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Rock e radici selvagge: la lezione dei Rival Sons
Rock e radici selvagge: la lezione dei Rival Sons
di [user #65904] - pubblicato il

Con la forza di un fuoco che divampa, i Rival Sons sprigionano un hard blues e un rock ’n’ roll senza timore di confronti. Sulle onde vocali graffianti di Jay Buchanan e il tocco da maestro di Scott Holiday, alias Mr. Fuzzlord, la band intreccia l’eredità ribelle degli anni Settanta con un’anima moderna, forgiando brani carichi di passione.
Il loro suono, nutrito dagli echi di giganti come Led Zeppelin o Deep Purple, è pervaso da un’inesauribile sete di sperimentazione, alimentata da chitarre da collezione ed effetti all’avanguardia. Il risultato? Un concentrato esplosivo e inconfondibile di energia pura.
 
Dio del rock, grazie per questa occasione per spaccare, siamo i tuoi umili servitori. Ti prego, dacci il potere di mozzar loro il fiato con il nostro energetico rock.
Nel tuo nome preghiamo. Amen.”
Dewey Finn (Jack Black) in School of Rock
 

Rock e radici selvagge: la lezione dei Rival Sons

È inutile girarci attorno. Un gruppo il cui chitarrista, sul proprio canale Instagram, si fa chiamare Mr. Fuzzlord merita tutto il nostro rispetto di amanti (ed estimatori) delle sei corde. Stiamo parlando di Scott Holiday, baffuto membro dei Rival Sons, una delle più originali - sarebbe azzardato dire “la più originale”? - band di hard blues sulla piazza. Viene da credere che Jay Buchanan (voce), Michael Miley (batteria), Dave Beste (basso) e lo stesso Holiday portino sul palco la stessa sporca e ruvida spontaneità che, fin dagli esordi, come musicisti, li ha caratterizzati prima ancora di essere toccati dalla fama internazionale: un successo che, inspiegabilmente, non è ancora assurto ad un livello pari a quanto la formazione californiana davvero meriterebbe.
 
All’inizio, l’età d’oro del rock era il nostro luogo d’incontro privilegiato: un terreno comune che comprendeva le influenze di ciascuno.
Jay Buchanan

Sulle assi del palco, così come nelle ottime prove in studio, Buchanan, Holiday e soci hanno mostrato un livello tecnico straordinario, una capacità non comune di saper scrivere canzoni in grado di sfidare mode e classifiche (il loro Pressure & Time può tranquillamente essere considerato un classico degli anni Duemila), una presenza scenica invidiabile che - deo gratias - non è mai risultata la copia fastidiosa dei tanti Page & Plant venuti prima di loro. I Rival Sons sembrano una macchina perfetta, onesta nelle sue vicessitudini umane ed artistiche, pronta a sbaragliare la concorrenza e a dare il massimo restando fedele a quella sana voglia di fare dell’altrettanto sano rock ’n’ roll: piedi puntati nel passato, sguardo rivolto al futuro.

Rock e radici selvagge: la lezione dei Rival Sons
 
Quando il ciclo di un nostro album arriva alla fine, siamo già desiderosi di imbarcarci in qualcosa di nuovo. Si tratta di battere il ferro finchè è caldo. Quando sei impegnato, affamato e ispirato… non devi far altro che lavorare, lavorare, lavorare!
Scott Holiday

A confermare quanto scritto, è anche la continua ricerca di Scott Holiday nel testare effetti capaci di connotarne il suono in modo ormai inconfondibile: con ritmiche potenti e granitiche, da un lato, ed uno stile fantasioso eppure essenziale (cosa che non guasta affatto) sul versante solista. Pur ritrovando in lui, tra le sue dita e sulle sue corde, molto di Jimmy Page, Ritchie Blackmore, Mark Farner, Jimi Hendrix ed Eric Clapton, Holiday ha il dono di saper offrire a chi ascolta un distillato originale che parte da quel che è stato negli anni Settanta per abbracciare con spiccata personalità gli apporti sonori più innovativi (vedi Jack White e Dan Auerbach).

Merito anche dei ferri del mestiere del chitarrista di Huntington Beach, esemplari che farebbero venire l’acquolina al collezionista più incallito: Pelham Blue Gibson 1965 Firebird VII Reissue, Fender Jazzmaster del 1962, Gretsch G6134 White Penguin, Fender Telecaster del 1966, Custom Built Kauer Banshee, giusto per citarne alcuni.
Articoli da autentici buongustai. E Holiday lo è, eccome. Per non parlare dei pedali… fuzz, naturalmente, ma non solo: Basic Audio Gnarly Fuzz, Electro-Harmonix Micro POG Polyphonic Octave Generator, Delay Carbon Copy MXR, Analog Man King of Tone Overdrive, Analog Man Peppermint Fuzz, ZVEX Fuzz Probe.



Per chi volesse risvegliare la propria natura selvatica (Feral Roots), darsi una scossa (Electric Man), animare una festa a volumi esagerati (Keep On Swinging) e - in generale - dare il peggio di sè (Do Your Worst), si raccomanda l’ascolto attento dell’intera discografia dei Rival Sons. Partendo, perchè no?, dagli ultimi album per poi procedere a ritroso e tenendo d’occhio il canale YouTube del gruppo, sempre aggiornato e ricco di nuovi materiali, così come l’elenco delle date dei concerti: una lista che, in questo 2025, ingolosirà non pochi appassionati… il nome Guns N’ Roses vi dice qualcosa? La risposta su www.rivalsons.com

approfondimenti fender gibson rival sons scott holiday
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