La American Vintage II aggiorna la collezione di chitarre e bassi Fender ispirati ai modelli più iconici della tradizione elettrica californiana.
Dalla Telecaster “così come Leo l’ha fatta” alla lussuosa Jazzmaster, fino alle trasformazioni introdotte con la gestione CBS, la raccolta Vintage introdotta sul finire del 2022 fotografa le innovazioni che più hanno connotato l’evoluzione Fender, come pietre miliari con cui ricostruire un percorso a oggi lungo quasi un secolo.
Tutte vantano specifiche costruttive storicamente corrette dalla finitura a base nitrocellulosa ai manici sagomati fedelmente sullo stile delle rispettive epoche di riferimento e l’hardware selezionato di conseguenza. Un’attenzione particolare all’elettronica dà vita a un’intera collezione di pickup battezzati Pure Vintage e progettati in base alle annate, compresa la ricetta originale dei magneti CuNiFe per i modelli Telecaster dotati di humbucker Wide Range.
Storicamente corretti sono anche i materiali impiegati, che annoverano la presenza del frassino su determinati modelli. Il legni, che , come promesso è stato conservato per le reissue dei modelli d’epoca.
A completare l’opera, tutte le American Vintage II sono accompagnate da custodie rigide in stile vintage, coerenti con i rispettivi strumenti che andranno a conservare.
Le American Vintage II sono chitarre di fascia alta, realizzate con perizia e attenzione per i dettagli, materiali di prim’ordine al fine di replicare l’estetica, l’impronta timbrica e il fascino degli originali. Fender le presenta quindi in pompa magna, con un’intera playlist di video dettagliati.
Si parte dalla , la prima della sua stirpe che ha spedito dritto nella storia l’intramontabile abbinamento di un battipenna nero - blackguard - con una finitura Butterscotch Blonde che lascia a vista il frassino del body.
La svolta stilistica avviene con il , con una Telecaster distinta dalla tastiera in palissandro e con le classiche finiture Custom oltre al sunburst a tre toni. L’opzione per il body è ora tra ontano e mogano.
, quando la Telecaster diventa Thinline con un body cavo e la caratteristica buca a effe. Sul top compaiono due pickup Wide Range, i primi humbucker di casa Fender.
immortala la Telecaster Deluxe, nuovamente con cassa in ontano e ancora una volta dotata di due Wide Range, stavolta abbinati al tipico battipenna di grosse dimensioni con controlli indipendenti per i volumi e i toni di entrambi i pickup.
Solo due anni più tardi, torna a ospitare un single coil al ponte. Restano i controlli estesi e il selettore sulla spalla, mentre un set di sellette in stile Barrel prende il posto dei “blocchi” usati sulla Deluxe.
Parallelamente, anche la Stratocaster fa il suo corso. vuole congelare nel tempo un momento di svolta per la storia Fender. La prima incarnazione del 1954 era soggetta ad accorgimenti e piccole modifiche di un Leo perennemente in cerca di un nuovo traguardo, ma è proprio nel 1957 che secondo molti la Stratocaster riceve la sua forma definitiva. Almeno quella che sarà ricordata come la base di partenza per tutte le evoluzioni a venire, con un classico assemblato di frassino e acero.
si distingue per il body in ontano, e la tastiera diventa in palissandro mentre le finiture disponibili cambiano e si ampliano.
Gli anni ’70 sono quelli dello stravolgimento CBS, ma sono anche quelli della Stratocaster da hard rock. è una Strat nuovamente in frassino e acero, ma aggiornata nella dotazione hardware, nella forma del manico che da una V diventa una C e con l’inconfondibile palettone che ha stregato alcuni dei più grandi, da Jimi Hendrix a Ritchie Blackmore.
Anche la più lussuosa delle off-set trova posto nella serie American Vintage II. , con un body in ontano, tastiera laminata in palissandro con segnatasti a blocco e binding tutto intorno. Immancabile, l’elettronica con circuiti Lead e Rhythm comanda una coppia di single coil di grosse dimensioni appositamente progettati.
Per l’occasione, in catalogo compaiono anche versioni mancine, con i modelli , e . |