di Gianni Rojatti [user #17404] - pubblicato il 08 maggio 2020 ore 17:30
Assieme a Mascot Label Group abbiamo deciso di farvi un regalo. E abbiamo confezionato una compilation affiancando ad alcuni giganti della chitarra rock blues altri grandi artisti, altrettanto interessanti da ascoltare. Da Joe Bonamassa a Gary Moore, passando per The Magpie Salute, George Benson e Black Stone Cherry, dieci chicche di grande musica in un clic sul vostro HD.
Questo, invece, l'elenco dei pezzi che ci troverete e perchè ci sono piaciuti tanto da volerli condividere con voi.
JOE BONAMASSA “Mountain Climbing” (live)
Album:Live At The Sydney House
Bonamassa apre le danze con questo blues solcato da una pulsazione funk sorniona, tra fiati e la chitarra sporcata con il wha wha.
“Mountain Climbing” è scandita da un riff secco e dilatato con la chitarra di Bonamassa che conquista con il solito suono cremoso e caldo, una gioia per le orecchie.
L’assolo non è la solita mitragliata ma un ben architettato disegno melodico tra pentatonica e aperture drammatiche sulle scale minori. Una prova di grande lirismo prima che di tecnica per la sei corde di Bonamassa, dove non mancano bending lancinanti e una pennellata di slide nel finale, da brividi lungo la schiena.
ERIC GALES “Watcha Gona Do”
Album:The Brookends
Questa di Eric Gales sembra una traccia scappata da un disco dei RHCP ed è delizioso il riff d’apertura che dopo due battute viene doppiato: il suono si apre in stereo con un effetto da far girare la testa. Il suono di single coil tirato per il collo della chitarra di Gales è una goduria. Il chitarrista canta e si fa il verso da solo con la sua sei corde che parla con il wha wha. Tutto pare leggero e saltellante fino al ritornello, quando arriva un muro di chitarra distorte che ti sotterra. L’assolo è da capogiro: Gales imbastardisce la pentatonica con la minore armonica e suona libero da ogni cliché. E si fa sempre più selvaggio nel finale, dove le svisate sgorgano fluide, disinibite e affogate nel delay.
KENNY WAYNE SHEPHERD BAND “Women Like You”
Album: The Traveler
Beh, questo è un pezzo davvero potente e la melodia è una bomba. Ancora blues e ancora funk ma, stavolta, tanto e tanto suono rock. Il pezzo procede tosto e fiero e ogni quattro battute pare che la band pesti sempre di più ma comunque, per come il pezzo pompa, comunque non basta e viene voglia di continuare ad alzare il volume ancora di una tacca. L’assolo è quello che vorremmo saper suonare tutti: una pentatonica con un suono grosso e piantato come un elefante incazzato e un timing e un’intenzione arrogante che si farebbe ascoltare per giorni.
KRIS BARRAS “Counterfeit People”
Album:Light It Up
Kris Barras snocciola il pezzo più frizzante e fresco di questa compilation. Kris canta da paura e “Counterfeit People” è un frullato ben riuscito delle cose più sfiziose che ti verrebbe voglia di ascoltare coi finestrini abbassati guidando in une bella serata di maggio: da Bryan Adams ai Mr. Big, passando per i Black Stone Cherry. Di Kris non abbiamo ancora capito se canta o suona meglio e questo assolo complica la faccenda: gran suono, costruzione melodica perfetta e fraseggio ritmico ficcante. Figata.
GEORGE BENSON “Gimme The Night” Album: Weekend in London
Tutti in piedi. La leggenda George Benson, la più incantevole e raffinata chitarra jazz soul dell’universo, celebra il suo capolavoro “Gimme The Night”, disco imprescindibile del 1980 prodotto da Quincy Jones.
“Gimme The Night” ospitava musicisti come Lee Ritenour, Herbie Hancock, David Foster e George Duck e di quell’album Benson propone propria l’omonima “Gimme The Night” classico di groove ed eleganza armonica sublime. La chitarra di Benson ammalia e balla tra fraseggi sulle ottave con più stile di Tony Manero. Nel finale il groove rallenta e si fa ancora più sornione e accattivante. Impossibile non muovere la testa. Che classe.
SONNY LANDRETH “Blacktop Run”
Album: Blacktop Run
“Blacktop Run” è una graziosa e ruspante parentesi acustica. C’è un’autentica coltre di eccellenti chitarre acustiche, slide e banjo che avvolgono una melodia country agrodolce, interpretata dalla vellutata e calda voce di Landreth. Un ottimo groove tiene alta la tensione del brano che per quando morbido non diventa mai melenso.
GARY MOORE “Still Got The Blues”(Live)
Album: Live From London
Basta l’intro di sola chitarra per farti venire il nodo in gola. E poi, quando parte il tema, è quasi impossibile frenare i brividi se non, addirittura, le lacrime. Perché quella che suona è una delle più sublimi e strazianti performance mai eseguite su una chitarra elettrica, “Still Got The Blues”. Gary Moore e la sua Gibson erano una fetta di paradiso in terra e mancano da morire. L’assolo di chitarra in questo pezzo è una storia d’amore di poco meno di tre minuti che ti consuma, lacera e segna per sempre. Suono, feeling, tecnica, passione, rabbia, dolcezza, amore e disperazione.
VANDENBER “Shadows Of The Night”
Album: 2020
Adrian Vandenberg è un vecchio leone della chitarra Rock, un’icona vivente che ha un disco nuovo di zecca in uscita a fine maggio. Questo pezzo è una fotografia efficace di cosa dovrete aspettarvi da questo album che c’è piaciuto molto. Hard Rock di classe, fuori dal tempo, cristallino e rispettoso di tutti gli stereotipi più nobili del genere: melodie epiche, arrangiamenti poderosi, una sezione ritmica arrogante e suoni e suonati di chitarra da enciclopedia del rock. Chapeau maestro!
THE MAGPIE SALUTER “Sooner o Later”
Album: High Water II
Musica per veri freakkettoni! I due membri storici dei Black Crows, Rich Robinson e Marc Ford con i loro The Magpie Salute confezionano un’entusiasmante contaminazione stilistica e pasticciano un solido impianto progressive con blues, rock e sonorità alternative, quasi grunge. Il sound è assieme ricercato ma sanguigno. Arrangiamenti, costruzione del brano, suoni, linea vocale tutto è un babà. Il suono fuzzoso dell’assolo è da sballo. Uno di questi dischi da sfoggiare con gli amici per vantarsi di conoscere e ascoltare musica ganza.
BLACK STONE CHERRY: “Me And The Devil Blues”
Album: Back To Blues Volume 2
I Black Stone Cherry questa cazzutissima “Me And The Devil Blues” sembrano averla scritta e registrata dopo essersi mangiati un paio di vinili di Stevie Wonder e almeno uno dei Living Colour. Ancora una volta il loro sound di chitarra è uno dei più potenti e accattivanti degli ultimi dieci anni. Sono una forza della natura e in questa inedita sbandata funk ci sembrano ancora più irresistibili.