di Pietro Paolo Falco [user #17844] - pubblicato il 15 aprile 2021 ore 07:30
L’ammiraglia Boss torna in un formato compatto, senza rinunciare alla connettività e ai suoni del modello top di gamma. Abbiamo testato sul campo la GT-1000 Core per voi.
Ogni parola sarebbe superflua per descrivere l’esperienza che Boss ha maturato nel campo dei processori multieffetto. L’evoluzione del digitale per chitarra è letteralmente costellata di pedalboard e sistemi marchiati Roland e Boss, e averne uno tra le mani prepara già a quello che sarà un prodotto sicuramente degno d’interesse.
La GT-1000 Core è di fatto l’evoluzione portatile della pedaliera GT-1000, multieffetto Boss che, nel 2018, ha smosso l’interesse del pubblico con un hardware prestante, connettività completa e una pletora di suoni sconfinata. Ben più di una banale versione ridotta per ammiccare a un pubblico meno esigente, l’edizione Core fa parte di una categoria di prodotto che fino ad alcuni anni fa, semplicemente, non esisteva.
Con la GT-1000 Core, i progettisti racchiudono immutata la potenza di calcolo della GT-1000 in uno chassis grande quanto uno stompbox della serie 500 di Boss e con la medesima solidità, garantita da una struttura interamente in metallo. L’assenza di pedale d’espressione e il minor numero di footswitch non devono trarre in inganno, perché il dispositivo conserva tutte le prese necessarie per raggiungere un livello di controllo professionale.
Poche rinunce e tanta carne sul fuoco, perché la Core riporta tutte le connessioni che ci si aspetta da un dispositivo moderno e flessibile, con addirittura un ingresso in più rispetto alla GT-1000. Questo, perfettamente in linea con il concetto “modulare” alla base di un prodotto simile, risulta indispensabile quando si intende entrare nel processore già con catene stereofoniche che verranno elaborate su canali indipendenti all’interno del percorso virtuale del segnale.
Della controparte “a piena grandezza” restano le due coppie di prese per send e return, per inserire effetti esterni in qualsiasi punto della catena virtuale o per prelevare il segnale in un preciso punto del percorso inviandolo a un registratore, un mixer o un amplificatore diverso rispetto alla destinazione del segnale processato per intero, che verrà invece prelevato attraverso i due output, di cui il sinistro funge anche da uscita cuffie.
Ancora sul dorso è presente una presa per footswitch esterni o un pedale d’espressione, mentre un secondo jack dal ruolo simile è posizionato sul fianco sinistro. Qui trovano posto anche la porta USB e i due jack RTS per il controllo MIDI.
L’hardware, come detto, è lo stesso della prima GT-1000, con tutta la potenza di calcolo che ne consegue. La macchina è così capace di mettere in fila fino a 24 simulazioni in contemporanea, con routing complessi per diramare il segnale e supportare fino a due catene parallele con altrettanti amplificatori per suoni stereofonici.
La tecnologia AIRD è messa a punto per garantire una risposta naturale e dettagliata negli amplificatori e nelle simulazioni di cassa, la cui libreria può essere estesa dall’utente grazie alla possibilità di caricare Impulse Response di terze parti.
Convertitori da 96kHz e 32bit e un trattamento interno del segnale a 32bit con virgola mobile rendono i suoni organici e naturali, con tutta la quantità di dati necessaria a elaborare il suono in post produzione nelle proprie registrazioni casalinghe senza soffrire particolari limiti e con la massima praticità di un’interfaccia audio integrata.
La Core può lavorare infatti anche come scheda audio: collegandola a un computer via USB si accede a una macchina a sei canali in ingresso, con i primi due relativi agli output della pedaliera, due per registrare il segnale diretto in caso di un futuro reamping e gli ultimi due relativi alle funzioni SUB Output, programmabili attraverso la pedalboard.
Sempre via USB si accede alla programmazione dei suoni agevolata e al caricamento di nuove patch attraverso l’applicazione Boss Tone Studio. Le regolazioni possono avvenire comunque anche interamente dall’interfaccia della Core, grazie all’ampio schermo monocromatico.
Sotto di questo sono disposte cinque manopole con pulsante incorporato che permettono di regolare in un attimo i parametri mostrati nel punto corrispondente del display.
Sulla destra ci sono il cursore Select per navigare tra i parametri, i pulsanti per le opzioni e i menu, il potenziometro per il livello del segnale relativo agli Output.
In basso, due footswitch navigano tra i preset e richiamano l’accordatore. Un terzo pulsante sulla destra è riservato alla funzione libera CTL-1, programmabile a seconda della patch e paragonabile a quelle che si possono assegnare anche agli eventuali footswitch addizionali. Premendo insieme il pulsante centrale e il destro, si passa alla modalità manuale che permette di azionare precise simulazioni con i tre footswitch, restituendo in un attimo un’impostazione più vicina a quella di una piccola pedalboard tradizionale.
Esattamente come accade per la GT-1000, la Core chiama all’appello tutti i suoni classici dell’universo Boss. Dagli overdrive alle modulazioni più estreme, i suoni di casa sono a portata di switch, mentre gli immancabili timbri di effetti e amplificatori iconici arrivano sotto nomi più o meno indiretti.
Tutti hanno in comune un approccio che può essere sintetizzato come “hi-fi”. Le simulazioni suonano grosse, ma asciutte, ricche sui bassi ma mai slabbrate. Tutto è condito da una certa intelligibilità delle note in ogni contesto e rivela una predilezione neanche troppo celata per le modulazioni estreme, sonorità e preset rivolti ora al rock duro di stampo moderno, ora alle sequenze quasi da producer elettronico. Ciò non va però a discapito delle derive più vintage, dove gli effetti come i fuzz troneggiano con maleducazione e aggressività, pur lasciando trasparire una compostezza che facilita di molto l’inserimento in un mix.
Piacevole è scoprire quanto siano immediati i cambi patch, senza “silenzi imbarazzanti” durante il passaggio e con le code degli ambienti che si esauriscono naturalmente anche dopo il passaggio a un altro suono.
Gli anni passano veloci e le tecnologie si inseguono implacabili, ma Boss dimostra ancora una volta di saper conquistare il suo pubblico, tenendo alto l’interesse con un prodotto dalla versatilità impressionante, facile nell’uso e dai suoni convincenti.
La Core è un ibrido tra un dispositivo potente e un effetto portatile che riesce a far gola a chi vuole arricchire il proprio setup da home recording quanto ai musicisti più navigati che intendono contare su una pedalboard ricca di possibilità, senza rinunciare all’integrazione dei propri effetti preferiti. A qualsiasi categoria voi apparteniate, se la "pasta sonora Boss" è nelle vostre corde, una prova sul campo è caldamente consigliata.