di paoloanessi [user #32554] - pubblicato il 30 novembre 2012 ore 07:30
Solid body proveniente dalla linea dedicata alla memoria di James D'Aquisto, la EM3 è uno strumento fusion a tutto tondo, sia per ciò che riguarda lo stile musicale designato, sia per le scelte progettuali che incrociano più di un orizzonte costruttivo.
La EM3 è il modello solid body della liuteria di Josep Melo appartenente alla linea di chitarre dedicate alla memoria di James D'Aquisto.
Sebbene l'ispirazione del liutaio newyorkese sia forte, la EM3 possiede un carattere estremamente personale grazie alle scelte costruttive di Melo. Il body è realizzato in acero occhiolinato con top in abete, stupendo davanti e dietro, con camere tonali che, oltre a rendere lo strumento più leggero, a detta dei costruttori sono le principali responsabili della spiccata acusticità della chitarra. Con il Bartolini montato al manico, unico pickup previsto, una distorsione credibile ma prevedibilmente limata sulle frequenze acute risulta ottenibile con facilità. D'altro canto, il posizionamento stesso del pickup garantisce un clean subito grosso, rotondo e caldo, tipicamente jazz. Nella scelta di uno strumento bisogna ricordare che anche i punti a cui le corde sono ancorate rappresentano degli elementi fondamentali per il confezionamento del suono. Ecco quindi che il ponte in legno della Melo scalda e arrotonda il suono. È impressionante la quantità di sfumature ottenibili utilizzando un materiale piuttosto che un altro per queste parti di contatto. La EM3, splendida fusion guitar, è resa particolarmente accattivante dalla rifinitura blu elettrico che lascia intravedere la scelta e l’accostamento dei legni di Melo. Curiosa e originale è la forma della paletta, un marchio di fabbrica degli strumenti di Josep riconoscibile alla prima occhiata.
L'elettronica, oltre al classico tono e volume, prevede un piccolo switch a tre posizioni: la prima è una sorta di true bypass che non influenza il suono lasciando integro l'humbucker al manico, la seconda spegne una bobina facendo ottenere il tipico twang da single coil e la terza effettua il controfase snellendolo ancora di più, così da ottenere credibilmente un suono da accompagnamento funky.
"Bizzarro" è il termine adatto per descrivere il manico: come dettato da una miscela di stili costruttivi, presenta dimensioni generose nella sua perfetta rotondità ma è controbilanciato da dei tasti molto piccoli, che probabilmente mal si addicono alla ricerca di fraseggio shred e virtuoso talvolta richiesto dalla musica fusion. La tastiera in ebano, bellissima e complessivamente molto scorrevole e intonata, è praticamente piatta e simile a quella di una Jackson. Secondo le mie mani, tale scelta mal si accosta a un manico così abbonante.
Dettagli costruttivi del genere, da soli, dovrebbero bastare per intuire quale sarà il carattere della solid body una volta collegata a un amplificatore. In un attimo ci si trova a passare da un clean credibilmente jazz e quasi acustico alla distorsione forte, un po' ovattata ma sempre sufficientemente intellegibile da permettere di sciorinare sweep e linee veloci, divagando poi con chitarrine pungenti e dannatamente funky. La EM3 potrà anche non offrire il massimo per ogni singola sonorità o stile che si riesce ad accostarle quando la si imbraccia, ma le sue sfumature sono talmente tante da farsi perdonare subito, considerando che un panorama così ampio sarebbe altrimenti accessibile solo usando almeno tre strumenti differenti. Tuttavia, una nota di demerito è emersa nella dura prova dello studio di registrazione: insieme alla JM5 testata a questo indirizzo, è il secondo strumento costruito da Melo a non avere la massa collegata al pickup. Ciò si traduce in un leggero fruscio di sottofondo che accompagna l'esecutore durante i clean suonati piano. Non è fastidioso e invasivo, ma sorprendentemente presente per uno strumento del suo rango.
In definitiva Josep ha realizzato un ottimo strumento fusion che si adatta appunto a fusioni di stili, tra il jazz elettrico dai suoni acustici caldi e rotondi, fino ad arrivare alla verve tipica del rock: sembrerebbe che tutte le energie costruttive e progettuali siano state pensate in questa direzione.
Nella registrazione nel video si è optato per un suono crunch con un po' di delay. La EM3 regge i suoni distorti mantenendo un livello di pulizia e definizione quasi esagerato. La parte ritmica d’accompagnamento è ottenuta splittando il pickup da doppio a singolo.