di Jho81 [user #41556] - pubblicato il 15 giugno 2021 ore 12:00
Elettronica inedita su PCB, controlli atipici e split su un corpo leggero con un manico sottile: un nostro lettore racconta la Les Paul Classic, sintesi del trend Gibson nel 2020.
Dopo svariate vicissitudini, cambi, scambi, vendita eccetera sono finalmente venuto in possesso di una Gibson Les Paul Classic 2020.
La chitarra si posiziona a metà tra una Studio e una Standard con un'elettronica molto particolare.
Lo strumento è la classica Les Paul costruita con mogano per il fondo, acero per il top, manico in mogano e tastiera in pallissandro. In particolare il manico è di tipo slim taper '60, ovvero molto sottile e si impugna bene.
Per la parte dell'elettronica, abbiamo due humbucker Burstbucker 61 e 60 splittabili con i potenziometri del volume. Anche i toni hanno una utilità oltre la solita: uno di essi cambia la fase dei pickup, mentre l'altro bypassa qualsiasi posizione degli humbucker portando direttamente a quello al ponte.
Tutta a circuitazione naturalmente è su PCB, dettaglio che mi fa storcere un po' il naso, ma tant'é che la chitarra esce così dalla fabbrica e modificarla non mi va molto.
La chitarra sembra costruita bene, niente sbavature o problemi di sorta. Tiene bene l'accordatura e l'unica cosa che per ora mi fa storcere il naso sono le corde con cui esce di fabbrica, davvero orrende e che cambierò al più presto con delle Elixir Pragmatic .010, che ho utilizzato anche su altri strumenti.
In aggiunta mi farò fare un bel setup come si deve ma, per quanto riguarda il resto, posso dirmi soddisfatto.
Il peso non è eccessivo (la schiena ringrazia finalmente), la suonabilità è ottima e il feeling al tatto idem.
Forse questa è una di quelle uscite bene, chissà. Magari in futuro opterò per un cambio di humbucker anche se questi, almeno per ora, non mi sembrano male.