di Gianni Rojatti [user #17404] - pubblicato il 21 aprile 2013 ore 10:30
Come ogni terzo week-end del mese eccoci rintanati in una grande sala prove vicino al centro di Udine per dedicarci alle registrazioni di nuove lezioni per Didattica.
Come ogni terzo week-end del mese, eccoci rintanati in una grande sala prove vicino al centro di Udine per dedicarci alle registrazioni di nuove lezioni per Didattica. Da sempre, io l' amico batterista Erik Tulissio, ci avvaliamo di due fidi collaboratori: il fonico Gabriele Gritti e l’operatore video Davide Marchesi.
Siamo tutti e quattro amici e ci siamo incrociati nelle più svariate collaborazioni. E’ successo che Davide realizzasse video per band che registravano da Gabriele o che ci seguisse come fotografo con i Dolcetti. Così come Gabriele ci ha aiutato a registrare e mixare gran parte delle collaborazioni e progetti realizzati negli ultimi anni. Eppure, quello delle registrazioni di Didattica è l’appuntamento più impegnativo e formale. Quando si coinvolgono amici e collaboratori per seguirti in un live o in qualche lavoro in studio, generalmente la proposta è sempre accolta da entusiasmo: nel primo caso sanno che si troveranno catapultati in locali e rassegne piene di gente che se la spassa, festa e musica a volumi alti; serate spesso con orari da vampiro e - con un po’ di fortuna - free drink e ricchi buffet. E sono anche sempre felici di trovarsi immersi nella dimensione creativa dello studio di registrazione, a curiosare tra strumenti e tecnologia, guardando crescere mattone su mattone, chitarra dopo chitarra, una canzone. Ma le registrazioni di lezioni didattiche sono un lavoro da veri duri, professionisti con le spalle larghe. Per ore devi ascoltare, filmare e registrare pattern, sequenze, esercizi apparentemente tutti uguali. E inoltre, a rendere davvero impegnativo il tutto, c’è il fatto che il più delle volte le basi su cui vengono eseguiti gli esercizi arrivano solo nelle cuffie del didatta che le sta registrando. Se fossero, infatti, sparate dai monitor principali, rientrerebbero anche nei microfoni che riprendono la batteria o l’amplificatore, inficiando la qualità del suono. Per cui l’operatore ascolta per ore solo la batteria o la chitarra, riuscendo difficilmente a cogliere il senso musicale che sottintendono. Ecco uno spaccato di queste mattinate di registrazione che comunque la professionalità e passione con la quale sono affrontate fanno puntualmente volare in un lampo. Complice anche, l’immancabile prospettiva della birretta o prosecco con la quale si festeggia la fine di ogni sessione di registrazione...Rock!