lo
permetteva, poteva essere una valida alternativa all'inarrivabile
originale. Armato di buona volontà chiamo Tomassone per informarmi e mi
sento rispondere che in Italia per il momento ce la possiamo
scordare. Possibile che tutto sia inutile?
Tento allora la carta del DISMA e
alla cieca vado a Rimini sperando in una botta di fortuna.
Tiro dritto fino
allo stand della Bauer e chiedo ai rappresentanti che banchettavano
pensando ai loro bei soldini guadagnati se ci fosse la tanto agognata
Closet Classic, ma, ahimé, anche loro non ne sapevano proprio
nulla.
Sconsolato mi aggiro come uno zombie tra le chitarre quando l'occhio
mi si posa su una Strato Fiesta Red tenuta in disparte, dal colore
leggermente patinato ed hardware opaco, una tastiera diversa come look
dalle altre in giro, che mi dava una sorta di brivido sul groppone.
Quale
oggetto del desiderio poteva mai essere?
Chiedo ad uno dei guru della Fender
e mi risponde che si trattava di una delle solite imitazioni
giapponesi. Chiedo di potela veder meglio e quando la rigiro vedo
stampigliato dietro la paletta il logo del Custom Shop. La faccia del
rappresentante è passata dal Fiesta Red al Burgundy Mist, con una sfumatura
di Surf Green e di tutti gli altri custom colors.
La chitarra in questione è
diventata mia e l'ho suonata con grande soddisfazione in molte
occasioni.
Tutto questo per dire che la Bauer non ha fatto certo una bella
figura e sembra che questa tendenza sia ormai diventata uno status, basti
pensare alla tristezza dell'area occupata da fantasmi al SHG di Milano che
ha costretto numerosi appassionati veraci ad esporre le loro chitarre in
angoli bui e pericolosi dell'Alcatraz (si dice che qualcuno non abbia mai
fatto ritorno a casa...).
Che dire poi dell'ultima signature Claudio
Baglioni? Datevi una smossa, ragazzi, e se volete fare quaesto mestiere per
lo meno studiate la materia; ne so più io di Fender di voi che ne fate un
lavoro.