di Denis Buratto [user #16167] - pubblicato il 11 giugno 2013 ore 07:30
Due soli canali per sedici manopole, innumerevoli croci, LED e una firma importante. Questa in sintesi la nuova Laney TI100 Tony Iommi Singnature. Resta da scoprire se il sound della 100 watt è all'altezza del nome che porta.
Due soli canali per sedici manopole, innumerevoli croci, LED e una firma importante. Questa in sintesi la nuova Laney TI100 Tony Iommi Singnature. Resta da scoprire se il sound della 100 watt è all'altezza del nome che porta. Per svelare questo dubbio amletico abbiamo collegato alla testata un paio di chitarre e alle chitarre abbiamo collegato Michele Quaini.
Pietra miliare dell’heavy metal come lo conosciamo oggi è Black Sabbath, il primo album omonimo della band capitanata da Ozzy Osbourne affiancato da un chitarrista che, del metal, ha contribuito a forgiare non solo il sound ma anche il look e lo stile: Tony Iommi.
Era il 13 febbraio 1970, e alle spalle del chitarrista britannico un full stack di Laney LA100BL. L’idillio con Laney non è mai finito ed è arrivato all’apice nel 2012 con la realizzazione della TI100, non una semplice evoluzione dei GH100TI usati fino all’anno scorso, ma un progetto nato e sviluppato in ogni passaggio da una stretta collaborazione tra i tecnici della casa e Tony Iommi stesso.
Le dimensioni generose e i numerosi potenziometri sembrano condurre a un amplificatore a tre o più canali. In realtà la TI100 di canali ne ha due, identici. Per comodità, come riportato sul sito ufficiale Laney, sono stati nominati Rhythm e Lead, ma la realtà è che entrambi possono essere usati come clean, crunch o lead, ma andiamo con ordine.
Ognuno di questi, oltre alle tre manopole dedicate all’equalizzazione, è dotato di un controllo di drive e volume per guadagno e livello di uscita, un controllo enhance che interviene sulle basse frequenze, mentre il controllo presence agisce sulle alte e sulla brillantezza generale del sound. Accanto all’ingresso unico per la chitarra troviamo il controllo del boost, attivabile via footswitch con livello separato per i due canali. Resta un boost di volume, ma essendo posizionato prima della sezione di preamplificazione una volta attivato non fa altro che incrementare il guadagno rafforzando quindi la distorsione trasformando un crunch in un lead o increspando un clean verso un saporito crunch. Sul retro completano la dotazione di bordo tutti i connettori per collegare una o due casse, il loop seriale o parallelo con controllo di gain e il sym link, che permette di collegare più amplificatori utilizzando un solo master volume per tutti e un footswtich unico, nel caso i 100 watt di una sola testata non bastino.
Accendiamo curiosi la Laney TI100, convinti di trovarci di fronte a una testata votata esclusivamente ai sound più duri e aggressivi, la conferma ci arriva dai LED rossi che illuminano l’interno dello chassis, facendo risaltare le croci che ornano la griglia anteriore. Armati di sano scetticismo teniamo il gain a ore nove, ma quello che esce dai coni non è un clean freddo, da ampli high-gain, anzi con una punta di riverbero si riesce a ad avere una corposità e una rotondità davvero ottimali, tanto che le ritmiche funk con un bel single coil risultano credibili. Complici i cento watt inoltre, con un humbucker si riesce a lanciarsi in arpeggi e ritmiche clean anche a volumi considerevoli.
Attiviamo il boost ed ecco il sound incresparsi. Cominciano le prime avvisaglie di crunch, le ritmiche vengon da sé e ci scappa anche qualche lick hendrixiano. Passando dai single coil agli humbucker della 335 il sound cambia considerevolmente e l’amplificatore risponde con decisione al maggior volume in ingresso. Il crunch è già un ricordo, ormai siamo arrivati alla distorsione pura.
Ancora non siamo soddisfatti e portiamo il gain a livelli di guardia. Ci affanniamo un attimo intorno all’equalizzazione per tirare furori quella distorsione acida e pungente dei primi Black Sabbath. Giocando un po’ con gli alti e i controlli di presence ed enhance riusciamo a rendere il sound abbastanza 70’s. Paranoid è il riff perfetto per mettere alla prova quello che la TI100 è in grado di fare, ma possiamo andare ancora oltre.
Alziamo leggermente il gain, arrivando così a fondo corsa. I coni eruttano un sound che definire potente è riduttivo. Spesso come un muro, lontano anni luce da quello delle prime registrazioni con Ozzy Osbourne, ma perfettamente in linea con quello che sarà il nuovo album. Bassi enormi e alti sempre in primo piano, una naturale V che esalta il timbro metallaro senza mai scordarsi il calore e il ruggito che siamo ormai abituati a sentire quando sul palco c’è Mr. Iommi con la sua SG mancina.
Il Laney TI100 non è certo un amplificatore da studio. È una testata grossa, potente, aggressiva e irresistibilmente cool. Con un prezzo che si aggira intorno ai mille euro non si rivolge certo alle fasce entry level, ma anzi è uno strumento davvero completo, Si sente la mancanza del riverbero, che in tutto questo spazio avrebbe potuto starci comodamente. In definitiva una bestia devastante ma facilmente domabile, in grado di offrire una versatilità che davvero non ci saremmo aspettati da un amplificatore dall’aspetto così power.