di alberto biraghi [user #3] - pubblicato il 30 giugno 2017 ore 11:00
Due chiacchiere sulla Ibanez RG e sull'RG Tour con uno dei suoi ideatori, Francesco Longhi di Mogar. L'iniziativa è senza precedenti: mai prima d'ora in Italia una chitarra - neppure quelle con il doppio di carriera all'attivo - era stata celebrata con tanto affetto, dedizione e orgoglio: Ma ci sta: perché la Ibanez RG, protagonista di tre decenni di rock, è anche e soprattutto una chitarra diversa da tutte le altre, anche lei "senza precedenti".
Figlia della Jem di Steve Vai, la Ibanez RG ha invertito i ruoli sui palchi: anziché sposarsi a icone del calibro di Hendrix, Page, Clapton o Vaughan, è diventata essa stessa icona di libertà artistica e creatività, svincolando il chitarrista dalla firma di una celebrità sulla paletta e accettando evoluzioni tecniche e modding senza tradire la propria natura.
Versatile, disponibile, generosa, scanzonata, la Ibanez RG è lo strumento (inteso come "attrezzo") con cui generazioni di musicisti hanno suonato il rock degli ultimi decenni e al contempo è lo stimolo per tanti giovani neo-chitarristi a studiare e mettersi alla prova. Questo "attrezzo per fare musica" compie oggi trent'anni (un'enormità per una chitarra elettrica) ed entra nella maturità. Ma lo fa mantenendo inalterata quell'anima giovane e ribelle che ne ha favorito il successo.
Francesco Longhi, uomo Ibanez Italia (qui sotto con Cesareo e Keita Sakamoto di Ibanez), tra gli ideatori del Tour, ci racconta oggi l'evento da dietro le quinte.
Francesco Longhi - RG Tour è nato quasi per caso una sera di novembre 2016 — e parte della colpa è proprio vostra, ragazzi di Accordo. Perché la sera di novembre in questione è stata proprio quella a conclusione dell’ultimo SHG GuitarShow. Chiacchierando a cena con Andy Martongelli, Ralph Salati e altri amici, abbiamo fantasticato su un evento per l’anno seguente non dissimile dall’Ibanez Day tenutosi nel 2015. Pochi minuti e la singola occasione si è trasformata in una serie di concerti in diverse città italiane. Perché quindi non utilizzare questi concerti per celebrare il trentesimo anniversario di RG, strumento simbolo del marchio? A onor del vero, il discorso è proseguito tra il serio e il faceto quella sera. Ma la macchina di RG Tour si era già, silenziosamente, messa in moto. Il mattino seguente, la prima cosa fatta una volta arrivato in ufficio è stata quella di proporre l’idea ai piani alti. Rapidi gesti di assenso e RG Tour ha preso vita.
AC - Quattro validissimi musicisti in tour: Martongelli, Rojatti, Salati e Sfogli. Che criteri avete usato per comporre questo quartetto?
FL - Marco, Gianni e Andy stavano pianificando una masterclass insieme. Mi sono permesso di suggerire loro l’inclusione di Ralph Salati per affrontare il tema hard ‘n’ heavy a trecentosessanta gradi attraverso tutte le sue epoche. In seguito, come sapete, il discorso ha preso tutta un’altra piega... Così è nato il cuore di RG Tour: quattro chitarristi con un background comune che hanno sviluppato stili diversi e personali, quattro didatti con un’intensa attività professionale nelle rispettive band ma, in primo luogo, quattro amici uniti da stima reciproca e da un denominatore comune: Ibanez RG.
AC - A Milano l'ospitata di Civaschi e Gregolin ha messo il turbo a un evento già di per sé interessante. Contate di ripetere l'esperienza nelle prossime puntate con altri ospiti a sorpresa?
FL - RG Tour è una dichiarazione d’amore. Non solo nei confronti di uno strumento, di uno stile e di un’idea ma anche — e soprattutto — a tutti coloro che negli anni hanno scelto e utilizzato RG nel proprio processo creativo. Per questo motivo, vogliamo con noi quanti più amici possibile in questo progetto. Nella “nostra” Milano, Cesareo è stato una scelta imprescindibile. Esattamente come la musica di Elio e le Storie Tese con cui siamo cresciuti e con cui crescono tanti ragazzi anche oggi, Cesareo incarna lo spirito di attualità costante che da sempre accompagna RG. Daniele è un altro amico con cui ho la fortuna di lavorare da molti anni. Penso che il suo stile, in costante metamorfosi tra ben più definizioni delle semplici “rock” e “jazz”, abbia saputo stupire il pubblico di Blueshouse mostrando quanto RG sia uno strumento moderno in grado di adattarsi perfettamente alle esigenze di un musicista consapevole. A breve, annunceremo la seconda data di questo tour e gli ospiti che condivideranno palco e note con il nostro quartetto preferito.
AC - In trent'anni di vita la Ibanez RG ha definito il proprio ruolo nel panorama musicale mondiale, anche ribaltando e rinnovando l'immagine della chitarra rock, introducendo un approccio con lo strumento meno feticista, più allegro e scanzonato. Come immagini i secondi trent'anni della Ibanez RG?
FR - Come immagino i prossimi trent’anni di RG? Per coerenza e completezza di analisi, dovremmo pensarli uno per uno. Questo perché RG si basa su un concetto in costante evoluzione. Ogni nuovo anno vede nascere decine di modelli inediti che abbracciano stili e necessità differenti in un esercizio di modernità e modernizzazione che sento proprio della cultura giapponese di oggi. Nuove parti elettroniche e meccaniche, nuove soluzioni in termini di liuteria, un’attenzione non comune ai maggiori trend condivisi dai professionisti... Mi piace pensare alla duplice natura di RG — tanto aggressiva nella forma quanto elegante nell’essenza — come a una scena da un vecchio film di samurai dove la frenesia del combattimento assume toni al contempo incredibilmente violenti e innegabilmente aggraziati. È sulla base di questo dualismo che ritengo RG continuerà a innovarsi e innovare.
PS: Parte di Mogar dal 2003, Francesco è in realtà una “matricola” del marchio Ibanez, avendo iniziato ad occuparsene nell’autunno del 2014. Classe 1980 e appassionato di musica e di strumenti musicali sin dalla prima adolescenza, amerebbe tutt’oggi saper andare oltre la pentatonica minore.