di FBASS [user #22255] - pubblicato il 17 gennaio 2013 ore 21:33
Tutto l'inghippo è in questo quadro che il Veronese dipinse tra il 1562 ed il 1563, il cui titolo è "Le Nozze di Cana" ed in cui si vede il grande artista e pittore Tiziano suonare un contrabbasso. Da tempo era in uso come basso dell'orchestra, nel rinascimento ed in tempi postumi, la viola da gamba, grosso componente della famiglia delle viole, a sette corde ed usata verticalmente, appoggiata sulla ganba sinistra e suonata con un archetto, ma si faceva risalire l'uso di un altro cordofono, più grave e della famiglia del violino, suonato sempre con l'archetto ( voglio precisare che poi di quest'ultimo attrezzo ve ne sarebbero anche di due tipi diversi, di cui uno ancora in uso, quello francese impugnato con il dorso della mano destra in fuori, e l'altro, quello germanico, con la postura del palmo al contrario verso l'esterno e l'uso di un anello per l'anulare, oggi caduto in disuso ) solo al XVIII° secolo ( ma forse solo per qualcuno al XVII° secolo ), il contrabbasso per l'appunto. Cioè all'incirca da quando il violoncello passò dalla tipologia iniziale di strumento a spalla a 5 corde, all'uso verticale, però solo appoggiato alla gamba sinistra e regolabile in altezza dal pavimento mediante un puntale mobile e bloccabile mediante una vite, del tipo a "galletto" inserita in una filettatura della boccola dello stesso puntale, detta bottone, cosa trasmessa poi anche al contrabbasso ma, nel complesso, ovviamente di dimensioni maggiori.
Risulta anche che vi fossero, almeno fino al XIX° secolo, due scuole di liuteria, quella italiana, con l'uso e la realizzazione del contrabbasso a tre corde, e quella tedesca con il contrabbasso a quattro corde, ma sempre considerando questo strumento soltanto come raddoppio, in orchestra, della viola da gamba o del violoncello. Ruolo, infine, da cui fu svincolato dal grande compositore Beethoven, merito anche di due virtuosi dello strumento, tutti e due italiani, Michele Berini e soprattutto Domenico Dragonetti, poi con Giovanni Bottesini, altro egregio contrabbassista italiano che fece scuola, raggiunse le vette d'espressività mai toccate prima. Nella musica jazz lo stesso strumento è suonato pizzicandone le corde e tutti noi, aspiranti bassisti, anni fa dovevamo passare prima per questo strumento classico, legandoci con l'elastico il dito medio ed anulare della mano sinistra. Strumento, il contrabbasso, che poi fu anche reso elettrico per amplificarne il volume sonoro ed anche quì vi fu inizialmente la scelta di due scuole, la scuola tedesca che amplificò il contrabbasso tradizionale privandolo della cassa armonica e dotandolo di corde metalliche, lasciandone però invariato il diapason di 1060/1040 mm ( Framus in testa) e quella statunitense con il basso chitarra, e quì viene poi il bello. Il contrabasso a quattro corde ha le stesse accordate, dalla acuta a quella più bassa, SOL-RE-LA-MI, cioè come le quattro corde più basse della chitarra, stessa cosa per il basso elettrico, anche se il diapason può essere di due misure diverse, quello attribuibile a Leo Fender, di 34 pollici, e quello usato da Gibson per il secondo basso elettrico della storia, l'EB 1, di 30,5 pollici usato anche da Hofner, Framus e le nostrane EKO, Hollywood, più quasi tutte quelle che se ne cimentarono nella costruzione, in Europa, negli anni a cavallo tra i 60's ed i 70's. Ecco un po' d'immagini esplicative, a partire dal contrabbasso classico, poi l'ingiustamente dimenticato Paul Tutmarc che realizzò, a metà anni 30's a Seattle, il primo contrabbasso elettrico e qualcuno dice anche la prima chitarra basso ( ma come dimensioni non ci siamo, sembrerebbe, a mio modesto parere, sbaglierò forse, mah, più una chitarra tenore, realizzata nello stesso periodo anche dalla Gibson, nell'immagine sotto a seguire ), infine e sempre a seguire, il contrabbasso Triumph della Framus ( da tutti noi chiamato, all'epoca, affettuosamente "Scopettone"), di seguito poi il basso elettrico Precision di Leo Fender, del 1951, che ebbe come sperimentatore un virtuoso del vibrafono, Lionel Hampton, ed il primo basso a scala corta Gibson, l'EB 1 del 1953 ( chiamato però inizialmente solo Electric Bass ) :
Sulla scia del successo dei bassi a scala corta di Gibson, EB 1, EB 2 ed EB 0, l'italiana EKO e le germaniche Hofner e Framus realizzarono i loro bassi elettrici, la prima solid body dai colori brillantinati e finta madreperla, di chiara origine fisarmonicistica, molto apprezzati negli USA ove furono importati dai "Lo Duca Brothers", i secondi per merito principalmente dei due gruppi inglesi in vetta alle classifiche discografiche a metà anni 60's, i Beatles per la Hofner ed i Rolling Stones per la Framus, ma c'era un altro italiano che non dormiva e ne realizzò uno dalle forme avveniristiche, Wandrè ( Antonio Pioli ) per Meazzi prima e Davoli poi , cioè il Rock Basso :
Ad inizio anni 60's, la Fender non ancora CBS, sull'onda del successo di una chitarra a 6 corde, ma dal diapason di 27,5 pollici realizzata nel 1958 dalla Danelectro, realizzò, per il fuoriuscito bassista degli Shadows, il compianto Jet Harris, una chitarra basso a 6 corde con la scalatura da 30.5 pollici; era nato il Fender VI, anno1961, modificato nel 1963 con i pickup Jaguar al posto degli originali Stratocaster con mascherina metallica di fissaggio, e l'uso di uno switch in più, quattro al posto dei tre, del tipo in uso sulla corrispondente chitarra da cui aveva ripreso sia il body che il sistema del tremolo, la Fender Jaguar ( ci fu anche il primo basso elettrico a V corde nella seconda metà degli anni 60's, il Fender V, ma è stato una delle meteore della Fender CBS) :