Mama told me, when I was young*… niente, in effetti. Mia mamma non mi ha detto niente. Perlomeno riguardo a chitarre e pedali (non è del tutto vero, un suo evergreen ce l’aveva ed era: “Smettila di fare rumore con quella cosa e studia!”), però cercavo un incipit tra il nostalgico e il romantico per parlare di qualcosa che ci accomuna tutti, che forse ha più a che fare con la complessità e le contraddizioni della vita, qualcosa che non si può etichettare come un semplice “parliamo di gear”.
È dunque con un approccio filosofico e non tecnico che vi parlo dei miei storici scleri con i pedali e con uno in particolare. Come forse anche la vostra, la mia vita da chitarraio è segnata da corsi e ricorsi, infatuazioni e raffreddamenti, prese di posizione spesso contraddette da rocambolesce inversioni di marcia, , quando proprio su queste pagine mi dichiaravo estremamente scettico riguardo alle chitarre datate, per poi .
L'Electro Harmonix Nano Big Muff, riedizione in piccolo formato di uno dei fuzz più celebri e utilizzati.
Ma veniamo al pedale che per me è (molto) croce e (poco) delizia: dunque, ormai da tempo il mio rig, molto semplice, è composto da una catena di pochi pedali analogici che entrano nel canale pulito di un ampli valvolare di wattaggio contenuto e dotato di riverbero (un Fender Champ red knob). I pedali sempre in funzione sono due, cioè un Ibanez TS808 - volume a palla, gain a zero, toni a metà - e un compressore (integrato nella pedaliera Carl Martin Quattro).
In questo ecosistema, l’alieno è il fuzz e, purtroppo, non dipende da come lo regolo né dalla posizione in cui lo inserisco, è che proprio... come dire, non lo capisco. Per la cronaca, al momento il pedale che ho sotto mano è un EHX Nano Big Muff e no, non è il mio primo fuzz, ne ho avuti altri tre, tra i quali un vecchio FBT FZ III, una vera noise machine, pagato 20.000 lire negli anni ’90, essenzialmente rimasto in un cassetto e poi venduto (ora vale come minimo venti volte tanto e non potete capire quanto questo fatto mi irriti).
Ma sapete cosa mi manda ai matti di questa faccenda? Semplice, il fatto che io vedo e sento altri usare il fuzz, regolarmente me ne innamoro, lo metto in pedaliera, lo uso due volte, mi inc@##o, lo tolgo, poi dopo un po’ sento di nuovo uno che lo usa, mi reinnamoro e ricomincia il giro. Ma cosa non mi piace, quando lo utilizzo? Ecco, questa è la parte più difficile da spiegare: principalmente, è come se estremizzasse - e allo stesso tempo appiattisse - ogni nota, ogni accordo e fosse piuttosto insensibile alle regolazioni, all'equalizzazione. Mi riporta alla mente a quei vecchi distorsori anni '90, che rendevano il suono sottile e zanzaroso... vi dice niente il nome Metal Zone?
Non certo un fuzz, ma uno dei distorsori più controversi di sempre, il Boss Metal Zone MT-2.
E voi che rapporto avete con il fuzz? Vi fa salire la scimmia della devastazione o vi trasforma in piccoli Hendrix (o piccoli Gilmour), lisergicamente e pacificamente in viaggio verso l'infinito? Perché io, sia chiaro, quando accendo il fuzz mi trasformo seduta stante nel sacerdote di Quelo: "c'è una grande crisi, c'è grossa grisi, c'è molta violenza".
*Sì amici, l'incipit era proprio quello di Simple Man dei Lynyrd Skynyrd :) |