Fede Poggipollini: il legno conserva note, emozioni e sudore
di redazione [user #116] - pubblicato il 11 novembre 2015 ore 17:00
Tra gli ospiti speciali di SHG ci sarà Federico Poggipollini che chiuderà la giornata di concerti con uno showcase esclusivo, suonando con la band, il suo ultimo disco, Nero.
L'abbiamo sentito per accordarci sugli ultimi dettagli della sua esibizione e ci siamo fatti raccontare che chitarra si porterà e quale spera di trovare invece, usata, tra gli stand di SHG.
A SHG vieni a presentare “Nero” il tuo disco. Che chitarre ti porti?
Porterò le mie due Stratocaster american deluxe.
Ampli ed effetti invece?
Un Mesa Boogie Express 5/25 e alcuni pedali tra cui un Big Muff, un pedale artigianale costruito da Antonio Scorrano, un Marshall Bluesbreaker Mk1, un Pog Electro Harmonix.
Niente delay e riverberi in pedaliera?
Certo, ho il Time Line della Strymon.
Come sta andando il tour di promozione di Nero?
Sono molto contento di come il pubblico sta reagendo nel live si fa prendere ballando e si fa trasportare nei momenti piu’ strumentali.
la strada di questo album e’ molto lunga, abbiamo messo in preventivo di portarlo in giro il più possibile, mi piacerebbe arrivare con i live in maniera capillare in ogni parte della penisola italiana.
Per suonarlo dal vivo hai cambiato e ri arrangiato parecchio le canzoni?
No, perché è un album nato per i live: il lavoro sull’arrangiamento e’ stato meticoloso proprio perché tutto perché fosse funzionale per i live. Ho messo dentro questo album tutta la mia ricerca del suono, frutto di 30 anni di esperienza.
Shg è il paradiso in terra delle chitarre usate: qual'è la chitarra a cui di sicuro non sapresti resistere?
Una Gibson Firebird nera, con due pick up e vibrola
Quando imbracci una chitarra usata per provarla, quali sono le prime tre cose che testi?
Dipende dal modello. Ne ho veramente molte, sono quasi un collezionista e secondo me a ogni chitarra devi dare la possibilità di abituartici.
La cosa molto importante e’ il suono, ovvio. Ma per me conta tanto anche l’estetica dello strumento. Mi piace pensare anche come è stata concepita, la storia che vuole raccontare. Le chitarre sono in legno e il legno ha un anima. E l’anima deve vibrare e la chitarra anche. Ogni chitarra a prescindere dal modello ha un suo suono peculiare e ha qualcosa da raccontare.
E una chitarra vintage, poi, pensa a quante ne ha viste…
Esatto. Per questo amo il vintage: perché amo pensare che quel legno conservi una memoria di note suonate, emozioni, nonché il sudore di chi ci ha passato ore con le mani incollate sul legno. Trovo proprio per questo gli strumenti in legno, soprattutto le chitarre, particolarmente affascinanti.