Cool Gear Monday: Snakehead, il primo prototipo Telecaster
di Pietro Paolo Falco [user #17844] - pubblicato il 10 giugno 2019 ore 11:00
Un solo pickup, niente trussrod e una paletta amata-odiata dal taglio squadrato. La Telecaster “Snakehead” è il sogno proibito di ogni fan Fender.
Esquire prima, Broadcaster poi per acquisire infine il nome di Telecaster, lo strumento con cui Fender ha contribuito a inaugurare l’era delle chitarre elettriche solid body ha un’antenata poco nota ai più ma dal fascino inimitabile. Spartana, per qualcuno sgraziata e senza dubbio migliorabile (e in seguito migliorata), la Snakehead rappresenta il primo prototipo attraverso il quale i disegni di Leo Fender sviluppati nel corso del 1948 prendono forma e si finalizzano, nel 1949.
Essenzialmente una Telecaster ante-litteram, la Snakehead deve il suo nomignolo alla forma della paletta. Larga e schiacciata, leggermente più stretta in punta e con tre meccaniche per lato, ricorda la testa di un serpente e resta sicuramente impressa per quanto si discosta dalla sinuosa e pacata paletta Telecaster con sei meccaniche in linea.
Lo strumento deriva direttamente dalle lap steel che Leo già costruiva all’epoca, riadattate alle forme abbozzate di una chitarra acustica, più piccola e maneggevole e preferendo una spalla mancante per consentire un accesso agevolato agli ultimi fret.
Il manico in acero è privo di truss rod. Benché il dispositivo sia quasi considerato uno standard tra gli strumenti professionali, Leo Fender ritiene che il legno è resistente a sufficienza da farne allegramente a meno. Il body, senza troppi complimenti, è in comune pino e verniciato di bianco.
Interessante è il progetto elettronico previsto per la Snakehead. Un solo pickup siede sulla placca in metallo del ponte e due potenziometri trovano posto su una piccola placca in metallo rettangolare avvitata di traverso in basso sul body, in una posizione non troppo dissimile da quella dei due toni di una moderna Stratocaster.
Per lungo tempo, la Snakehead è rimasta una sorta di animale mitologico fino a quando, nel 2010, il Custom Shop Fender ha deciso di portarla all’attenzione del grande pubblico dedicandole una riedizione speciale. Realizzata in soli 60 esemplari per la collezione Tele-Bration, la Snakehead del Custom Shop celebra il sessantesimo anniversario di Telecaster in modo più che singolare, e senz’altro gradito.
È difficile dire quante chitarre elettriche con quelle specifiche abbiano lasciato i laboratori Fender nel 1949. I documenti disponibili non specificano se si trattasse di una one-off o se abbia avuto un seguito. L’ultima notizia nota circa il ricercato prototipo riguarda l’acquisto da parte di un collezionista privato nel 1994, per la cifra di 375mila dollari.
Certo è che, immediatamente dopo aver completato la Snakehead, Leo era già al lavoro su un secondo prototipo, ancora più vicino alla forma definitiva della Telecaster.
Il secondo esemplare introduce la paletta con sei meccaniche in fila rimasta pressoché invariata fino a oggi e lascia il body nudo a richiamare il blonde che diventerà poi simbolo delle prime Telecaster di produzione industriale. La chitarra sposta inoltre la placca dei controlli sull’estremità più bassa del body, posizionata in orizzontale, decisamente poco a portata di mano. Per fortuna, la caratteristica sarà mandata in pensione di lì a poco.
La versione definitiva della Telecaster vedrà la luce nel 1950 e incontrerà il pubblico specializzato per la prima volta alla fiera di Chicago, dove non fu accolta con particolare calore. Per quanto innovativa, la chitarra elettrica Fender viene criticata per diverse scelte costruttive, tra cui l’iniziale mancanza del truss rod.
Don Randall e Charles Hayes, incaricati da Leo Fender alla presentazione presso lo stand RTEC - Radio And Television Equipment Company, incassano diverse parole di scherno verso la nuova nata, descritta come “un remo da canoa” o peggio “un’asse del water con le corde”. Com’è andata in seguito, non c’è bisogno di raccontarlo.
Chitarre imperdibili, lavori custom da manuale, effetti introvabili e amplificatori da sogno. Il lunedì del Cool Gear Monday è la rubrica di Accordo.it che rende più gradevole il ritorno a scuola e in ufficio.