di paoloanessi [user #32554] - pubblicato il 28 maggio 2013 ore 07:30
La cassa bombata e le buche a effe delle acustiche di casa Gibson hanno calcato innumerevoli palchi durante la swing era. La L7 in prova, un'originale del 1937, forse è proprio una delle grandi archtop che hanno fatto ballare i giovani del dopoguerra, scandendo quarti sotto indiavolati riff di ottoni.
La cassa bombata e le buche a effe delle acustiche di casa Gibson hanno calcato innumerevoli palchi durante la swing era. La L7 in prova, un'originale del 1937, forse è proprio una delle grandi archtop che hanno fatto ballare i giovani del dopoguerra, scandendo quarti sotto indiavolati riff di ottoni.
Grande occasione quella che mi si è presentata da Erich Perrotta, liuteria Ran De Gal nel laboratorio di Verona: mettere mani e orecchie sulla storica Gibson L7 del 1937. Purtroppo quando ho avuto l'opportunità per la prima volta la chitarra era davvero messa male, corde vecchissime, action fuori posto, il tutto non rendeva davvero giustizia al suono e alla suonabilità. Sapendo di poterla riavere tra le mani per delle registrazioni in studio, ho atteso pazientemente per tutto questo tempo e sono stato sicuramente ripagato scoprendo un grande strumento.
Diciannove tasti piccini come l'epoca imponeva, tastiera leggermente bombata in palissandro scuro e compatto, impegnativa ma non scomoda, lunghezza della scala 25 1/2 e larghezza capotasto 1 11/16. Molto belli gli intarsi sulla tastiera che vanno a formare il classico logo, vero marchio di fabbrica Gibson. Il corpo è da 17" in acero con top in abete ottenuto scavando dal pieno una tavola in massello, le rifiniture sono molto sobrie, limitate a un binding che contorna corpo, manico e paletta, il contrasto del bianco avorio con la verniciatura sunbust molto scura è forte ed evidente. Quest’ultima, cominciando praticamente dal nero del bordo e la parte stretta del body, sfuma verso il centro lasciando intravedere le belle venature del top. Meccaniche in metallo nichelato, ponte in palissandro brasiliano con regolazione in altezza e truss rod alla paletta completano le regolazioni.
Quando ho provato per la prima volta questa L7 ho notato che è stata praticamente manomessa e deturpata con un pickup sul manico, attaccato alla bene e meglio e che, oltre a rovinare l’immagine di strumento acustico, non tiene conto minimamente del suo timbro originale, scompensando la chitarra e allontanandola tantissimo dal suo vero carattere. Guardandola con maggior attenzione, scopro che la chitarra originariamente aveva un battipenna in tartaruga che forse è stato tolto da chi in passato cercò di applicare il pickup.
Storicamente Gibson, a partire dal 1934, oltre ad aumentare le dimensioni del corpo da 16 a 17 pollici, introdusse il sistema con le catenature a X studiate e introdotte da Martin sulle flat top. Questo tipo di catenatura è diventata famosa per conferire allo strumento un alto volume, caratteristica obbligatoria per una archtop destinata a suonare nelle big band al fianco della sezione fiati.
In effetti questa L7 suona paurosamente bene, bilanciata e con una risposta sui bassi decisamente più pronunciata. Gli alti sono i più contenuti e meno fastidiosi rispetto a tante altre archtop storiche provate in passato. Sarà perché sono abituato al tono caldo e suadente della Gibson, ma quest'acustica archtop ha la sonorità più vicina mai provata a quello che è poi diventato un marchio di fabbrica facilmente riconoscibile nel mondo delle chitarre jazz. Scorrevole, intonata, suona di pieno su tutta la tastiera, le corde in bronzo sugli strumenti archtop creano una sorta di soglia tra i suoni morbidi e quelli più pungenti e veloci, e dando maggior forza con il plettro si sente subito la reazione dello strumento.
Avendo provato la chitarra prima e dopo un completo setup, oltre a rimanere sorpreso per quanto suoni bene, rifletto su quanto una regolazione accurata sia di vitale importanza per il timbro e la maneggevolezza di uno strumento di questo genere. 75 anni di chitarra e altrettanti di storia, attraversata da chissà quante note e quanti musicisti passandosi mano dopo mano questa favolosa L7 del 1937. Un altro sogno diventato realtà.