Il 24 settembre 1991 è una data particolarmente cara ai fan del grunge e del rock in generale. Usciva nei negozi Nevermind, il secondo album dei Nirvana.
Nevermind è stato un disco di svolta per il sound della band e cruciale per l’affermazione dei Nirvana nelle classifiche internazionali.
Un susseguirsi di hit, da “Smells Like Teen Spirit” a “Come As You Are”, poi “Polly”, “Lithium” e “In Bloom”, tutti i suoni che hanno reso popolare il grunge negli anni ’90 erano lì.
Sono trascorsi trent’anni da allora, e c’è da scommetterci che fioccheranno celebrazioni nei confronti del disco, della band e degli oggetti di culto a cui Kurt Cobain e i suoi hanno legato la propria immagine.
È il caso della Fender Jag-Stang, l’esclusiva chitarra progettata dal frontman dei Nirvana a quattro mani con il Custom Shop Fender.
La storia della Jag-Stang è quella di un progetto che non ha mai visto veramente la luce, non come avrebbe dovuto.
Il compito di realizzare la chitarra progettata da Cobain fu affidato a Larry Brooks, Master Builder in forze presso Fender. Kurt ne suonò il prototipo in alcune occasioni, ed esistono rari scatti che lo ritraggo con l’esclusiva Jag-Stang al collo, ma ritenne necessarie alcune modifiche.
La chitarra tornò così nei laboratori del Custom Shop, ma il chitarrista non la vedrà mai finita.
La Jag-Stang sopravvive alla prematura scomparsa di Kurt Cobain, e pochi anni più tardi Fender deciderà di metterla in commercio. Lo sarà solo per poco tempo, facendo raramente capolino negli anni successivi e diventando una sorta di fantasma, una leggenda tra i moderni appassionati.
Ora, con i trent’anni di Nevermind, la Jag-Stang torna in produzione su larga scala, fedele alla capostipite sotto molti aspetti, in primis la decisione di proporla solo nelle finiture già previste all’origine di Fiesta Red e Sonic Blue.
Piccola, maneggevole, ideale per i fisici minuti o per chi preferisce uno strumento dall’action morbida grazie alla scala corta di soli 24 pollici, la Jag-Stang è una offset sopra le righe.
Le forme estreme, ricavate da Jaguar e Mustang, sono quasi modellate nella creta fino a creare una bestia tutta nuova, affusolata, irregolare, a suo modo irrequieta.
Il body in ontano prende il posto del pioppo usato all’epoca per garantire una risposta tradizionale per gli amanti della firma californiana, più equilibrata e riconoscibile. Rimangono immutate le scelte relative ai restanti materiali, misure e suonabilità.
Il manico in acero dal profilo Slim C riceve una tastiera in palissandro con raggio vintage da 7,25 pollici per 22 fret in totale.
Fender spiega di aver ingegnerizzato il classico ponte Mustang al fine di conservare l’estetica classica della grossa base in metallo e delle sei sellette a cilindro, unendo un’affidabilità e una stabilità degna di nota per l’accordatura.
L’elettronica, fedele all’originale ma aggiornata agli standard costruttivi attuali, consta di due pickup appositamente disegnati. Sono un humbucker al ponte e un single coil al manico, entrambi inclinati con i cantini verso il ponte, con plastiche bianche e posati su un battipenna perlato.
Sulla placca dei controlli in metallo sono posizionati il jack d’uscita, un potenziometro per il volume e uno per il tono con grosse manopole nere da Jazz Bass. L’azione dei pickup è affidata a due interruttori nella porzione superiore del battipenna, uno per la selezione dei magneti, l’altro per l’inversione di fase in posizione centrale.
Negli anni, intorno alla chitarra disegnata da Cobain si è creato un vero culto. Nel 2018, il prototipo della prima Jagstang e i disegni originali per la cifra di 93.750 dollari.
Con il prezzo più accessibile - seppur non regalato - della produzione messicana, la Fender Jag-Stang introdotta nel 2021 per celebrare il trentennale di Nevermind è . |