di rivista Chitarre [user #516] - pubblicato il 05 dicembre 2003 ore 11:01
Gli anni '60 in Inghilterra e i primi pedali per distorcere nelle parole di chi li ha creati, Gary Hurst (il Tone Bender) e Roger Mayer (Hendrix). Prima c'erano gli amplificatori. Erano nati per essere il più fedeli possibile al suono dello strumento, ma qualcuno ne apprezzava anche i difetti. Li spingevano fino al limite tentando di farli ruggire, di trasformare la voce della chitarra e soprattutto prolungarne il suono.
Poi qualcuno pensò che non era poi così difficile realizzare un circuitino per "deteriorare" il suono dello strumento al punto giusto. Ed era talmente piccolo da poter entrare in una scatoletta da mettere fra la chitarra e l'ampli.
Era nato il primo distorsore.
Anche se le date non sono molto sicure, sembra che il primo oggetto di questo tipo ad arrivare sul mercato sia stata la Maestro Fuzz-Box, costruita nei primi anni sessanta negli Stati Uniti dalla Gibson, in origine come optional di un modello di basso elettrico. Ma anche in Inghilterra, dove l'ambiente musicale già era in pieno fervore, qualcuno si preparava ad agire.
Racconta Big Jim Sullivan, forse il chitarrista inglese più "registrato" degli anni sessanta e settanta:
"I session-man più anziani mi chiamavano il 'Mostro Elettrico', perché facevo gemere e strillare la chitarra quando tiravo e piegavo le corde... Ho registrato gli assolo su "Hold Me" e "Together" di P.J.Proby e anche questi fecero scalpore perché si trattava della prima fuzz box usata in Inghilterra. Moltissime persone pensano che sia stato Jimmy Page il primo ad avere una fuzz box, ma non è così. E non sono stato neanche io. Fu Eric Ford a presentarsi un giorno in sala con questa piccola scatola dorata marchiata Gibson. Aveva un pulsante per accendere/spegnere e lui non sapeva bene a cosa servisse. Io ho capito cos'era perché sapevo dell'uso che ne aveva fatto Chet Atkins in una delle canzoni degli Everly Brothers. Eric me la prestò e io la usai nei pezzi che stavamo registrando in quel periodo. Mandò fuori di testa Keith Grant, il fonico degli Olympic Studios e registrammo una sola take di quel pezzo. Era "Hold Me" e spinse P.J.Proby sulla strada del grande successo".