di alberto biraghi [user #3] - pubblicato il 19 dicembre 2002 ore 00:04
Nata nel 1954, la 6120 è per una gran maggioranza di appassionati l'icona di casa Gretsch. Sarà per il caratteristico arancione, per le gesta del "gatto randagio" Brian Setzer o per il twang inconfondibile, fatto sta che mi riesce difficile non essere d'accordo. Problema: le 6120 originali 1959-1961 (poi vedremo perché) costano oggi - fine 2002 - cifre significatvie. Poco meno di 6.000 dollari per strumenti in condizioni da buone a eccellenti, fino a 7.000 e più per le mosche bianche che sono sopravvissute al tempo e all'uso. Visto che in casa mia "repliche", "reissue" e "riedizioni" entrano con grande difficoltà, avevo quasi accantonato il sogno. Sorpresa 1. Qualche mese fa un repulisti in garage mi ha fatto scoprire che tre Gibson "heritage" inutilizzate da anni avevano visto il loro valore più che triplicarsi: pagate 6-700 dollari a metà anni '90 sono oggi quotate 2.500-3.000 verdi e più. Sorpresa 2: Christie Carter (mia amica e fornitrice di fiducia) di Gruhn Guitars mi segnala una 6120 "adeguata ai miei standard". Presentata nel listino online come "near mint" mi viene descritta dai ragazzi della liuteria come "a hell of a rockin' guitar". Non ci ho messo molto: fermata la Gretsch, ho impaccato le Gibson e le ho spedite a Christie (che me le ha valutate generosamente, comunque quanto bastava per far fronte al costo della 6120). Un paio di settimane e anch'io sono diventato un po' "randagio"...