Tra pochi giorni avrebbe chiuso i battenti, e così ho colto l'occasione di trovarmi a Genova per visitare la mostra con la famiglia al seguito.
Siamo rimasti tutti quanti molto contenti, io ed il mio fido batterista molto più coinvolti dagli aspetti "rock" della mostra, la mia piccola principessa dal violino, e la mia dolce metà dall'insieme dei due mondi solo in apparenza distanti.
Ci sono alcuni concetti che mi sono rimasti impressi e vorrei condividere brevemente qui.
1) L'amatore. Chi in Musica veniva definito "amatore" era una persona che amava la musica, magari non era un musicista ma amava suonare, indipendentemente dalle competenze tecniche. Le competenze tecniche degli amatori potevano essere anche molto elevate. In altre parole, se ami davvero la Musica di limiti non ce n'è.
2) Il patto col diavolo. Non esiste patto col diavolo, ma solo duro esercizio e testardaggine nel raggiungere i propri obiettivi, dalla tecnica alla costruzione del personaggio che si porta in scena.
3) Le emozioni. Le emozioni sgorgano incontrollate e veicolate dalla musica che si suona, la musica è un po' una traduzione delle emozioni che abbiamo dentro o che ci arrivano dal pubblico e che sul pubblico riversiamo. Interessante poi come la danza prenda la musica e la trasformi in qualcosa di visuale e tattile, dandole una forma visibile. E' una traduzione di una traduzione, un po' come un linguaggio evoluto che si basa su un linguaggio macchina per dirla in termini informatici.
4) sebbene gli strumenti a disposizione del pubblico fossero in uno stato penoso (fine mostra, ci sta, ma almeno uno stand per la chitarra e un paio di jack nuovi, dai...) regalerò un violino alla mia principessina, ne è rimasta folgorata.
Una considerazione in più per quanto riguarda la distanza tra persona e personaggio, abbiamo in Italia dei giganti che sono un po' schiacciati dal personaggio che si sono creati e dalle aspettative del pubblico nei confronti di questo personaggio, errore che ho fatto anche io e che forse solo ieri ho compreso.
Forse un cambio di personaggio come quello fatto da David Bowie o Prince (o, solo in parte, da Morgan in Italia) sono la giusta soluzione all'ingombro creato dal personagigo sulla persona. Se il personaggio prende il posto della persona è la fine, si perdono di vista gli orizzonti e ci si confonde con esso. Ziggy Stardust rimarrà immortale, ma fortunatamente per David Bowie non è fuso con David Bowie, che ci ha permesso di gustare altre forme di musica presentate da altri personaggi da lui stesso impersonificati.
Ecco, forse questa sarebbe la giusta soluzione per evitare che persone colme di talento siano destinate a smettere perché il loro personaggio non fa più ascolti.
In fondo quello della musica per i musicisti è un mercato, e bisogna dare al pubblico quello che il pubblico vuole, o stimolare il pubblico con qualcosa di nuovo ed inaudito (come hanno fatto Paganini ed Hendrix, per restare in tema della mostra, o Elvis, i Beatles, oppure proporre qualcosa di già conosciuto in veste completamente nuova, come i Rolling Stones e molti altri). Solo che con le registrazioni diventa difficile trovare qualcosa di inaudito, dopo tutto quello che è stato registrato e quindi a portata di memoria.
Mi fermo qui per non immergermi nell'estetica e nella filosofia (ho un grande amico che lo fa molto meglio di me), però ecco, volevo condividere questi pensieri nati da una gita domenicale.
Buona Musica a tutti! |