di Gianni Rojatti [user #17404] - pubblicato il 30 luglio 2015 ore 12:30
Ho ricevuto una nuova Ibanez in prova.
Si tratta della RG 652 AHM, Prestige. Quelle che vi propongo non sono assolutamente un test ma le mie prime impressioni a caldo, da appassionato ed endorser del marchio. Ho realizzato anche un video con una piccola improvvisazione per farvela ascoltare.
Questa RG 652 AHM Prestige è una storia a lieto fine. Uscita tra i nuovi modelli del 2015, ha subito stregato tanti appassionati del marchio e si è distinta come una delle più ambite del catalogo; al contempo però, spezzava il cuore dei tanti chitarristi italiani che già si erano invaghiti: non figurava infatti tra gli strumenti Ibanez distribuiti in Italia.
Quando Mogar, l’importatore italiano di Ibanez, ha indetto un sondaggio per capire quali erano i modelli non distribuiti nel nostro Paese che maggiormente i chitarristi rimpiangevano, con un plebiscito la RG 652 sì è imposta come la più ambita e desiderata. Così, grazie alla solerzia di Mogar e Ibanez Italia, eccola ora disponibile anche da noi.
Questa RG mi è sembrata una sintesi perfetta tra alcune caratteristiche molto anni’80 e altre più anni ’90. di Ibanez.
Super anni ’80 è la scelta di riproporre l' Edge, il ponte che compariva sulle primissime Jem Floreali di Steve Vai, su modelli signature come le prime Paul Gilbert o Frank Gambale e su tutti i modelli di punta della RG. Nonostante l’evoluzione e la progettazione dei ponti sulle Ibanez non si sia mai fermata, l'Edge è rimasto un feticcio per molti appassionati. Morbido, flessibile e gommoso, se ben tarato e fornito di gommini per la leva nuovi è in grado di assecondare con precisione chirurgica le bizze più estrose e nervose del chitarrista. Non per niente, è il ponte di Steve Vai nel disco “Skyscraper” dove l’utilizzo che ne fa resta incredibile.
Nel video lo uso in questo punto #1 facendovi sentire quei caratteristici colpi di tosse che si riescono a far emettere alle note, strappando la leva del ponte flottante.
Altro caratteristica magicamente ’80 - adorata dagli appassionati del marchio - è la tastiera in acero molto diffusa sulle tastiere di quegli anni.
Più anni’90 sono invece la ricercata finitura “Nebula Green” (l'ho ribattezzata "incanto sottomarino" per il magnifico rincorrersi di sfumature tra il blu e il verde acqua) che mi ricorda tante eleganti trasparenze fiammate che si vedevano sui body Ibanez di quegli anni e l’abbinamento dei pick up DiMarzio: Tone Zone al ponte e Air Norton al manico.
Per tutti gli anni ’80 i pick up di riferimento per Ibanez di lusso. come le Jem o le PGM, erano i Paf Pro, sempre DiMarzio, più morbidi, versatili e colorati. Viceversa, complice sia l’indurimento generale del suono del rock sia gli incontenibili sviluppi del chitarrismo shred, negli anni '90 Tone Zone e Air Norton hanno preso terreno; avevano una pasta più grossa e aggressiva e si erano imposti, il primo sui nuovi modelli signature di Paul Gilbert ( che li montava anche al manico) mentre il secondo, l'Air Norton, al ponte della chitarra di John Petrucci diventando un punto di riferimento per la plettrata alternata.
Questa RG ha un corpo in frassino e la tastiera in acero in incantevole occhio di pernice. Queste caratteristiche, sulla carta, fanno suonare lo strumento molto aperto, tagliente, ricco di alte nervose. Perfetto per fraseggi secchi, staccati e ritmici. Non sempre con questi legni l’abbinamento con humbucker così potenti funziona: il suono rischia di assottigliarsi troppo e perdere, soprattutto sulle frasi più veloci, di spessore e definizione.
Invece, su questa RG il bilanciamento è assolutamente fortunato. L’acero della tastiera regala una pasta squillante e solare al suono mentre il corpo in frassino valorizza la ciccia dei pick up: scendendo con il volume e smanettando con il selettore, un high gain si trasforma in un attimo in un clean più strafottente che sferragliante. Nel video lo sentite qui #2, con il selettore in posizione centrale e il volume appena aperto. Invece qui #3, il selettore si sposta in quarta posizione al manico e il suono già si scalda e gonfia un bel po’.
Quando si apre al massimo il volume il suono si fa grasso e fondente. Le note stesse sotto le dita ti sembrano burrose e la distorsione è una crema.
Qui nel video si avverte esattamente quando porto il volume al massimo. La libidine è la stessa di quando appoggi la sottiletta di formaggio sull’hamburger incandescente ancora sulla piastra. #4
Ovviamente, se da una parte si gode per il suono giunonico, dall’altra è necessaria una grande concentrazione nella pulizia esecutiva: se legati e tapping escono da soli, le caratteristiche della chitarra e la quantità di gain fanno uscire ogni rumore indesiderato e ogni attacco non armonioso del plettro sulle corde.
