di [user #] - pubblicato il 21 novembre 2017 ore 10:30
Domani ia prima conferenza presentata da Accordo all'interno della Milano Music Week.
Si parlerà delle chitarre più esagerate, spettacolari e - forse - un po' frivole della storia del Rock: quelle che hanno infiammato la musica a lustrini degli anni '80.
"Gli anni '80 a sei corde" è un incontro presentato da Accordo e curato da Gianni Rojatti.
Si terrà domani, alle 16:00, all'Urban Center di Galleria Vittorio Emanuele II a Milano.
Questa conferenza è viaggio musicale sulle corde di una chitarra, attraversa una decade controversa: tra gli ultimi rigurgiti del punk, l’esplosione della new wave, gli eccessi del metal e i primi singhiozzi del grunge.
Un decennio la cui ricchezza e varietà musicale si riflettono nella straordinaria evoluzione tecnica, strutturale e musicale della chitarra elettrica.
Perché, soprattutto nell’ambito del rock e del pop, gli anni ’80 sono stati un'era musicale in cui i suono, la forma espositiva, la maniera di suonare e arrangiare una canzone erano curati quasi più del contenuto della canzone stessa.
Una ricerca musicale e tecnica di perfezione esecutiva, eleganza e bellezza formale che fiorisce e si concretizza soprattutto nella maniera di suonare spettacolare e aliena dei chitarristi dell’epoca. Eddie Van Halen, Steve Vai, Yngwie Malmsteen, Paul Gilbert, Joe Satriani: i guitar hero degli anni ’80 erano capaci di compiere sui manici delle loro chitarre le stesse eroiche esagerazioni che, in quegli anni, Rambo, Rocky e Indiana Jones realizzavano sugli schermi cinematografici.
Gli anni in cui Van Halen e Steve Lukather scalavano le classifiche nei dischi di Michael Jackson e Stevie Ray Vaughan in quelli di David Bowie. Steve Vai incideva le chitarre per John Lydon, cantante dei Sex Pistols e Prince faceva piangere il mondo con l'assolo lancinate di "Purple Rain"