Per puro caso non moltissimo tempo fa ero venuto a conoscenza dei pedalini Mooer, sia grazie a due articoli su e presenti qui, sia per prova diretta.Come molti avranno notato, si presentano tutti in un formato di dimensioni ridottissime e come più o meno spudorate copie di pedali più famosi. In ogni modo, anche visto il prezzo a cui vengono proposti, sono molti i negozi che li espongono e io, come al solito, mi sono fatto attirare e ne ho preso qualcuno.
Nel dettaglio possiedo un Hustle Drive, un Green Mile (entrambi overdrive) e un chorus Ensemble King. Tutti e tre sono entrati stabilmente in pedaliera e mi garantiscono suoni veramente molto belli, ma ora parliamo del primo pedale menzionato.
L'Hustle Drive si presenta, come già fatto notare altrove, come un tributo al Fulltone OCD (che per inciso ho provato, ma per i paragoni ci vediamo alla fine) del quale effettivamente riprende ogni caratteristica estetica e funzionale: colore bianco, potenziometri per Volume, Tono e Drive e switch per selezionare due modalità. Le piccole dimensioni impediscono ai pedali di essere alimentati a pila, ma per me non è un problema visto che uso da sempre alimentatori multipli, mentre non è assolutamente vera la storia che anche se velcrati non c'è verso di bloccarli in pedaliera: ho il vizio di dare pedate non indifferenti e i miei tre Mooer non battono ciglio. Come per tutti i pedali di questa marca, lo switching è true-bypass (non indispensabile per me, ma fanatici ce ne sono).
Così come l'OCD, almeno per come l'ho giudicato io, si presenta a livello di sonorità come un bellissimo ibrido tra overdrive e distorsore vero e proprio, ovvero morbido con settaggi modesti e bello cattivo con gain alto, non fiacco come un banale overdrive sparato al massimo. Nel mezzo, molte altre sfumature.
Risulta perfettamente accoppiabile a svariate chitarre e in grado di esprimere moltissime sonorità.
Il cuore sonoro del pedale è lo switch che seleziona la modalità.
HP (High Peak) corrisponde alla modalità più potente, volume e gain sono leggermente superiori e il suono sembra tipico di una saturazione valvolare con chiara vocazione marshallosa. Al momento dell'acquisto è stato testato su un JCM2000 ed era molto simile al suo canale distorto. Questa, a mio parere, è la modalità giusta da usare con pickup single coil, la cui uscita poco potente può essere facilmente compensata dal gain maggiore. Si possono così ottenere ottimi suoni crunch, fino ad arrivare a un distorto potentissimo con il drive ruotato verso il massimo, anche se tendo a non farlo: in questa modalità il distorto è esagerato.
La modalità LP (Low Peak) è invece quella che tende a calmare il pedale: calano volume e gain ma il suono sembra più trasparente. Calando al minimo il controllo drive sembra quasi di non avere alcun pedale tra chitarra e ampli. Qui si possono ottenere più facilmente suoni molto distorti al tempo stesso definiti, ma in questa modalità si può ricavare uno strabiliante clean-boost con drive a zero, come già detto.
La seconda modalità è quella che preferisco in caso di uso della Stratocaster (munita di humbucker al ponte), mentre uso HP con la Telecaster. In entrambe si riscontra una dinamica incredibile (percepibile soprattutto in LP), tale che molto spesso lascio il pedale acceso e lavoro di volume sulla chitarra usando un Mustang II che, nonostante tutto, si fa rispettare in quanto a dinamica.
Il pedale si lascia boostare molto bene dal fratellino Green Mile, ma direi che un normale booster in abbinamento a lui aiuta a tirare fuori letteralmente muri di suono. Ottimo anche il suo eventuale utilizzo come clean-boost dopo un altro pedale per alzare il volume.
Qualche ulteriore piccola considerazione e poi solita lista pro-contro.
In entrambe le modalità, il pedale mantiene un deciso carattere, direi medioso, più accentuato in HP. Il suono si presenta molto caldo ma all'aumentare del drive si può impastare con relativa facilità. Il controllo di tono si rivela quindi fondamentale per schiarire eventualmente il suono e ogni sua minima variazione è decisiva.
Consiglio, se col drive si arriva attorno a ore 3, di aprire abbastanza il tono, almeno a ore 1:00. Sotto ore 12 impasta troppo, ma con tono aperto non diventa sferragliante come un DS1.
Il volume di uscita è letteralmente mostruoso. Per avere lo stesso volume tra pulito e pedale acceso non bisogna mai superare ore 11, tranne ovviamente per l'uso come boost, lì c'è da sbizzarrirsi. Se nell'assolo volete mettere al tappeto il resto della band, e a volte quando il secondo chitarrista esagera coi volumi la voglia ti viene, andate con volume a ore tre e arrivederci e grazie.
Promettevo il paragone con il vero OCD. Ebbene, escluse le chiare differenze di costruzione che renderebbero impossibile una riparazione eventuale sul Mooer, a livello sonoro non ho riscontrato differenze tali da giustificare i 100 euro di differenza (a parte che io entro a pieno titolo nella cerchia di chi giudica un furto spendere più di sessanta euro per un overdrive) e, se proprio vogliamo essere pignoli, la modalità HP dell'OCD mi è piaciuta un po' di più, tutto qui. Pensateci se voleste il suono OCD per un prezzo onesto.
Pro:
prezzo vantaggioso
true bypass
box in metallo
ampia varietà di suoni (da non sottovalutare come boost) e versatilità
dinamica.
Contro:
impossibilità di usare le batterie per alimentarlo
tono da usare quasi tassativamente con prevalenza sugli acuti, pena pastone sonoro (lo inserisco tra i difetti perché molto spesso il controllo di tono sui pedali viene ignorato, per poi chiederci come mai il suono non ci piace)
non adatto per suoni molto vintage o per superdistorti da un pedale singolo
personalità propria, mantiene un suo carattere che a seconda dell'ampli usato (se già medioso di suo per esempio) può non essere gradito a tutti.