di Gianni Rojatti [user #17404] - pubblicato il 09 dicembre 2015 ore 16:00
Paul Gilbert spiega l'errore più comune di tanti chitarristi troppo concentrati sulla tecnica e il virtuosismo: scordarsi che quello che suonano dovrebbe funzionare applicato alla musica. Invece, praticano per ore solo fraseggi funambolici, senza preoccuparsi della loro musicalità o - peggio ancora - costruiscono canzoni come pretesto per sciorinare le loro acrobazie sulla sei corde. Peccati di gioventù che lo stesso Gilbert, oggi si rimprovera.
"Il problema dei tanti esercizi, di tanta tecnica chitarristica, dei lick shred che ho insegnato nei miei metodi è che molti musicisti li studiano e suonano fuori dalla musica. Suonano questi fraseggi, questi passaggi separatamente, quando invece sono stati scritti e composti per stare dentro la musica, come parte di una canzone, sia pure quella più funambolica, magari nel cuore di assolo.
Isolati dalla musica, decontestualizzati, questi lick sono suonati con l’unico obbiettivo di farli il più velocemente possibile. E invece l’obbiettivo dovrebbe essere un altro: riuscire a incastrare i lick nella musica, farli funzionare sul tempo.
Quando suono sono totalmente concentrato sul tempo, sulla pulsazione della batteria. Se suonando su un pezzo, anziché assecondare queste cose ci suoni sopra un lick velocissimo, snocciolato più veloce del groove della base, non va bene! Perché non c’entra nulla, non gira assieme alla canzone. Gran parte dei fraseggi che siete abituati a sentirmi suonare veloce, vengono dal mio lavoro con le band, dal fatto di suonare canzoni assieme ad altri musicisti. Nascono per essere applicati in un contesto musicale reale. Non per essere suonati da soli!
Ho sviluppato i miei fraseggi suonando e improvvisando su classici del rock come "School's out" di Alice Cooper; partivo dal riff e dal groove del pezzo e i lick che suonavo dovevano girare su quel tempo, su quella tonalità.
Poi quando suoni, quando improvvisi c’è sempre qualcuno che ti dice: “Ok, ma adesso, plettra velocemente!”. Va bene, posso farlo ma a patto che questo vada a tempo con il groove, funzioni con il brano che sto facendo.
Ma nemmeno questo è sufficiente. Perché poi, la cosa più importante è chiudere questi fraseggi veloci in maniera sensata: con delle pause, delle chiusure coerenti e convincenti. Ed è pazzesco perché -credimi - il 99% dei chitarristi che sento shreddare non sono in grado di chiudere i loro fraseggi in maniera sensata. Il loro playing è un aereo che continua a volare alla stessa altezza senza scendere o salire mai di quota!
Per questo è fondamentale suonare in una band, suonare delle canzoni: così da costringersi a dare musicalità a fraseggi che altrimenti resteranno solo esercizi di tecnica. Così ho fatto io.
Per carità, anch’io per un piccolo periodo della mia vita mi sono esercitato solo sulla tecnica, eseguendo da soli lick e fraseggi. Ed era buffo perché in quel periodo costruivo le canzoni attorno ai miei lick. Le canzoni erano le cornici attorno al mio fraseggio shred. Quando dovrebbe essere esattamente il contrario.
E sfortunatamento, in qualche maniera, sono diventato famoso per questo. Ma davvero mi scuso per aver fatto musica in questo modo."