Era un bellissimo regalo di Natale. Un bel weekend con la famiglia, solo noi 4 a spezzare la routine del lavoro, con i suoi viaggi che mi portavano sempre in giro per il mondo. La partenza sarebbe stata domani mattina, di buon'ora, con i ragazzi che avrebbero dormito almeno almeno fino a Genova. Poi una colazione insieme in Autogrill, ma magari anche fuori se fossimo giunti con gli stomaci prima dell'implosione fino a, che so, Rapallo, Chiavari o Sestri. Poi avremmo proseguito fino alla città famosa per le sue mura e la sua fiera del fumetto, a cui ogni anno mi prometto di andare e per cui puntualmente accade sempre qualcosa che me lo impedisce.
Fatto il giro della città ci saremmo poi sistemati nel bed & breakfast, avremmo fatto una cena un po' più presto del solito, e saremmo andati carichi di emozione al concerto di Paul McCartney. E sembra un po' fuori dalla concezione del possibile che un ragazzo che veniva ascoltato con piacere da mio papà, che è diventato un signore ascoltato, amato e studiato da me venga apprezzato e scoperto con piacere dai miei figli nella sua tarda età. Per loro non sarebbe stato il primo concerto, ma il primo in cui tutti e quattro avremmo fatto una bella gita insieme allo scopo di godere dello spettacolo e della musica di un concerto. Finito il concerto saremmo andati nel bed & breakfast, ci saremmo addormentati sognando di sottomarini gialli, usignoli e altre creature fantastiche, per risvegliarci domenica nella campagna toscana, una buona colazione, un pranzo magari in riva al mare e un rientro magari in coda ma felici per l'esperienza passata insieme.
E invece, cara Lucca, il destino che si accanisce contro il nostro incontro su appuntamento si ripresenta, anche questa volta ho dovuto rinunciare.
E mi spiace dirlo, questa volta il dispiacere è più per il concerto mancato che per visitare di nuovo le tue mura, non più raggiunte per sfida con un amico temerario per la vacanza più on the road della mia vita, o per una composta gita scolastica come da programma sotto un acquazzone, ma questa volta per vedere ed ascoltare una leggenda vivente, in grado come pochi di unire tre generazioni di appassionati di musica come noi in famiglia.
E mi dispiace davvero per Paul, una persona che ha avuto una vita così incredibile, padrone del mondo culturale insieme ai suoi tre compagni d'avventura per anni e anni, capace di inventare melodie immortali, credo sarebbe stato felice di donarci un po' della sua magia.
Ora, se ho capito bene, ci daranno un voucher, che credo farà la fine degli smartbox economici regalati a Natale da chi non sa cosa regalarti, era meglio lasciar perdere. Chi può prendere il posto di Paul McCartney? Può quell'emozione valere il concerto di qualcun altro? Secondo me non si può sostituire il pregustarsi un weekend del genere, lo stare insieme, sembrerebbe un rubare un'emozione. Non voglio nemmeno puntare il dito contro chi organizza i concerti e che con i concerti ci vive, un mio vecchio amico gira in tour per il mondo dietro al mixer per i grandi ed è stato costretto a stare a casa, non mi sembra giusto infierire togliendo ogni sostentamento a chi non ne può nulla, per i lavoratori dipendenti c'è la cassa integrazione (almeno sulla carta), per loro c'è la cassa da mille watt da spostare in magazzino e basta.
Quello che mi mette tristezza è che il Covid ci ha tolto non solo tanti nostri cari, il lavoro e il denaro, ma ha fatto e sta facendo di tutto per fiaccarci il morale, toglierci la Musica e la gioia di stare insieme, di condividere la cultura e le cose belle che ci rendono umani.
Suoniamo più forte, facciamogli sentire che anche chi è scarso come me è comunque più forte e testardo di lui, e che alla fine lo sbaraglieremo su tutti i fronti. |