Taylor 305 BT1: baby dreadnought per chitarristi senior
di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 14 aprile 2015 ore 07:30
Abbiamo giocato con una dreadnought piccola piccola, ma che porta sulla paletta un nome importante come quello di Taylor. La 305 è una baby chitarra realizzata per non essere affatto un giocattolo. L'abbiamo data a Paolo Antoniazzi ed ecco il risultato.
Abbiamo giocato con una dreadnought piccola piccola, ma che porta sulla paletta un nome importante come quello di Taylor. La 305 è una baby chitarra realizzata per non essere affatto un giocattolo. L'abbiamo data a Paolo Antoniazzi ed ecco il risultato.
Sembra che in Taylor abbiano sbagliato candeggio, rimpicciolendo una dreadnought e rendendola di fatto una 3/4. A differenza della GS che abbiamo testato poco tempo fa, infatti, la 305 BT1 è tutta ristretta, manico, ponte, distanza tra le corde. Ogni dettaglio è in scala. Difficile non scambiarla per un ukulele passando distrattamente tra i corridoi di Lucky Music, che ce l’ha gentilmente concessa per un po’ di tempo. Il numero di corde però ci rassicura: abbiamo a che fare con una chitarra acustica, una vera dreadnought, ma in miniatura.
Abete Sitka e sapele (laminato) compongono la piccola cassa armonica. La tavola è sostenuta da un x-bracing classico, sempre in abete. In sapele è anche il manico lillipuziano. Il tutto è lasciato libero di vibrare senza che una spessa coltre di vernice lo ricopra. La finitura opaca è perfetta per una dreadnought come questa, la rende un poco più spartana e permette di sentire una piacevole sensazione di legno sotto le dita. La tastiera a 19 tasti è in ebano, una scelta timbrica ma apprezzabile anche dal lato estetico. Restano da citare solo le meccaniche cromate e il ponte in nubone, che completano una dotazione semplice ma solida e durevole, due caratteristiche imprescindibili per un'acustica con il piglio da viaggiatrice.
Pensare di avere a che fare con una dreadnought tascabile sulle prime lascia sorpresi. Non tanto per le dimensioni del body, a cui gli occhi ci avevano già preparato, ma a quelle del manico. Si fatica nei primi accordi a trovarsi a proprio agio. Le corde molto ravvicinate e il profilo sottile mettono un po’ in difficoltà, soprattutto chi è dotato di mani particolarmente ingombranti. Ci vuole un po’ a superare lo sbandamento, ma appena le mani si abituano cominciano a lavorare le orecchie, che all’inizio avevamo trascurato.
Se le proporzioni sono quelle di una D, la voce è lontana, parecchio lontana. Tuttavia, a differenza di quanto ci aspettassimo, il timbro non è eccessivamente inscatolato. Certo, le medie sono le frequenze più presenti, ma un velo di basse lo si riesce a percepire. Nulla di paragonabile al sound potente e avvolgente di una vera dreadnought. Abbiamo a che fare però con una travel guitar, una 3/4, da cui non ci si può aspettare la voce del modello full size.
Quello che ci si deve aspettare è maneggevolezza, dimensioniridotte e peso contenuto. Tutte caratteristiche facilmente reperibili nella Taylor. Le corde sono vicine, sì, ma anche raso-tastiera e questo le rende morbide, quasi quanto quelle di una elettrica. Per quanto riguarda peso e dimensioni ridotte non serve dirlo: la 305 si trasporta come un ukulele.
La Baby Dreadnought è una travel guitar coi fiocchi. Uno strumento dal quale non bisogna cercare il sound più bello che abbiate mai sentito. È una chitarra perfetta per chi vuole portarsi sempre in spalla un oggetto realizzato con cura e con la garanzia di un marchio come Taylor. Il prezzo non è certo il più basso in circolazione per uno strumento di questo genere, ma 329 euro non sono nemmeno un’esagerazione, vista la buona qualità costruttiva e la buona scelta di materiali.