Con il volume al massimo e gli Humbecker a pieno regime il suono è una goduria: è tanto, gommoso e con mille colori, tutti vivaci. Si vola. #5
Il manico è, nella tradizione Ibanez, comodissimo e corsaiolo ma senza essere esasperato come su certi vecchi modelli.
Le mie impressioni sono di un’Ibanez con moltissimo carattere e personalità. E che va saputa tenere a bada e coccolare con una scelta di suoni azzeccata e studiata ad hoc. Lo si vede dalle linee e dalle finiture che è una chitarra elegante e queste caratteristiche se le porta nel suono. Può diventare gigantesco, incandescente e selvaggio ma mai cattivo, cupo, sguaiato o troppo metal vecchia scuola.
Il massimo lo da tra le mani sicure e precise del chitarrista moderno che è deciso ma mai brutale: non serve pestarla per farla cantare, anzi.
Credo proprio che le ultime chitarre del disco dei Dolcetti le registrerò con lei.
Ho come l'impressione che anche la più scrausa entry level delle ibanez suoni come alta liuteria, tra le mani del maestro Jana, e che certe sfumature possa godersele solo lui mentre suona..! ;) e
comunque è una venere, assolutamente!
complimenti davvero bell'articolo... si legge e scorre che è un piacere.. poi il maestro Jana come chitarrista... non si discute.... spettacolo puro !!!!
davvero bella, complimenti per tutto. Dall'esauriente articolo tuttavia non riesco a capire di quanti pezzi sia composto il manico, né se la tastiera in acero birdseye sia riportata, o se è un
tutt'uno col manico. Sarebbe inoltre interessante avere qualche indicazione dello street price, per lo meno in termini di ordine di grandezza
grazie e ciao
Max
Grazie! Come ho specificato il mio non era un test. L'ho attaccata e registrato un video al volo perché ero entusiasta di quanto mi piacesse.
All'inizio del testo dell'articolo il nome della chitarra è un link che ti porta alla pagina Ibanez del modello. Li troverai tutte le info dettagliate.
Ciao,
G
una cosa delle ibanez non riesco a digerirla...a me sembrano sempre tutte uguali! sia per colorazioni che per equipaggiamento...gianni "almeno" l'ha fatta suonare bene :)
forse la sento un po' troppo "secca"..."asciutta", ma magari la compressione di youtube non agevola.
Grazie per gli apprezzamenti sul playing Baconevio.
Sei severo con Ibanez ma posso capirti. Credo sia normale, se non si è troppo dentro un brand, cogliere le tante differenze tra le tante tipologie di un unico modello. Io quando sfogliavo i vecchi
FRONTLINE restavo sempre stupito della quantità sconfinata di Stratocaster che esistono: spesso davvero identiche a colpo d'occhio.
Se ti addentri di più nel mondo Ibanez -e nello specifico nel mondo RG - scoprirai che esistono differenze sostanziali tra i vari modelli. Sui colori poi, non parliamone, visto che si passa dal fluo
alle finiture eleganti come questa. ;-)
Rock!
diciamo che per lavoro me ne passano un po' per le mani, e le sole che mi abbiano mai attirato sono le S prestige, per leggerezza e scelte tecniche. il punto, forse, è che le ibanez mi sembrano
suonare sempre allo stesso modo per il fatto, magari, di aver attecchito soprattutto in ambito shred, che non gradisco molto (io sono un noto "cafone" legato alla rozzezza grunge :D ).
resta che, oggettivamente, in mano a te suonerebbe pure la classica scopa con le corde, e ho apprezzato il modo in cui "giochi" in ambiti leggermente differenti pur usando la stessa chitarra (molto
più "folli" i Dolcetti, molto più classici i racer cafè).
Anch'io comunque ho un'anima punk/grunge che pulsa da sempre. E' chiaro che strutturalmente una Rg non è la chitarra più indicata per reggere quella tipologia di chitarrismo. Per me la Rg resta il
violino delle elettriche. Restando in Ibanez per suonare quelle cose io adoro la Iceman. Con due Humbucker maleducati (Superdistorsion su tutti per il genere...) puoi snocciolare power chord come
cazzotti!
Sto cercando una chitarra di stampo "moderno"con ponte simil Floyd da affiancare ad una Stratocaster ed ad una Vintage V100 tipo Les Paul e da quel che ho letto il ponte "migliore" della Ibanez in
quanto a facilità di gestione ecc... è l'edge Zero II
Chiaramente sono ignorante in materia: ho sempre sentito dire che ponti di questo tipo sono alquanto complicati in fase di regolazione e cambio corde e non vorrei già togliere tempo (che già è
poco) al suonare...
beh, il floyd non è certo il paradiso in terra in termini di manutenzione.
del resto è l'ultimo elemento che ha realmente cambiato la chitarra elettrica, quindi offre spunti, possibilità, divertimento che altre soluzioni non offrono. potresti partire con una schecterdi
fascia media, che propone chitarre con ponti floyd semplici e dignitosi...così da prender confidenza con il sistema e poi magari buttarti più avanti su un edge che, concordo con gianni, tecnicamente
mi pare il meglio riuscito
Io, ad esempio, preferisco l'edge zero con il sistema zps3... Mi piace il fatto che resti fermo sui bending come un ponte fisso e non produca stonature se si suonano contemporaneamente le corde non
tirate...