Cort ha conquistato una buona fetta del mercato entry level grazie a strumenti solidi e dal suono convincente venduti per prezzi a prova di studente. La CJ1F rappresenta l'offerta dell'azienda coreana indirizzata ai patiti delle jumbo che necessitano uno strumento che suoni, risuoni e si lasci suonare anche amplificato.
L'idea di una chitarra acustica non mi era mai venuta, ma il drum pad dell'Akai che avevo ordinato non voleva saperne di arrivare e la Martin del padre di un mio compagno di scuola mi stava facendo impazzire. Allora, con 250 euro alla mano, mi sono fiondato dentro un notissimo negozio di chitarre del centro di Napoli e ho cominciato a provare chitarre dreadnought entry level dalle più blasonate Ibanez alle nuovissime Takamine. Il budget era limitatissimo, è vero, e per quei soldi l'unica chitarra a suonare sul serio era la Takamine, che ho coccolato per una decina di minuti, ma non era quello che cercavo. Stavo cominciando a considerare l'idea di ritornare qualche mese dopo con più moneta. Demolito, vado a chiedere l' ultima chitarra.Un mio insegnante mi aveva parlato di una Cort dalla vernice satinata, ma il nome sulla paletta non mi convinceva. Le elettriche della stessa casa che avevo provato erano abbastanza tragiche. Però, in questi casi, la speranza è l'ultima a morire. Me ne portano due: una jumbo e una dreadnought molto squadrata. Imbraccio prima la D, che mi lascia colpitissimo: suono caldo, profondo, pieno di tutte le frequenze necessarie ma dal manico troppo, troppo sottile per le mie manone. Prendo la jumbo appena uscita dalla scatola, la accordo, e comincio ad arpeggiare un blues: il suono esce gigante, corposo, e con il doppio del volume delle altre chitarre. Sì, una jumbo in piena regola, che con la sovrabbondanza di armonici lascia in estasi la mia ragazza lì presente. Manico bello grosso, fondo e fasce sottilissime. Satinata. Mi dimentico del nome e della forma del corpo (le jumbo non mi sono mai andate giú) e la suono fin quando le .012 di serie non smangiano i miei calli da elettricista. 230 euro e la bimba è mia.
Poiché questo modello in particolare non è mai stato recensito, mi accingo a farlo io. Avrei voluto farlo tre mesi fa, all'acquisto, ma volevo cambiare perlomeno un paio di mute e volevo fare i calli sulle mani prima di parlare di una acustica. Portata a casa, ho dato uno sguardo sul sito Cort: "Super Jumbo body shape, Solid Spruce Top with Mahogany Back & Sides". Sull'abete mi trovo d'accordo, ma più che mogano questo mi sembra proprio agathis. La tavola armonica è sottilissima, un terzo di spessore mancante alle altre chitarre che, unito alla cassa gigante, spiega il mio innamoramento.
Come già detto, il manico abbastanza "boat" ma non troppo. Risulta comodissimo e molto solido, nonostante l'attaccatura dei pezzi che formano paletta e manico e un ulteriore listello di legno a fare il tacco del manico. Questi, dal riflesso alla luce del sole, mi fanno pensare a un taglio diverso. Purtroppo non conosco né liutai né ebanisti, quindi non so dirvi.
Il setup di fabbrica mi é sembrato perfetto (non che ci sia troppo da settare in un'acustica), il manico in tre mesi si è rivelato molto stabile e non ha avuto bisogno di regolazioni nel passaggio da .012 a .011, anche se ho alzato un pochino l'action per avere più attacco e volume, ma sono solo gusti. La posa dei tasti è perfetta, anche se forse sono un po' piccoli, ma va bene così. L'unica pecca è nella verniciatura del manico che ha una sbavatura sul binding impercettibile al tatto, che si vede solo controluce. Le meccaniche tengono bene l'accordatura e sono piacevoli al tatto. Sono la tipica imitazione delle Grover che fa Cort. Sì, quelle lì con la palettina nera. Il sistema Fishman che costituisce l'elettrificazione fa benissimo il suo lavoro e restituisce un suono abbastanza simile all'originale, se ben equalizzato. Quando la suono amplificata, mi ritrovo a equalizzarmi con l'eq del mixer, poiché il sistema Fishman prevede solo i parametri treble e bass, oltre al volume e al tasto Phase. Abbastanza discreto anche l'accordatore di serie, preciso quanto basta.
La chitarra suona e si fa suonare, è comunque una entry level che si è distinta tra tutte le altre per suono, emozione al tatto e fattura, che è davvero impeccabile. Con il passare del tempo si è aperto anche il suono sul mi grave, che quando frustava risultava sordo e inscatolato. Nei primi giorni di utilizzo la chitarra presentava un difetto: sulle frequenze del Re, si con la corda a vuoto che con la sua ottava, i due pin del vano pila vibravano creando un fastidioso ronzio. Portando la chitarra al negozio il problema è stato risolto bloccandoli con un po' di carta gommata. Io me ne sono innamorato e con lei mi sto innamorando di tutte le tecniche per acustica. L'ho scelta con le orecchie e con il cuore. Di certo non suona né suonerà mai come una Martin J40, una Taylor o Gibson che sia, ma mi sento di consigliarla a tutti quelli che vogliono un'acustica che suoni benino senza svenarsi. |