Per un marchio come Martin, che per certi versi ha inventato la chitarra acustica così come la conosciamo oggi, mettere da parte il contatto diretto con la propria tradizione per tuffarsi nella sperimentazione totale è un rischio. Il pubblico non accetta sempre di buon grado le innovazioni introdotte dalle firme storiche ma, quando è stata svelata la SC13E, l’audience del Namm ha faticato a trattenere interesse e curiosità.
La SC13E è la chitarra acustica con cui Martin mette a frutto un’intensa fase di ricerca e sviluppo mirata ad aggiornare lo strumento flat-top alle necessità dei musicisti più moderni. Si tratta di un audace esperimento rivolto alla suonabilità e alla versatilità d’uso, rincorsi attraverso prassi costruttive del tutto inedite per Martin Guitars.
Primo elemento a catturare lo sguardo è la forma del corpo. La cassa, realizzata in due strati di koa incollati a uno strato centrale di mogano, descrive una silhouette sfalsata da un lato per un occhio di riguardo verso l’ergonomia senza sacrificare il volume della struttura e la pressione sonora che ne deriva.
Una spalla mancante dal taglio netto e profondo promette un accesso agevolato agli ultimi fret, grazie anche a un tacco estremamente ridotto. Una delle innovazioni principali sta infatti nell’assemblaggio del manico: non c’è colla e nemmeno viti tra manico e corpo, bensì un solido incastro tenuto al suo posto da parti meccaniche alla base, alle quali si può accedere dal retro attraverso due boccole per smontare l’intero manico in pochi minuti e in qualsiasi momento senza rischiare di danneggiare la struttura.
Alla base del manico, visibile dall’interno della buca, è presente uno spazio per uno shimmer, uno spessore appositamente realizzato in diverse misure per imporre una precisa inclinazione al manico. Si tratta di un accorgimento utile a ottimizzare il setup dello strumento secondo i gusti del musicista e le sue preferenze in fatto di spessore e tipologia di corde, migliorando action e intonazione a seconda del caso. Il tutto avviene senza rischi e in maniera completamente reversibile.
Insieme al tacco ridotto e alla profonda spalla, contribuisce alla suonabilità anche un manico con profilo sagomato per accompagnare la mano in tutta l’escursione, ben oltre il 12esimo tasto.
A dispetto delle sperimentazioni messe in gioco sul lato della costruzione, la SC13E promette un timbro tradizionale e il progetto si basa sulla classica catenatura a X, ma colpisce la scelta di riportarla anche sul fondo per maggiore stabilità e risonanza. Dall’interno della buca è infatti possibile notare i caratteristici listelli incrociati, che hanno portato a un restyling anche estetico, con la sagomatura dell’etichetta in un nuovo formato circolare ad ammiccare alle grafiche di un disco in vinile.
Un sistema Fishman MX-T cura la voce amplificata dello strumento, con controlli e accordatore accessibili dall’interno della buca per non compromettere l’integrità dei legni con i canonici scassi sulle fasce.
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