Per certe cose, ti serve una Stratocaster: parola di Gennaro Porcelli
di Pietro Paolo Falco [user #17844] - pubblicato il 14 marzo 2023 ore 13:00
Anche un gibsoniano come Gennaro Porcelli non è immune al fascino della Stratocaster. Ha tirato fuori la sua Fender su modello 1962 per raccontare in video uno strumento inimitabile.
“C’è la chitarra elettrica, e poi c’è la Stratocaster” sostiene qualcuno, e non è un caso se la double-cut californiana trova posto - presto o tardi - nella rastrelliera praticamente di qualsiasi musicista.
Ci si può trovare un feeling immediato o può essere un odio-amore irrisolto per chi si è formato su altri strumenti, ma restare impassibili davanti al suo sound e alla sua storia non è possibile.
Gennaro Porcelli - il bluesman col quale abbiamo condiviso una ricca giornata di chiacchiere e musica per una serie di interviste video - è gibsoniano nell’anima e nella sua collezione spiccano diverse Marvit, chitarre di liuteria ideate per riflettere la sua visione dello strumento, ma la mancanza di una Strat si faceva sentire.
Così la sua strada si incrocia con quella di una splendida Fender Stratocaster sullo stile del 1962 in una calda finitura Burst. Non lo si vede troppo spesso con quella sei-corde al collo, ma quando il set richiede le sonorità sporche, penetranti e comunque profondissime di un certo tipo di chitarrismo, eccola fare capolino.
Non poteva mancare nella nostra rassegna attraverso le chitarre che hanno scritto la storia del blues e dintorni fino a diventare icone a 360 gradi, dopo averne esplorato le radici con la National Style O, scoperto le prime evoluzioni elettriche con l’immortale Telecaster e conosciuto l’interpretazione più ai suoi antipodi che si possa immaginare: la Gibson Les Paul.
La Fender Stratocaster è ancora su un altro piano. Arriva più tardi nel tempo come evoluzione della Telecaster e introduce una serie di accorgimenti tecnici e sonori impressionanti che ne fanno uno strumento nuovo.
Il suo spirito non sta solo nei single coil, ma anche nei legni, la scala lunga, il manico avvitato, il ponte mobile. Non da meno è l’impiego che ne hanno fatto i suoi utilizzatori più celebri: basta sentirne una addosso per provare il desiderio immediato di strappare quelle corde con violenza come faceva Stevie Ray Vaughan, o creare accompagnamenti ai limiti tra armonia e melodia come ha insegnato Jimi Hendrix. Con una Strat in braccio, semplicemente, si è portati a suonare in un modo diverso.
Tutti gli ingredienti, da quelli costruttivi a quelli stilistici che sono ormai parte del suo DNA, concorrono a comporre una ricetta capace di fare scuola, tanto che il modello Stratocaster è oggi considerato il più diffuso in assoluto tra le chitarre elettriche. E, aggiungeremmo, il suo è un podio meritatissimo.